
Eventi e cultura
Cremonini fa il bis: altri 50mila per lui al San Nicola
Disagi enormi nei parcheggi a fine concerto
Bari - sabato 5 luglio 2025
12.14
Il rapporto tra lui e la Puglia è speciale, lo aveva fatto capire anche con un video social in cui esaltava il pane barese.
In 50mila sono arrivati anche ieri sera, 4 luglio, allo stadio San Nicola per assistere ad un vero e proprio show di Cesare Cremonini, l'istrionico cantautore bolognese che ha stregato il pubblico di Bari per due date ed ha raccontato in un concerto la sua carriera.
Una serata dalle mille emozioni, che hanno avuto il suono vivace di evergreen come "50 Special" e "Figlio di un Re", ma anche carezze come "Poetica" e "Marmellata #25", a fare da collante tra generazioni di spettatori arrivati da tutto il Sud Italia.
"San Luca" e la scenografia con i portici che dal "Dall'Ara" portano al Santuario dedicato all'apostolo è un manifesto di ciò che sa essere la "sua" Bologna, santa e un po' puttana, vergine e maledetta, chiaro e scuro come i suoi archi senza fine, come direbbe Carlo Lucarelli, ma che resta un polo attrattivo per i giovani universitari che nella Dotta si sono formati e continuano a formarsi, esempio di città multietnica senza barriere.
Cremonini si è anche disimpegnato alla fisarmonica (ritirata a Castelfdardo, patria dello strumento, e accarezzata come si fa con la donna che si ama) in "Figlio di un Re", omaggiando la terra di Puglia come luogo in cui la cultura popolare passa anche attraverso quello strumento. Belle le coreografie con ballerini e danzatori acrobatici.
Una serata speciale, di quelle da ricordare, aperta e chiusa dai fuochi d'artificio. Una serata che ha ricordato al pubblico barese il talento di un ragazzo nato e cresciuto sui colli bolognesi, con la sciarpa rossoblù al collo, inebriato dal profumo dei grandi cantautori di una terra musicalmente unica nel panorama italiano per pezzi da novanta sfornati.
Unico appunto, per la verità non da poco, il deflusso, gestito egregiamente nel San Nicola, ma ancora una volta lentissimo dai parcheggi, rimasti pieni di auto imbottigliate fino alle 2.00 (il concerto è terminato alle 23.30), come documentiamo con un video sulla nostra pagina. Un biglietto da visita non di certo da città che sa ospitare grandi eventi, su cui gli amministratori dovrebbero riflettere.
In 50mila sono arrivati anche ieri sera, 4 luglio, allo stadio San Nicola per assistere ad un vero e proprio show di Cesare Cremonini, l'istrionico cantautore bolognese che ha stregato il pubblico di Bari per due date ed ha raccontato in un concerto la sua carriera.
Una serata dalle mille emozioni, che hanno avuto il suono vivace di evergreen come "50 Special" e "Figlio di un Re", ma anche carezze come "Poetica" e "Marmellata #25", a fare da collante tra generazioni di spettatori arrivati da tutto il Sud Italia.
"San Luca" e la scenografia con i portici che dal "Dall'Ara" portano al Santuario dedicato all'apostolo è un manifesto di ciò che sa essere la "sua" Bologna, santa e un po' puttana, vergine e maledetta, chiaro e scuro come i suoi archi senza fine, come direbbe Carlo Lucarelli, ma che resta un polo attrattivo per i giovani universitari che nella Dotta si sono formati e continuano a formarsi, esempio di città multietnica senza barriere.
Cremonini si è anche disimpegnato alla fisarmonica (ritirata a Castelfdardo, patria dello strumento, e accarezzata come si fa con la donna che si ama) in "Figlio di un Re", omaggiando la terra di Puglia come luogo in cui la cultura popolare passa anche attraverso quello strumento. Belle le coreografie con ballerini e danzatori acrobatici.
Una serata speciale, di quelle da ricordare, aperta e chiusa dai fuochi d'artificio. Una serata che ha ricordato al pubblico barese il talento di un ragazzo nato e cresciuto sui colli bolognesi, con la sciarpa rossoblù al collo, inebriato dal profumo dei grandi cantautori di una terra musicalmente unica nel panorama italiano per pezzi da novanta sfornati.
Unico appunto, per la verità non da poco, il deflusso, gestito egregiamente nel San Nicola, ma ancora una volta lentissimo dai parcheggi, rimasti pieni di auto imbottigliate fino alle 2.00 (il concerto è terminato alle 23.30), come documentiamo con un video sulla nostra pagina. Un biglietto da visita non di certo da città che sa ospitare grandi eventi, su cui gli amministratori dovrebbero riflettere.