stanza rosa
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Servizi sociali

Al Policlinico di Bari nasce la nuova "stanza rosa" per le vittime di violenza di genere

I locali sono dedicati ad Anna Costanzo, uccisa dieci anni fa dal compagno. Emiliano: «La Regione sostiene questa battaglia drammatica»

Nel nuovo pronto soccorso del Policlinico di Bari nasce la rinnovata stanza rosa "Anna Costanzo", dedicata all'accoglienza delle vittime di violenza di genere. Un presidio rinnovato nell'ambito dei lavori di ristrutturazione del pronto soccorso, che nasce dal protocollo di collaborazione "binario rosa", sottoscritto nel 2013 da Comune di Bari, Policlinico di Bari, Regione Puglia e associazioni. La stanza rosa è intitolata ad Anna Costanzo, vittima di femminicidio, uccisa dieci anni fa dal suo ex compagno nella notte tra il 10 e l'11 luglio del 2009.

Lo spazio protetto per donne, minori e anziani vittime di violenza è il cuore delle procedure e consulenze previste proprio dal binario rosa, un progetto sperimentale finalizzato all'istituzione nel pronto soccorso del Policlinico di Bari del 'codice rosa, assegnato a tutte le vittime di violenza e maltrattamenti.

«Ero sindaco di Bari nel 2013 - ha detto Emiliano - quando costruimmo con la Procura il percorso del Binario rosa, perché uno dei luoghi dove la notizia di reato viene acquisita è proprio il Pronto soccorso. In sanità la cosa più importante sono le persone e in questo caso la collaborazione serve a consentire alle notizie di reato di essere acquisite senza aggiungere un trauma supplementare, serve a mettere le vittime nelle mani giuste. Perché la stanza rosa e anche un luogo di formazione che viene gestito con professionalità e il giusto approccio. Come Regione stiamo provando a sostenere questa battaglia drammatica. Il bollettino delle donne uccise come Anna è impressionante, insopportabile. Occorre un lavoro sui cittadini fin da piccoli per far capire come impostare relazioni positive. Oltre alla difesa, vorrei provare a costruire a livello regionale, anche sperimentando, politiche per sottrarre i bambini alla cultura della violenza sulle donne, come abbiamo fatto con i progetti di antimafia sociale. A cominciare dalle scuole, con la delicatezza del caso, visto che si parla di famiglia e di amore, al fine di costruire politiche contro il femminicidio e atti di violenza che siano azioni quotidiane nella vita di tutti i cittadini pugliesi».
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Emiliano ha parlato del sistema che la Regione Puglia ha dispiegato su tutto il territorio per sostenere le donne e i soggetti più deboli a denunciare compiutamente episodi di violenza, anche reiterata, e a identificarli con precisione: «Abbiamo raddoppiato i fondi regionali in questa materia e siamo l'unica regione che dà il reddito di dignità alle donne vittime di violenza. In molti casi - ha detto il governatore - qualcuno scambia persino la violenza come manifestazione d'amore o affetto. È importante avere questi luoghi dedicati, dotati di privacy e personale qualificato che, partendo dal tipo di lesioni e dalle frasi riferite, avviano con il Binario Rosa una procedura anche di tipo giudiziario dove le forze di polizia e la magistratura intervengono con la delicatezza del caso».

Con la ristrutturazione dell'intero pronto soccorso, la stanza rosa oggi ha una sistemazione migliore e più adeguata alle esigenze. Questo presidio è stato ristrutturato e ampliato secondo i criteri contenuti nelle linee guida di hospitality, l'accoglienza nelle strutture sanitarie pugliesi, il progetto della Regione Puglia, dipartimento Promozione della salute, realizzato dall'agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio (ASSET) in collaborazione con l'agenzia strategica regionale per la salute e il sociale (ARESS).

Sono intervenuti alla inaugurazione della nuova Stanza il direttore sanitario del Policlinico di Bari, Matilde Carlucci, il direttore del Pronto soccorso Vito Procacci, in rappresentanza del Procuratore generale il magistrato Alessio Coccioli, il Garante regionale dei diritti dei minori, Ludovico Abbaticchio, il Presidente del Comitato Unico di Garanzia Regione Puglia, Magda Terrevoli, in rappresentanza del Centro Antiviolenza "Paola Labriola", Maria Pia Vigilante e i fratelli di Anna Costanzo, Francesco e Michele.

Caratteristiche della stanza rosa


Lo spazio consiste in un ambulatorio specifico e attrezzato, rivolto a donne, minori e in generale alle categorie deboli vittime di violenza fisica, sessuale e psicologica
che hanno diritto ad avere una precedenza nella refertazione e nella visita.

Il binario rosa è dunque un percorso di tutela che inizia al momento della presa in carico all'interno del Pronto Soccorso e, attraverso l'attribuzione di un codice di triage specifico, attiva un pool multidisciplinare (TMD), composto da personale sanitario (medici, infermieri, psicologi), assistenti sociali e operatori del terzo settore (Centri antiviolenza e Case rifugio) ed eventualmente dalle forze dell'ordine, laddove richiesto dalla vittima o da obblighi di legge.

Un gruppo di lavoro Aziendale, negli ultimi mesi, ha lavorato alla revisione e miglioramento di questo percorso, anche alla luce delle leggi in materia, delle linee guida nazionali, e delle direttive regionali.

Le vittime di violenza sono accolte in una stanza dedicata all'interno del Pronto Soccorso, dove si trovano gli strumenti necessari per procedere alla visita e dove vengono create le migliori condizioni per l'accoglienza delle vittime, garantendo il rispetto della privacy e della riservatezza.

Linee guida hospitality


Le Stanze Rosa – con gli annessi pannelli informativi ambientali - sono previste per tutti i Pronto soccorso regionali, come contemplato nelle Linee guida Hospitality.

Le Linee offrono un'innovativa visione integrata dei servizi di accoglienza per pazienti e utenti. Definiscono un sistema identitario, comune e riconoscibile per gli ospedali, i Presidi Territoriali di Assistenza (Pta) e la rete dei centri territoriali di assistenza (poliambulatori, consultori, centri vaccini etc), declinando soluzioni esecutive, sostenibili e specifiche per la Puglia. Sono applicabili sia per il graduale adeguamento dei plessi preesistenti sia per la realizzazione di nuove strutture sanitarie. Pilastri delle Linee Guida sono il sistema identitario visivo, declinato e integrato con segnaletica, allestimenti e arredi, governance e formazione.

Dotazione finanziaria

Il Piano integrato degli interventi 2019/2020 vale quasi 11 milioni di euro. La Regione Puglia, negli ultimi anni, ha raddoppiato i fondi contro la violenza, valorizzando anche due azioni del POR. Prima fra tutte, il Red, il reddito di dignità, azione per la quale sono stimati 2mlioni e mezzo di euro. La Puglia è l'unica regione che dà il reddito di dignità alle donne vittime di violenza. L'altra azione del POR valorizzata è la 9.5 per i percorsi di formazione professionale e inclusione socio lavorativa, per i quali sono stimati oltre 3 milioni di euro.

Strategia regionale


L'impegno sull'omogeneità dei percorsi per le donne che subiscono violenza, è uno dei pezzi della strategia regionale di prevenzione e contrasto della violenza di genere che ha avuto e continua ad avere l'obiettivo sviluppare e consolidare un sistema di servizi e interventi stabili, diffusi e qualificati su tutto il territorio regionale.

La Regione, infatti, sostiene la rete dei servizi antiviolenza riconoscendo il ruolo fondamentale dei centri antiviolenza nella costituzione e funzionamento delle reti locali di intervento a sostegno delle donne.

Gli interventi programmati e finanziati, oltre che sul consolidamento della rete di servizi, si sviluppano nella direzione della prevenzione e del necessario cambiamento culturale.

Numeri del piano integrato per la prevenzione della violenza di genere


Dai dati raccolti dall'Osservatorio regionale, dal 2015 al 2018, emerge che sono state più di 6.300 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza, con un aumento di più di 200 donne nel 2018 (1.750 vs 1.560 nel 2017), risultato dovuto sia alla presenza più capillare dei CAV sul territorio sia agli effetti della campagna di comunicazione regionale realizzata nel 2018 dal titolo "Volta le spalle alla violenza" di promozione del numero verde nazionale 1522 al quale sono collegati tutti i centri antiviolenza pugliesi.

Per il 90% dei casi, le donne sono di nazionalità italiana e nel 93% dei casi, la violenza si consuma in famiglia: infatti, nell'81% dei casi gli autori delle violenza sono il partner e l'ex partner, nel 12% " parenti"; le donne più "esposte" alla violenza sono le coniugate (38%), seguono le donne nubili (28%) e le donne separate/divorziate (26%). La violenza è trasversale alle fasce di età, ai titoli di studio, alla condizione lavorativa anche se la percentuale più alta viene registrata tra donne che hanno età compresa tra i 30 e i 49 anni (60%); significativa anche la percentuale delle donne di età compresa tra i 18-29 anni (15%). La mancanza di lavoro è un problema per molte delle donne che subiscono violenza: solo il 28% ha un'occupazione stabile; il 44% del totale non lavora, il 19% ha un'occupazione precaria.

Servizi specialistici antiviolenza in Puglia

27 centri antiviolenza
65 sportelli di ascolto dei centri antiviolenza
10 case rifugio ad indirizzo protetto e 7 case di seconda accoglienza per complessivi 120 posti letto

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