Scuola e Lavoro
Test di Medicina, Link Bari protesta contro il numero chiuso. Gli studenti: «Esame difficile»
L'associazione: «Futuro della sanità non può essere deciso dalle crocette». Chi ha affrontato la prova: «Controlli rigidi»
Bari - martedì 3 settembre 2019
15.48
Va in archivio il test di ammissione al corso di laurea 2019/2020 in Medicina e Odontoiatria dell'Università di Bari. Questa mattina, in sei sedi dell'ateneo barese, la prova d'accesso al corso a numero chiuso: 2991 sono stati i candidati a contendersi i 297 posti più quattro per il corso di Medicina e i 24 più 1 in Odontoiatria. L'esame si è svolto negli spazi universitari del Policlinico di Bari, e nei plessi del campus, giurisprudenza, scienze politiche, lettere ed economia per un totale di 56 aule.
Anche quest'anno l'associazione universitaria Link Bari ha protestato davanti a tutte le sedi interessate dal test contro il numero chiuso che, affermano, costituisce un ulteriore fattore di crisi per la sanità italiana. «Oggi abbiamo manifestato in tutta Italia perché riteniamo sia inaccettabile che venga fatta questa selezione per diventare medico - scrive Link Bari in una nota. Non possiamo permettere che il futuro della nostra sanità e del nostro diritto alla salute venga deciso da delle crocette su dei test. Dichiariamo l'emergenza sanitaria perché vengano raddoppiate le borse di specializzazione e vengano fatti investimenti seri sulla qualità della ricerca e in università. Abbiamo bisogno di più medici per poter restituire al paese un diritto alla salute che sia realmente tale».
Chi ha sostenuto e completato la prova conferma la difficoltà del test, che prevedeva 18 domande di biologia, 12 di chimica e cultura generale, 10 di logica e 8 di matematica e fisica. «Un test dello stesso livello rispetto agli scorsi anni, la difficoltà delle domande di cultura generale forse era un po' più bassa - afferma una studentessa che ha sostenuto la prova in ateneo. Una specie di mix fra quello del 2017 e quello del 2018, in definitiva è stato abbastanza difficile».
Un po' dappertutto si sono registrate «Aule molto piene, anche se in alcuni casi erano appena in venti o trenta nello stesso posto a sostenere l'esame», continua la studentessa. Come per le scorse edizioni, anche il test d'ammissione 2019 è stato caratterizzato da severi controlli all'ingresso per impedire l'introduzioni di smartphone, tablet e altri dispositivi digitali. «I controlli sono stati molto rigidi - continua la ragazza che ha sostenuto la prova - hanno chiesto che mostrassimo il mav e il documento d'identità. Siamo passati tutti dal metal detector e abbiamo consegnato le apparecchiature elettroniche».
Anche quest'anno l'associazione universitaria Link Bari ha protestato davanti a tutte le sedi interessate dal test contro il numero chiuso che, affermano, costituisce un ulteriore fattore di crisi per la sanità italiana. «Oggi abbiamo manifestato in tutta Italia perché riteniamo sia inaccettabile che venga fatta questa selezione per diventare medico - scrive Link Bari in una nota. Non possiamo permettere che il futuro della nostra sanità e del nostro diritto alla salute venga deciso da delle crocette su dei test. Dichiariamo l'emergenza sanitaria perché vengano raddoppiate le borse di specializzazione e vengano fatti investimenti seri sulla qualità della ricerca e in università. Abbiamo bisogno di più medici per poter restituire al paese un diritto alla salute che sia realmente tale».
Chi ha sostenuto e completato la prova conferma la difficoltà del test, che prevedeva 18 domande di biologia, 12 di chimica e cultura generale, 10 di logica e 8 di matematica e fisica. «Un test dello stesso livello rispetto agli scorsi anni, la difficoltà delle domande di cultura generale forse era un po' più bassa - afferma una studentessa che ha sostenuto la prova in ateneo. Una specie di mix fra quello del 2017 e quello del 2018, in definitiva è stato abbastanza difficile».
Un po' dappertutto si sono registrate «Aule molto piene, anche se in alcuni casi erano appena in venti o trenta nello stesso posto a sostenere l'esame», continua la studentessa. Come per le scorse edizioni, anche il test d'ammissione 2019 è stato caratterizzato da severi controlli all'ingresso per impedire l'introduzioni di smartphone, tablet e altri dispositivi digitali. «I controlli sono stati molto rigidi - continua la ragazza che ha sostenuto la prova - hanno chiesto che mostrassimo il mav e il documento d'identità. Siamo passati tutti dal metal detector e abbiamo consegnato le apparecchiature elettroniche».