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Cronaca
Covid-19, Decaro: «A Bari 269 casi totali. Erano 203 il 3 aprile»
Il sindaco: «Bisogna rispettare le regole, altrimenti saremo di nuovo chiusi in casa a ballare "Jerusalema"»
Bari - giovedì 3 settembre 2020
20.35
«Sono 269 i contagi totali da Covid-19 a Bari, 203 erano il 3 aprile durante il lockdown. Il 3 aprile l'età media era di 74 anni, oggi l'età media si abbassa a 30 anni». Lo ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari, in un video in diretta sulla sua pagina Facebook nella serata di oggi, 3 settembre.
«Come Comune - ha proseguito Decaro - abbiamo favorito la socialità nei luoghi all'aperto, in sicurezza, abbiamo aiutato i locali per mettere i tavolini all'aperto grazie ai fondi dello Stato. Stiamo cercando di riaprire le scuole con tantissimi sforzi, abbiamo 45 cantieri per un totale di 700mila euro. In tutti i municipi stiamo cercando di recuperare le aule per mantenere il distanziamento sociale. Abbiamo chiesto all'azienda del servizio scolastico di aumentare gli scuolabus, con Amtab apriremo gli autobus all'80 percento e dovremmo farcela, il tutto pagato dallo Stato. Nelle scuole comunali mancano 23 docenti; sono stati ordinati i banchi monoposto».
Il sindaco continua: «Tutti questi sforzi che stanno facendo a cosa serviranno se non manteniamo le restrizioni? Sono contagi da rientro per la maggior parte, e lo sappiamo perché stiamo facendo molti tamponi. Quando inizieremo a fare i tamponi anche ad altre categorie, scopriremo che ci sono altri contagiati; la Regione Puglia ha aumentato molto la sua capacità di diagnosi del Covid in questi mesi. Tante persone sono, per fortuna, asintomatiche, ma la parte negativa è che frequentano altri ed essendo asintomatici si abbassano le difese. Ci sono persone in terapia intensiva, molti sono ricoverati in ospedale».
In chiusura, Decaro ricorda le regole per evitare il contagio e scherza: «Lavare le mani, distanziamento e mascherine sono le tre semplici regole per evitare il contagio. Mia figlia mi dice che sto meglio con la mascherina, almeno non si vede il naso. Se torniamo alla didattica a distanza non faremo socializzare i ragazzi; io non ho intenzione di tornare su via Argiro a vedere la strada chiusa, non voglio andare a cantare e ballare sul balcone e non voglio stare chiuso in casa a fare le pizze. Vorrei una vita in cui possiamo convivere con il virus, incontrare gli amici, lavorare e rispettando quelle tre semplici restrizioni. Se non rispettiamo le regole ci troveremo tra qualche giorno di nuovo chiusi in casa a ballare "Jerusalema". È stato un miracolo che quest'estate si sia riusciti a far prendere un po' di fiato alle aziende, ma se chiudiamo di nuovo muore la città di Bari, muore l'Italia. Io faccio il sindaco anche per toccare i miei concittadini, per stringere le mani; ora non si può fare. Camminiamo con le mani in tasca».
«Come Comune - ha proseguito Decaro - abbiamo favorito la socialità nei luoghi all'aperto, in sicurezza, abbiamo aiutato i locali per mettere i tavolini all'aperto grazie ai fondi dello Stato. Stiamo cercando di riaprire le scuole con tantissimi sforzi, abbiamo 45 cantieri per un totale di 700mila euro. In tutti i municipi stiamo cercando di recuperare le aule per mantenere il distanziamento sociale. Abbiamo chiesto all'azienda del servizio scolastico di aumentare gli scuolabus, con Amtab apriremo gli autobus all'80 percento e dovremmo farcela, il tutto pagato dallo Stato. Nelle scuole comunali mancano 23 docenti; sono stati ordinati i banchi monoposto».
Il sindaco continua: «Tutti questi sforzi che stanno facendo a cosa serviranno se non manteniamo le restrizioni? Sono contagi da rientro per la maggior parte, e lo sappiamo perché stiamo facendo molti tamponi. Quando inizieremo a fare i tamponi anche ad altre categorie, scopriremo che ci sono altri contagiati; la Regione Puglia ha aumentato molto la sua capacità di diagnosi del Covid in questi mesi. Tante persone sono, per fortuna, asintomatiche, ma la parte negativa è che frequentano altri ed essendo asintomatici si abbassano le difese. Ci sono persone in terapia intensiva, molti sono ricoverati in ospedale».
In chiusura, Decaro ricorda le regole per evitare il contagio e scherza: «Lavare le mani, distanziamento e mascherine sono le tre semplici regole per evitare il contagio. Mia figlia mi dice che sto meglio con la mascherina, almeno non si vede il naso. Se torniamo alla didattica a distanza non faremo socializzare i ragazzi; io non ho intenzione di tornare su via Argiro a vedere la strada chiusa, non voglio andare a cantare e ballare sul balcone e non voglio stare chiuso in casa a fare le pizze. Vorrei una vita in cui possiamo convivere con il virus, incontrare gli amici, lavorare e rispettando quelle tre semplici restrizioni. Se non rispettiamo le regole ci troveremo tra qualche giorno di nuovo chiusi in casa a ballare "Jerusalema". È stato un miracolo che quest'estate si sia riusciti a far prendere un po' di fiato alle aziende, ma se chiudiamo di nuovo muore la città di Bari, muore l'Italia. Io faccio il sindaco anche per toccare i miei concittadini, per stringere le mani; ora non si può fare. Camminiamo con le mani in tasca».

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