Pocket Orchestra
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Eventi e cultura

Serata di beneficenza all'AncheCinema Royal con la Pocket Orchestra

Quanto ricavato andrà ad UNITALSI, BariViva ha intervistato alcuni membri del gruppo

Questa sera alle 21 all'AncheCinema Royal, si terrà un concerto di beneficenza per UNITALSI, associazione cattolica al servizio dei più bisognosi, organizzato dal suo presidente Beppe De Serio. Per l'occasione a dare colore a questa serata ci sarà lo spettacolo della Pocket Orchestra, una piccola orchestra di sette musicisti costituita da quattro strumenti a fiato con Alberto Di Leone alla tromba e al filicorno, Mike Rubini al sax alto, Francesco Lomangino al sax tenore e flauto, e Vito Andrea Morra trombonista e curatore degli arrangiamenti dell'orchestra. Alla sezione ritmica invece con Fabio delle Foglie alla batteria, Gianluca Fraccalvieri al contrabbasso e Guido Di Leone alla chitarra e leader, ideatore e direttore dell'Orchestra. In diverse occasioni la Pocket Orchestra ospita il percussionista Enzo Falco e le voci di Piero Dotti e Francesca Leone.

Siamo stati al Pentagramma di Bari, una scuola di musica specializzata nella tecnica di improvvisazione e nelle ritmiche afroamericane. Qui si svolgono corsi di musica jazz, classica, rock, pop, funky, blues ed etnica. Tante le attività organizzate in collaborazione con l'Associazione Culturale Duke Ellington, dalle lezioni dedicate alla storia della musica alle masterclass con artisti, musicisti e cantanti nazionali ed internazionali, noti al panorama della musica jazz

Qui abbiamo incontrato Francesca Leone una delle voci della Pocket Orchestra. «È una bellissima occasione ed una opportunità far parte di questa orchestra – ci racconta – perché in genere per una cantante è bellissimo cantare con altre voci, ma anche da solista con una formazione da trio o da quartetto, fino alla estensione della Pocket. In realtà siamo nove, e spesso canto con Piero Dotti che sarà presente a questa serata di beneficenza. Per me la Pocket Orchestra ha rappresentato anche la possibilità di registrare uno dei miei dischi».

Un aspetto dell'orchestra è la musica brasiliana legata al Jazz Samba. E se citiamo Querida ci riferiamo ad uno degli ultimi lavori di Francesca Leone con la formazione della Poket Orchestra dove è possibile ascoltare musica brasiliana bossa nova, adorata da Leone, un disco arrangiato da Vito Andrea Morra. «Se penso a Querida – ci spiega Leone – penso a Laura, la mia bambina. É il brano originale che fa parte del disco composto da me e da Guido di Leone. In realtà lui ha composto la melodia e l'armonia, ed io ho scritto il testo dedicato a Laura, nostra figlia. La nostra Querida, che è vuol dire Amore, Tesoro, Cara».

Nasce 8 anni fa la Pocket Orchestra con l'intento di avere un collettivo più grande del solito trio o di una piccola formazione, e di suonare brani originali hard bop e west coast di carattere strumentale. Nel tempo il ruolo iniziale di protagonista solista di Guido di Leone nella Pocket si è equilibrato con gli altri concertisti dell'Orchestra, e adesso è leader solo in alcuni brani eseguiti. L'obiettivo è quello di rispolverare vari tipi di repertori.

«Con l'avvento della nuova ondata del lindy hop, il ballo swing, che si sta divulgando in tutta Italia – ci spiega Guido di Leone – abbiamo studiato e ci siamo specializzati anche nelle esecuzioni di arrangiamenti trascritti e adattati da Vito Andrea Morra. Alcuni brani sono originali e presi dall'orchestra di Glenn Miller, o dalle orchestre dell'epoca, ma trascritti per questa formazione un po' atipica».

«Ringrazio Guido per avermi accolto nella Pocket Orchestra – ci tiene a dire Vito Andrea Morra, arrangiatore – Con la scusa che io faccio l'arrangiatore mi ha chiamato anche per suonare il trombone, ci sarebbe di meglio, però lui si accontenta, ed io sono contento così. La Pocket Orchestra è una occasione fantastica per chi scrive, perché abbiamo la possibilità di divertirci con vari generi e repertori, e di sperimentare soluzioni ardite. Facendo dei trucchi e dei giochi di prestigio tecnici di scrittura, riusciamo a realizzare con quattro fiati quello che si dovrebbe fare con una grande orchestra. Cerchiamo di ritrovare lo stesso suono, con delle limitazioni che riusciamo a mascherare e quindi riusciamo a rendere la sonorità dell'orchestra, più grande di quella che è in realtà».

Nessun trucco però, ma la capacità di un arrangiatore con abilità tecniche e conoscenza della musica, oltre che passione per la stessa. Il punto di forza di questa orchestra è proprio la sua identità sonora, talmente forte e riconoscibile che permette di spaziare anche in generi diversi mantenendo una identità molto forte, perché i musicisti che la compongono, anche da solisti, hanno un modo di suonare molto personale e riconoscibile, trasferendo una identità stilistica all'orchestra, a prescindere dal repertorio che affronta.

«Per questa serata di beneficenza faremo un qualcosa che solitamente si evita di fare – ci spiega Guido Di Leone – un repertorio con stili diversi che di solito è tipico del musicista da intrattenimento che tende a dare varietà. Noi siamo più concertisti che musicisti da intrattenimento, quindi preferiamo dare una identità al gruppo e alla serata. Anche il repertorio brasiliano solitamente lo separiamo del tutto, ma in questa occasione di beneficenza si farà uno spettacolo con tre repertori diversi. Swing classico, composizioni jazz più ricercate e da concerto, e il repertorio brasiliano legato alla sonorità predominante del samba. Un repertorio variegato».

L'anima della Pocket Orchestra la conosciamo meglio proprio grazie a Guido Di Leone, ideatore e direttore che si racconta come musicista: «Esiste il musicista turnista, capace di passare da uno stile ad un altro con una facilità estrema e che solitamente studia questo approccio. E il musicista più artista che dipende dal limite dello stesso. Io mi reputo uno di questi, non per farmene un vanto ma perché non so suonare diversamente da come suono e questo è un limite. Ma automaticamente se affronto qualunque tipo di repertorio, nel mio limite sono sempre me stesso. Se dovessi suonare una chitarra con il distorsore la suonerei esattamente come suono la chitarra jazz. Quindi questa da un lato può essere un limite, perché effettivamente nessuno mi chiama per fare un assolo alla Jimi Hendrix o alla George Benson, ma alla fine si tramuta in una nota positiva».

«Nella Pocket Orchestra – sottolinea – ognuno è un musicista con una forte identità. Quindi nel momento in cui affrontiamo un repertorio brasiliano lo affrontiamo secondo le nostre peculiarità. Vito Andrea Morra è l'unico che essendo un arrangiatore saprebbe scrivere gli arrangiamenti anche diversamente da come in effetti poi li fa. Solo nel repertorio swing ci abbiamo messo più lo studio, perché non è facile sia dal punto di vista degli arrangiamenti che della esecuzione, cercare di avvicinarci alla sonorità dell'epoca. Però per noi è un fatto di studio e difficilmente incideremmo un disco con gli arrangiamenti dello swing che, per quanto siano divertenti, c'è solo lavoro professionale ed in questo caso siamo più dei turnisti che realmente degli artisti che danno del proprio».
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