sean sogliano fc bari
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Calcio

FC Bari, Sogliano fa il punto: «Vorrei un ambiente più compatto»

Il diesse: «A Salerno per vincere. Grosso? parla poco ma lavora tanto»

Un quarto di stagione è già passato in cavalleria, e per il Bari è il momento di tirare una linea e fare il punto della situazione. 19 punti, un rendimento in casa devastante e un ruolino di marcia esterno decisamente non all'altezza, ma quanto basta al Galletto per proiettarsi nei quartieri nobili di una classifica, però, ancora troppo corta per esser presa sul serio.

Di questo e tanto altro ne parla il diesse Sean Sogliano, che si presenta davanti ai microfoni quale persona più adatta per fare le carte al Bari che è stato, ma soprattutto al Bari che sarà. «Oggi sono qui per capire insieme a voi qual è il termometro della piazza e provare a trovare i punti da migliorare – esordisce il direttore sportivo. Non esiste un campionato più incerto di questo e la classifica lo testimonia: 22 squadre che possono egualmente retrocedere o essere promosse. Noi, dal canto nostro, sappiamo di aver fatto benissimo in casa e molto male fuori, mail mio compito è valutare tutto, risultati e prestazioni, e queste ultime non sono quasi mai mancate».

Difficile, quindi, al momento dare delle risposte definitive sugli obiettivi reali del Bari: «Il nostro obiettivo a inizio stagione era intraprendere un progetto interessante con un allenatore giovane e con idee di gioco nuove e chiare. Gli obiettivi si costruiscono partita dopo partita; al momento, quindi, il nostro futuro si chiama soltanto Salerno. Io in campo non ho mai visto i gemellaggi in tanti anni di calcio: sono sicuro che sarà una battaglia tra due squadre che hanno gli stessi punti e tanta voglia di crescere. Loro, forse, rispetto a noi hanno un pizzico di entusiasmo in più, ma noi vogliamo dimostrare di essere una squadra forte, che anche in trasferta sa vendere carissima la pelle. Sappiamo che ci sono sei o sette squadre che hanno una potenza economica superiore alla nostra, ma crediamo di avere un organico sufficientemente completo per essere competitivo».

La ricetta vincente di Sogliano è chiara, e il direttore coglie l'occasione per fare una tiratina d'orecchie all'ambiente-Bari, decisamente troppo volubile e condizionato dai risultati. «Ci tengo a dire che in questo campionato le squadre che fanno qualcosa d'importante sono quelle unite, che hanno un ambiente ricco di entusiasmo che sproni la squadra nei momenti di difficoltà – rilancia il direttore. È paradossale leggere che i tifosi vengano meno quando allo stadio ci sono 15 mila persone, ma sappiano che Bari è abituata a ben altri numeri. Secondo me i tifosi veri sono quelli che vengono allo stadio dopo le sconfitte, quando la squadra ha più bisogno di sostegno. A Bari il supporto della curva è costante e non è mai mancato; un giocatore vuole cercare di essere sempre all'altezza, e qui c'è sempre un po' di aspettativa in più sui protagonisti in campo. Sabato scorso, però, ho trovato fuori luogo qualche mugugno di troppo in tribuna dopo il primo tempo finito 0-0 contro l'Ascoli. Quello che vorrei che fosse chiaro è che vincere è difficilissimo, su ogni campo e contro ogni avversario. Ci vuole un ambiente che remi nella stessa direzione, perché tante volte il supporto del proprio pubblico è ciò che fa entrare la palla in porta. In altre piazze, più piccole e magari con meno punti del Bari, vedo un entusiasmo molto più grande, e questo un po' mi dispiace».

L'attenzione del direttore sportivo, tuttavia, è puntata anche e soprattutto sugli aspetti tecnici e sulla vita di campo, oltre che sugli aspetti "climatici". Sul banco degli imputati è più volte finita la difesa, troppo perforata in questo primo scorcio di stagione: «Tutte le squadre sono migliorabili; a oggi il Bari è una squadra che ha grande voglia di fare goal. Quando imparerà ad aver voglia di non subirlo allora il Bari sarà davvero una squadra forte. Noi siamo partiti da poco con tutto l'assetto nuovo; la fase difensiva dipende da tutti e possiamo migliorarci sicuramente» dice Sogliano, che fa il punto anche sui singoli.

«Diakite lo abbiamo preso in anticipo per farlo allenare e fargli respirare il rapporto con tecnico e compagni. Micai? Ha fatto come tutti qualche errore che ci può stare, ma non è questo che mi interessa. Lui sa cosa vogliamo da lui, anche perché glielo diciamo sempre. Se avrà un atteggiamento positivo avrà certamente dei miglioramenti. Dipende solo da lui. Improta e Busellato? Due giocatori che stanno facendo un grande campionato. Hanno lo spirito che serve a questa squadra: lottare su ogni palla. Floro Flores? Come tutti gli attaccanti gli mancava il goal da morire; sabato ha avuto una grande iniezione di fiducia per se stesso. Alle volte un attaccante può essere determinante anche senza fare goal. Kozak? Si sta allenando con continuità e intensità da tre settimane; non ha ancora giocato perché il mister aspetta la sua migliore condizione. Manca comunque poco. Le rose di Serie B devono essere ampie senza esagerare. Noi abbiamo bisogno di tutti».

Le parole migliori, comunque, Sogliano le spende per l'allenatore Fabio Grosso, respingendo al mittente alcune critiche sugli aspetti comunicativi del mister biancorosso: «Sa cosa penso di lui – dice Sogliano – e cioè che sono certo che avrà una grande carriera. Finora ha dimostrato di aver dato alla squadra idee e gioco, e anche nei momenti difficili, quando il Bari è passato in svantaggio, ha dimostrato di avere grande carattere e voglia di rinvenire. Parla poco? Magari lo fa davanti ai microfoni, come tentativo di lasciare la squadra tranquilla. Ma vi assicuro che in campo riesce a parlare senza sosta anche per un'ora e mezza. È un ragazzo giovane che ha tanta voglia di migliorare, e sta lavorando duramente ogni giorno per dimostrare quanto vale», conclude Sogliano il suo elogio del tecnico Fabio Grosso.

Sul futuro, invece, non si sbilancia: «Sono contento che il presidente abbia voluto rinnovarmi il contratto fino al 2020, ma io in ogni posto in cui vado lavoro pensando di rimanerci per dieci anni almeno. Qui voglio lasciare qualcosa di positivo», dice Sogliano in conclusione.
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