
Scuola e Lavoro
Elezioni Politecnico di Bari, tre domande al candidato Mario Daniele Piccioni
Il perché della propria candidatura, una sintesi del programma ed il futuro del Poliba
Bari - mercoledì 26 giugno 2019
15.30
Con le elezioni alle porte per la carica di Rettore del Politecnico di Bari, abbiamo chiesto ai candidati di rispondere a tre domande che ci illustrano il perché della propria candidatura, una sintesi del programma ed il futuro del Politecnico di Bari. Il quarto candidato che vi presentiamo è il Prof. Ing. Mario Daniele Piccioni, docente di "Scienza delle Costruzioni", Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell' Architettura. In questi ultimi anni il professore ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione del Politecnico per due trienni, del Senato Accademico per un triennio ed è stato delegato alla contrattazione sindacale del Politecnico di Bari per cinque anni. Ha tenuto gli insegnamenti e le commissioni di esame per i corsi ufficiali di Statica, Scienza delle Costruzioni, Meccanica delle Strutture e Metodi Computazionali. E' stato inoltre componente del Gruppo di riesame della Laurea Magistrale a ciclo unico in Ingegneria Edile-Architettura. Ha tenuto il corso di Aspetti strutturali dei monumenti antichi per la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico di Bari, ed ha insegnato in corsi di Master e di Alta Formazione. Intensa è stata l'attività di ricerca, testimoniata da numerose pubblicazioni su importanti riviste internazionali, e che si è sviluppata su problematiche sia di fondamento che applicative riguardanti la meccanica dei solidi, la meccanica dei materiali, la meccanica delle strutture, la meccanica sperimentale. L'attività di ricerca è stata arricchita anche da collaborazioni con ricercatori italiani e esteri. Ecco il curriculum del professore.
Professore, ci illustri il perché della sua candidatura?
"La responsabilità di mettere al servizio questi sei anni nasce dal bisogno di rappresentare un binomio che è quello della identità e della collegialità. Identità per mettere al centro del Politecnico di Bari i caratteri distintivi e costitutivi dell'area dell ingegneria e dell'architettura per visualizzare e tessere i giusti rapporti sul territorio, nella Regione e nel nostro Paese. La Collegialità invece nel senso di condividere in maniera ampia e democratica un pensiero ed un progetto di crescita per il Politecnico che sia in grado di mettere al centro la costruzione di un pensiero condiviso dai docenti, dal personale tecnico amministrativo e dagli studenti sulle linee strategiche per la crescita del Politecnico di Bari".
Quali sono in sintesi le novità descritte nel suo programma che intende introdurre e portare avanti, se sarà eletto?
"Una rivisitazione dei dipartimenti è tra le novità e la cosa più innovativa sono le scuole, perché le scuole oggi non ci sono; e penso a una scuola di ingegneria e una scuola di architettura e design questo perché gli aspetti formativi, il percorso formativo degli ingegneri e degli architetti hanno ad oggi delle peculiarità differenti tra ingegneri e architetti, riconosciute virtuose sia dalle migliori scuole italiane ed europee: credo che per rappresentare bene le modalità, e le tipologie e i carattere distintivi di questi percorsi formativi, sia necessario fare due scuole distinte. Un altro aspetto innovativo è certamente la programmazione che è l'atto con cui il Politecnico di Bari decide di distribuire le risorse, i cosiddetti punti organico che il Ministero mette a disposizione sia per il personale tecnico amministrativo e bibliotecario che per i docenti. La programmazione che auspico è una programmazione in cui l'esercizio avviene all'interno dei settori scientifico disciplinari, dei dipartimenti e delle scuole quindi è sicuramente una programmazione che non vede un borsino del Rettore: non si può in maniera autoritaria più che autorevole decidere i settori scientifico disciplinari o le aree da premiare con criteri che spesso diventano personali e non interpretano le delibere dei dipartimenti. Quindi una programmazione che sia lunga, e pluriennale e che intrecci il piano culturale dei dipartimenti e il piano strategico del Politecnico di Bari. Una novità su cui mi piacerebbe lavorare è pensare a una forte alleanza con l'università di Bari. Il Politecnico e l'Università sono sulla stessa città e lavorano su aree complementari ma si possono creare grandi sinergie soprattutto sull'alta formazione quindi su campi di specializzazione dove sia l'Università di Bari che il Politecnico hanno un lavoro scientifico e decenza a disposizione, pensiamo ad esempio a Taranto: credo che per far decollare un'offerta formativa su Taranto bisogna pensare a una formazione di eccellenza distintiva ed esclusiva per il territorio Tarantino cioè io prediligerei i corsi triennale su Bari e proporrei su Taranto temi tipici del territorio come per esempio l'aereo spazio, l'ambiente, il paesaggio, l'archeologia, il restauro, l'edificato storico monumentale. Su questi temi immagino un'offerta di alta formazione esclusiva solo per Taranto in modo tale che anche l'ingegnere triennale laureato a Bari e residente a Bari per seguire questa offerta formativa prenderà il treno per seguirla a Taranto ove trova le biblioteche ed i laboratori su questi temi. In maniera analoga ci si può approcciare a Foggia in questo caso pensando a delle convenzioni con l'università di Foggia : un tema ad esempio che da tanto tempo vive in quel territorio è quello dell'agroalimentare. Ora non so se noi avremmo le risorse per coprire oltre Bari e Taranto anche Foggia ma se c'è un modo per offrire una formazione di eccellenza anche al territorio di Foggia è certamente in collaborazione, in alleanza con le istituzioni che già lavorano sul territorio".
Quale sarà il futuro del Politecnico?
"Il futuro del Politecnico come delle Università del Sud credo stia nella capacità di mettere a disposizione carismi e ricchezze e capacità intellettuali, anche dei respiri lunghi, capaci di intessere rapporti con i ministeri su temi strategici per il paese che possano essere un investimento chiaro verso le problematiche di interesse per il paese. Penso alla ricchezza dell' edificato storico monumentale penso alle problematiche delle infrastrutture e delle grandi opere di ingegneria progettate e costruite negli anni '60 '70 stanno andando "in pensione" senza una visita medica e credo quindi che i temi dell' ingegneria della manutenzione della sicurezza, la capacità di leggere lo stato di salute delle strutture così come si fa per le ali dell'aereo o per i componenti meccanici sia certamente un' area molto larga in cui sia l'ingegneria industriale che civile può intessere i giusti rapporti, le giuste attività formative e di ricerca da mettere a disposizione certamente per il territorio nostro ma in particolare anche per il Ministero delle infrastrutture. E quindi penso a temi che debbano essere strategici per il nostro territorio: come quello dello aerospazio, dell'industria meccanica e della meccatronica. Penso a tutti quei corsi di alta formazione che in qualche modo inseguono quelle che sono le "mode" del mondo del lavoro. Ma penso a una università che possa essere anche guida per avere respiri più lunghi e quindi pensare a quali sono le linee strategiche del futuro per il Politecnico di Bari".
Le elezioni si svolgeranno venerdì 28 giugno. Ecco tutti gli altri candidati a cui abbiamo rivolto le stesse domande: il prof. ing Riccardo Amirante, il prof. ing Francesco Cupertino, il prof. ing. Umberto Fratino. L'ultima intervista sarà con il quinto candidato, il prof. ing. Orazio Giustolisi, docente di "Gestione dei Sistemi Idraulici", Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura.
Professore, ci illustri il perché della sua candidatura?
"La responsabilità di mettere al servizio questi sei anni nasce dal bisogno di rappresentare un binomio che è quello della identità e della collegialità. Identità per mettere al centro del Politecnico di Bari i caratteri distintivi e costitutivi dell'area dell ingegneria e dell'architettura per visualizzare e tessere i giusti rapporti sul territorio, nella Regione e nel nostro Paese. La Collegialità invece nel senso di condividere in maniera ampia e democratica un pensiero ed un progetto di crescita per il Politecnico che sia in grado di mettere al centro la costruzione di un pensiero condiviso dai docenti, dal personale tecnico amministrativo e dagli studenti sulle linee strategiche per la crescita del Politecnico di Bari".
Quali sono in sintesi le novità descritte nel suo programma che intende introdurre e portare avanti, se sarà eletto?
"Una rivisitazione dei dipartimenti è tra le novità e la cosa più innovativa sono le scuole, perché le scuole oggi non ci sono; e penso a una scuola di ingegneria e una scuola di architettura e design questo perché gli aspetti formativi, il percorso formativo degli ingegneri e degli architetti hanno ad oggi delle peculiarità differenti tra ingegneri e architetti, riconosciute virtuose sia dalle migliori scuole italiane ed europee: credo che per rappresentare bene le modalità, e le tipologie e i carattere distintivi di questi percorsi formativi, sia necessario fare due scuole distinte. Un altro aspetto innovativo è certamente la programmazione che è l'atto con cui il Politecnico di Bari decide di distribuire le risorse, i cosiddetti punti organico che il Ministero mette a disposizione sia per il personale tecnico amministrativo e bibliotecario che per i docenti. La programmazione che auspico è una programmazione in cui l'esercizio avviene all'interno dei settori scientifico disciplinari, dei dipartimenti e delle scuole quindi è sicuramente una programmazione che non vede un borsino del Rettore: non si può in maniera autoritaria più che autorevole decidere i settori scientifico disciplinari o le aree da premiare con criteri che spesso diventano personali e non interpretano le delibere dei dipartimenti. Quindi una programmazione che sia lunga, e pluriennale e che intrecci il piano culturale dei dipartimenti e il piano strategico del Politecnico di Bari. Una novità su cui mi piacerebbe lavorare è pensare a una forte alleanza con l'università di Bari. Il Politecnico e l'Università sono sulla stessa città e lavorano su aree complementari ma si possono creare grandi sinergie soprattutto sull'alta formazione quindi su campi di specializzazione dove sia l'Università di Bari che il Politecnico hanno un lavoro scientifico e decenza a disposizione, pensiamo ad esempio a Taranto: credo che per far decollare un'offerta formativa su Taranto bisogna pensare a una formazione di eccellenza distintiva ed esclusiva per il territorio Tarantino cioè io prediligerei i corsi triennale su Bari e proporrei su Taranto temi tipici del territorio come per esempio l'aereo spazio, l'ambiente, il paesaggio, l'archeologia, il restauro, l'edificato storico monumentale. Su questi temi immagino un'offerta di alta formazione esclusiva solo per Taranto in modo tale che anche l'ingegnere triennale laureato a Bari e residente a Bari per seguire questa offerta formativa prenderà il treno per seguirla a Taranto ove trova le biblioteche ed i laboratori su questi temi. In maniera analoga ci si può approcciare a Foggia in questo caso pensando a delle convenzioni con l'università di Foggia : un tema ad esempio che da tanto tempo vive in quel territorio è quello dell'agroalimentare. Ora non so se noi avremmo le risorse per coprire oltre Bari e Taranto anche Foggia ma se c'è un modo per offrire una formazione di eccellenza anche al territorio di Foggia è certamente in collaborazione, in alleanza con le istituzioni che già lavorano sul territorio".
Quale sarà il futuro del Politecnico?
"Il futuro del Politecnico come delle Università del Sud credo stia nella capacità di mettere a disposizione carismi e ricchezze e capacità intellettuali, anche dei respiri lunghi, capaci di intessere rapporti con i ministeri su temi strategici per il paese che possano essere un investimento chiaro verso le problematiche di interesse per il paese. Penso alla ricchezza dell' edificato storico monumentale penso alle problematiche delle infrastrutture e delle grandi opere di ingegneria progettate e costruite negli anni '60 '70 stanno andando "in pensione" senza una visita medica e credo quindi che i temi dell' ingegneria della manutenzione della sicurezza, la capacità di leggere lo stato di salute delle strutture così come si fa per le ali dell'aereo o per i componenti meccanici sia certamente un' area molto larga in cui sia l'ingegneria industriale che civile può intessere i giusti rapporti, le giuste attività formative e di ricerca da mettere a disposizione certamente per il territorio nostro ma in particolare anche per il Ministero delle infrastrutture. E quindi penso a temi che debbano essere strategici per il nostro territorio: come quello dello aerospazio, dell'industria meccanica e della meccatronica. Penso a tutti quei corsi di alta formazione che in qualche modo inseguono quelle che sono le "mode" del mondo del lavoro. Ma penso a una università che possa essere anche guida per avere respiri più lunghi e quindi pensare a quali sono le linee strategiche del futuro per il Politecnico di Bari".
Le elezioni si svolgeranno venerdì 28 giugno. Ecco tutti gli altri candidati a cui abbiamo rivolto le stesse domande: il prof. ing Riccardo Amirante, il prof. ing Francesco Cupertino, il prof. ing. Umberto Fratino. L'ultima intervista sarà con il quinto candidato, il prof. ing. Orazio Giustolisi, docente di "Gestione dei Sistemi Idraulici", Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura.