Trapianto. <span>Foto ASL Bari</span>
Trapianto. Foto ASL Bari
Attualità

Trapianti: al Policlinico di Bari primo prelievo di organi in Puglia da donatore a cuore fermo

Il paziente aveva 83 anni. Dal capoluogo pugliese si sta riscrivendo la storia della valutazione degli organi per offrire una terapia salva vita ai pazienti in lista d’attesa

"Sono stati eseguiti al Policlinico di Bari i primi prelievi d'organo da donatore a cuore fermo in Puglia. Si apre così una grande opportunità per aumentare le possibilità di trapianto per i pazienti in lista d'attesa. È un risultato che dimostra l'elevato livello di competenza delle nostre strutture sanitarie e conferma la nostra determinazione nel migliorare costantemente l'offerta sanitaria regionale". Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, comunica l'introduzione di questa tecnica regolata da protocolli rigorosi per la selezione del donatore al fine di assicurare sicurezza ed efficacia in ogni fase della procedura.

Il prelievo di organi da donatore a cuore fermo (Donation after Circulatory Death - DCD), infatti, si differenzia dalla donazione tradizionale, che avviene dopo la morte cerebrale, poiché gli organi vengono prelevati dopo l'arresto cardiaco irreversibile del paziente. In Italia, la certificazione del decesso avviene dopo venti minuti di assenza di attività cardiaca, documentata da un elettrocardiogramma. La procedura richiede una gestione altamente specialistica per preservare la funzionalità degli organi e garantire il successo del successivo trapianto. La complessità di questa tecnica si manifesta nella necessità di operare con rapidità immediatamente dopo il decesso, dato che il tempo a disposizione per il prelievo è estremamente limitato e indispensabile per evitare danni ischemici agli organi. Inoltre, vengono impiegate tecnologie, come l'Ecmo, la perfusione extracorporea, che permette di mantenere gli organi vitali in attesa del trapianto.

Al Policlinico di Bari sono state coinvolte nelle sale operatorie del blocco N di Asclepios le equipe della cardiochirurgia, della chirurgia epatobiliare, dell'urologia, le due rianimazioni. Un team multidisciplinare di 50 professionisti con anestesisti-rianimatori, perfusionisti, microbiologi, patologi clinici, cardiologi, nefrologi, gastroenterologi, chirurghi, radiologi, infermieri, medici del centro regionale trapianti, medici in formazione, medici di laboratorio, infettivologi e medici del servizio trasfusionale e tipizzazione tissutale.

"Ringrazio tutti i professionisti che hanno reso possibile questo traguardo e il Centro Regionale Trapianti, che ha saputo gestire con grande professionalità e dedizione queste delicate operazioni che avvicinano la Puglia agli standard delle migliori reti trapiantologiche nazionali ed europee. Un pensiero speciale alle famiglie dei donatori, non è mai facile lasciar andare una persona cara ma l'atto della donazione è il modo migliore per restituire speranza", aggiunge l'assessore regionale alla sanità, Raffaele Piemontese.

Il primo prelievo è stato effettuato sabato 1 febbraio e sono stati trapiantati il cuore e il fegato, il secondo prelievo è stato effettuato mercoledì 5 febbraio da un soggetto di 83 anni, cui è seguito il trapianto di cuore più anziano noto nella letteratura mondiale.

"In Puglia, oltre a essere riusciti a introdurre la tecnica della donazione a cuore fermo rispettando tutte le rigorose procedure previste, stiamo riscrivendo la storia della valutazione degli organi. Oggi siamo in grado di utilizzare, anche grazie alla perfusione, organi che fino a qualche anno fa non sarebbero mai stati prelevati a scopo di trapianto. Possiamo aggiornare i protocolli per offrire una terapia salva vita per chi soffre di gravi insufficienze d'organo in una popolazione sempre più anziana e con aspettative di vita più lunghe", spiega il prof. Loreto Gesualdo, coordinatore del Centro Regionale Trapianti in Puglia.

"Con il prelievo di organi da donatore a cuore fermo realizziamo un obiettivo fondamentale per la crescita del programma trapianti in Puglia. Un intervento di questa complessità è possibile solo grazie alla perfetta sinergia tra le 15 unità operative coinvolte e dimostra l'alto livello delle professionalità che il Policlinico di Bari mette in campo. Continueremo a investire con il reclutamento di nuovo personale e nuove tecnologie per ampliare le nostre capacità operative, e garantire sempre maggiori opportunità di trapianto per i pazienti in lista d'attesa", conclude il direttore generale, Antonio Sanguedolce.
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