paganese bari. <span>Foto Ssc Bari</span>
paganese bari. Foto Ssc Bari
Calcio

Dominio, sofferenza e fortuna. Per il Bari tre punti che valgono oro

Biancorossi premiati nella partita dai due volti coltro la Paganese. E ora le ultime battute di mercato

Vittoria, sconfitta, pareggio. Gli elementi fondativi del calcio, dai contorni a volte sfuggenti e sfumati. E, ogni tanto, per rendere più netto il confine fra un successo, un mezzo passo falso e un doloroso rovescio serve l'intervento cieco della dea fortuna. Stavolta la buona sorte volta il capo in direzione del Bari, con un ampio e benevolo sorriso stampato in volto. Gli zefiri fortunati soffiano sul pallone calciato da Castaldo al 95' e lo mandano a schiantarsi contro il palo, regalando ai galletti di Mignani una vittoria che vale ben più dei tre punti in classifica.

Finisce 1-2 per i biancorossi, che battono la Paganese fuori casa, in una partita pazza, infinita, con almeno un paio di volti. Eppure l'andamento ondivago degli eventi si spiega con le parole, sincere e cristalline, di Giacomo Ricci nel post partita: «Nel primo tempo abbiamo dominato e a un certo punto ci siamo sentiti belli», ha detto il terzino, aggiungendo che «Siamo in serie C e non in B, qui c'è da fare la "guerra"».

Già, la guerra. Uno dei (pochi) limiti di questo Bari sta nella difficoltà di capire quando assaltare di sciabola e quando di fioretto; cambio d'arma che può rendersi necessario anche all'interno della stessa sfida. Sì, perché il primo tempo è dominio biancorosso, un assolo dei galletti di Mignani anche in condizioni precarie. Ricci all'11' si procura di mestiere il rigore che Antenucci realizza un minuto dopo, poi Mallamo al 27' arrotonda con un destro preciso da fuori. Tutto liscio: il Bari fa gioco, diverte e si diverte. E non era facile: Mallamo fa gli straordinari spostandosi sulla trequarti per sostituire l'infortunato Botta, la coppia di terzini Belli-Ricci non fa rimpiangere i più esperti Pucino (squalificato) e Mazzotta (febbricitante), il dinamismo di Cheddira toglie punti di riferimento alla imprecisa difesa campana. Fra gli assenti, poi, figura anche un nome tutt'altro che banale, come quello dello squalificato D'Errico, sostituito impeccabilmente da Maiello, arrivato in biancorosso da meno di 24 ore e con mezzo allenamento agli ordini di Mignani. Il centrocampista ex Frosinone è l'elemento che mancava alla mediana biancorossa: fosforo sì, ma anche ordine, equilibrio e tanto - preziosissimo - lavoro in ripiegamento.

Insomma, ce n'è abbastanza, dopo la mezz'ora di gioco, per pensare a un pomeriggio di routine. Ma così non è, innanzitutto perché il Bari torna a palesare qualche problema nel gestire la palla in sicurezza per poi colpire e chiudere la partita. E, poi, perché il fascino - come sottolineato da Ricci - di guardarsi allo specchio e vedersi belli è ammaliante ma anche parecchio rischioso. Quindi, quando Mallamo si fa male e i biancorossi rimangono momentaneamente in dieci per perfezionare il cambio, arriva l'imprevisto: Frattali fa il miracolo su Tommasini, ma nulla può sul tap-in di Castaldo che riapre la partita all'improvviso.

Nella ripresa Mignani prova a dare un segnale, gettando nella mischia Simeri al posto dell'infortunato Mallamo (da capire le sue condizioni, un elemento che non si può perdere per nessuna ragione) e chiedendo ad Antenucci di andare ad agire sulla trequarti per mantenere l'assetto offensivo e "spaventare" gli avversari. Ma qualcosa non va, e il Bari si abbassa pericolosamente. La stanchezza e la precarietà della formazione biancorossa si fanno sentire, la Paganese di Grassadonia schiaccia sull'acceleratore con l'ingresso di Diop e la difesa ospite balla clamorosamente; serve un super Frattali per chiudere la porta in faccia a Castaldo. La scelta finale di Mignani è un chiaro "mayday": fuori Antenucci, Maiello e Scavone, dentro Di Gennaro, Gigliotti e Di Cesare, per un passaggio dal 4-3-1-2 al 3-5-2 e, infine, al 5-3-2. Ma difendersi non è la qualità migliore di questo Bari, che in pieno recupero rischia la beffa: Frattali atterra Diop in area (ma i dubbi restano) e l'arbitro Giordano fischia il rigore al 95'. Il resto? È storia: la dea bendata vuole bene ai galletti e volta le spalle a Castaldo, che spara sul palo il pallone di un pareggio che la Paganese avrebbe sta-meritato.

Dal dominio totale alla sofferenza, premiata dalla fortuna. Una partita, quella del Marcello Torre, che ci restituisce una trama complessa e inaspettata, piena di tutte quelle variabili che solo il calcio sa mettere nel piatto in quantità crudelmente liberali. Alla fine la spuntano i galletti, che portano a casa un successo dal peso specifico enorme. Sì, perché vincere nei momenti di difficoltà vale doppio, soprattutto - poi - se chi ti insegue non riesce a fare altrettanto. Monopoli e Francavilla non si fanno male nel derby, i biancoverdi pugliesi si fanno agganciare dai biancoverdi campani dell'Avellino: traduzione, il vantaggio del Bari sale a +9 dalle seconde. Un margine importante, anche se non ancora rassicurante. C'è ancora da imparare a fare la "guerra" per arrivare fino in fondo guardando gli altri dall'alto in basso. Il mese di febbraio, già a cominciare dalla sfida di mercoledì contro il Monterosi in trasferta, sarà rivelatore, in un senso o nell'altro.

Una mano potrebbe arrivare dall'ultimo giorno di mercato. Sistemate le uscite di Lollo, Bolzoni, Marras, Semenzato e De Risio e accolto l'ottimo Maiello, per Polito ci sono ancora altre operazioni da portare a termine, o almeno da provare. Servirebbe qualcosa in difesa, oltre a qualcuno che sostituisca Botta e delle alternative in attacco e a centrocampo, lì dove (come sembra) Citro e Di Gennaro dovessero salutare. Operazioni di puntello in vista della volata finale. Con una certezza: per il Bari l'avversario più pericoloso è solo se stesso.
  • ssc bari
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