Incendio Japigia
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Territorio

Roghi nelle campagne, la denuncia del Comitato Cittadini di Japigia

Ai microfoni di BariViva sottolineano la frequenza dei fenomeni e dicono: «Le istituzioni non si rendono conto della gravità della situazione»

Una situazione difficile da sostenere, e che ormai va avanti da quasi due anni. Frequenti roghi che all'imbrunire riempiono l'aria di fumo e impediscono di tenere aperte le finestre obbligando le famiglie a barricarsi in casa, anche d'estate. Questa la denuncia che ormai dal lontano settembre 2016 portano avanti i volontari riunitisi in comitato del Comitato Cittadini di Japigia. Stanchi di respirare odori cattivi e malsani hanno intrapreso una lotta che per ora non ha ancora visto una fine, in attesa di avere riscontri dal comune di Bari, dall'Arpa Puglia e dalle forze dell'ordine.

«Il problema dei roghi c'è sempre stato a Japigia – dichiara a BariViva il Comitato Cittadini di Japigia – ma a partire da settembre/ottobre 2016 è diventata una cosa pesante, perché ormai si tratta di ogni sera. Iniziano a bruciare all'imbrunire, e si sentono odori tremendi di gomma bruciata, di plastica bruciata che invadono le case e siamo costretti a barricarci nelle nostre abitazioni. Da allora ci siamo costituiti come comitato di fatto col nome "Comitato Cittadini di Japigia". In questo modo abbiamo iniziato un'opera di sensibilizzazione, la nostra prima denuncia infatti risale ad ottobre 2016».

«Tra le altre cose, abbiamo anche fatto una raccolta di firme – proseguono – presentata a novembre 2016 con oltre 1400 aderenti, con una petizione che riportava quattro richieste puntali al sindaco Antonio Decaro. Questa raccolta reca la data timbrata del 15 novembre 2016, ma ad oggi ancora non è stato fatto nulla. Da parte nostra i rilievi sono stati molto circostanziati, abbiamo effettuato rilievi fotografici, tramite l'utilizzo di Google Earth e Google Maps, e da essi era possibile evidenziare le differenze dagli anni precedenti, vedendosi chiaramente le aree che ora erano bruciate. Abbiamo anche presentato un piccolo studio fatto inter nos in cui andavano ad incrociare le telefonate che arrivavano alla Municipale con la direzione dei venti, e da questo lavoro sono venute fuori una serie di aree che teoricamente potevano essere interessate dai fenomeni. Cosa poi ritrovata successivamente quando abbiamo organizzato una passeggiata al Maab (la zona vicino all'Ikea)».

«In quell'occasione – sottolineano – abbiamo trovato rifiuti di ogni genere riconducibili principalmente a cantieri edili. Sappiamo tutti che è ripresa la ricostruzione a Japigia, anche se non sappiamo se questa cosa possa essere in qualche modo legata ai fenomeni che ci preoccupano, su questo possiamo solo fare ipotesi. Comunque ciò che abbiamo ritrovato, plastica, gomma, carcasse di frigoriferi, tubazioni industriali rimandano al discorso edile. Noi avevamo anche avviato grazie anche alla collaborazione dell'assessore all'ambiente, Pietro Petruzzelli, uno studio in collaborazione con Arpa Puglia. Tramite un certo numero di segnalatori/recettori si doveva segnalare sul portale la presenza di odori sgradevoli riconducibili ad una serie di categorie. Noi cittadini dovevamo quindi trasmettere queste segnalazioni tramite il portale dell'Arpa Puglia».

«Questo monitoraggio però – spiegano – è nato ad aprile 2016, e ad oggi stiamo richiedendo i dati che sarebbero già dovuti essere estrapolati. Purtroppo, questa cosa sta andando per le lunghe, stiamo insistendo per avere i risultati che speriamo possano non solo confermare quanto fatto da noi, ma darci ulteriori elementi che con la nostra strumentazione non potevamo ottenere. Il comune ci sta supportando in questa cosa, ma purtroppo ha dei tempi lunghi legati alle pratiche burocratiche. Sottolineiamo che in occasione della visita al Maab avevamo fatto richiesta di installazione di foto-trappole nella zona, ma ad oggi non sappiamo se la cosa sia stata fatta o meno. D'altronde in caso di indagini in corso non lo vengono a dire a noi, ma ci piacerebbe capire qual è ad oggi l'evoluzione delle cose, e l'effettivo impegno dell'amministrazione e delle forze dell'ordine».

«Ciò che non riusciamo a mandare giù – concludono – è a volte le risposte che otteniamo. In merito all'ultimo caso di pochi giorni fa, la chiamata alla polizia municipale per denunciare un rogo in corso ha avuto come risposta "non è nostra competenza, ma di Triggiano". Ti cadono le braccia, quando poi da Triggiano risponde un risponditore automatico per un'emergenza. Questo ci fa capire che non c'è una sensibilità al problema, a partire proprio dalle istituzioni che non si rendono conto della gravità della situazione. Non parliamo di un fenomeno circoscritto, parliamo di un fenomeno diffuso in tutte le campagne abbandonate che si prestano ad essere oggetto di questo traffico di rifiuti. Non riusciamo davvero a comprendere come sia possibile che in tutto questo tempo non si sia riusciti a mettere in atto uno strumento preventivo contro determinati fenomeni. È in atto, ed è evidente, una operazione di smaltimento illegale di rifiuti tramite roghi, a questo punto ci chiediamo qual è lo strumento che adotta la polizia municipale o l'amministrazione per gestire il problema? Un'attività di monitoraggio sarebbe fondamentale per prevenire. I Rangers d'Italia, intervenuti a nostro supporto, conoscono bene il territorio e hanno più volte segnalato le zone interessate dai roghi. In altre zone d'Italia si sono create collaborazioni tra amministrazione e associazioni, a Bari purtroppo tale supporto non è stato ancora sfruttato».

Da parte sua l'assessore Pietro Petruzzelli, interpellato in merito, ha spiegato che l'Arpa sta ancora finendo di estrapolare i dati venuti fuori dal monitoraggio dei cittadini e che si sta, anche: «aspettando la disponibilità dell'Arpa per avere una data in cui presenteranno i risultati del monitoraggio».
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