Regionali Puglia, fra Emiliano e Fitto è battaglia a colpi di sondaggio

Entra nel vivo la campagna elettorale in vista delle regionali in Puglia del prossimo 20-21 settembre, e si scatena la "battaglia" politica a colpi di sondaggi. Nelle ultime ore sono state pubblicate due rilevazioni, una dell'istituto Tecné, l'altra dell'agenzia Gfp. Entrambi i sondaggi tengono in considerazione un campione di circa mille elettori.

La rilevazione di Tecné, commissionata da Fratelli d'Italia, vede in netto vantaggio il candidato della coalizione centrodestra Raffaele Fitto, dato fra il 40 e il 44 percento. Staccato il rivale di centrosinistra Emiliano, fermo fra 35 e 39 percento; Antonella Laricchia, candidata del Movimento 5 stelle, si attesta fra 13 e 17 percento. Indietro gli altri candidati: Ivan Scalfarotto (ItaliaViva, +Europa, Azione) si piazza fra 2,5 e 6,5 percento, mentre tutti gli altri vanno dallo 0,5 al 2,5 percento. I dati della rilevazione sono stati attinti da un'indagine del 5-6 agosto, con il 48 percento che ha dichiarato l'intenzione di voto e un 52 percento che si è detto indeciso o astenuto. Il campione è di circa un migliaio di cittadini elettori.

Cambia completamente lo scenario osservando il sondaggio commissionato dal centrosinistra a Gfp: in questa rilevazione Michele Emiliano è in testa con il 42,3 percento, con Raffaele Fitto staccato di oltre quattro punti (37,9 percento). Più indietro Antonella Laricchia, candidata del M5s, ferma al 16,1 percento. Ivan Scalfarotto (Italia Viva, Azione e +Europa) si ferma al il 2,1 percento, Mario Conca (Cittadini pugliesi - Conca presidente) allo 0,9 percento e Pierfranco Bruni (Movimento Sociale Fiamma Tricolore) allo 0,7 percento.

La ricerca è stata svolta da Gpf con tecnica di rilevazione Cati su un campione di 1.501 individui, rappresentativo della popolazione maggiorenne residente in Puglia per quote di genere, età, provincia di residenza. L'estensione territoriale è l'intero territorio regionale. La rilevazione è stata condotta tra il 27 e il 31 luglio. Il totale dei "non sa", "non risponde" e "non voto" è del 33 percento.