Nocerina Bari. <span>Foto Ssc Bari</span>
Nocerina Bari. Foto Ssc Bari
Calcio

Il Bari s'inceppa a un passo dall'obiettivo. Critiche ingiuste?

I biancorossi mancano ancora l'occasione per chiudere i conti, ma la promozione e il cammino non sono in discussione

Festa sì, festa no. Alla fine lo spumante resta in ghiaccio e la Serie C matematica dovrà attendere ancora un po': il Bari cade 1-0 ad Angri sul terreno della Nocerina e rimanda il discorso promozione alla domenica delle Palme, o più probabilmente al giovedì di Pasqua. Rimanda, non compromette. Sì, perché dopo il ko brutto, sofferente in terra campana gli agorà fisici e digitali dei baresi si sono scatenati. Un Bari senza idee, senza mordente, che chiude con il poco invidiabile score di zero tiri in porta. È bastata una prova anonima quando ci si attendeva la zampata finale per far vacillare tutte le certezze con fatica costruite da Cornacchini intorno alla squadra in otto mesi di lavoro.

È vero, quando si è trattato di dare la spallata decisiva e mettere una bella pietra sopra il discorso promozione spesso al Bari è venuto il braccino: il pareggio interno col Roccella e le sconfitte di Cittanova e Torre del Greco ancora oggi, con l'obiettivo Serie C ormai a mezzo passo, sanno di occasioni perse. Però occhio a farsi prendere dalla pur facile e allettante prospettiva di valutare in negativo una stagione intera alla luce di una prestazione difficile da commentare.

«È andato tutto male», ha detto Cornacchini nel post gara. L'esatto contrario di quello che accadde all'andata, con un 4-0 liscio come l'olio. Stavolta il goal a (quasi) freddo lo subisce il Bari, che ha l'insindacabile torto di non provarci mai con la giusta convinzione, di restare passivo a guardare una partita scivolare via nell'anonimato. Le spiegazioni possono essere molteplici: le assenze contemporanee di Simeri, Mattera e Brienza, l'ennesima prova incolore di Pozzebon, una difesa che si fa cogliere d'infilata sull'uno-due scolastico messo a segno dalla coppia Ruggiero-Cardone dopo appena 9' di orologio. A questo si aggiunga la "delusione" per la vittoria della Turris nella giornata di sabato sul Gela, la sfumata possibilità di chiudere matematicamente il conto, e il gioco è fatto.

Si salvano forse solo Bolzoni e Quagliata, con un asterisco interlocutorio per Neglia. Bocciato tutto il resto della squadra, a cominciare da un Floriano in netto debito di energie dopo una stagione a cento all'ora, passando per un Di Cesare insolitamente ritardatario nella chiusura su Cardone in occasione del goal, fino ad arrivare a un Neglia alla perenne ricerca della sua posizione in campo. Vivacchiano anche Piovanello e Hamlili, Bianchi non spinge praticamente mai, Cacioli si conferma elemento non di massima garanzia. L'addizione di tutti i singoli fattori dà il risultato finale: una sconfitta inopinata, che arriva con il Bari che praticamente è stato a guardare la Nocerina fare il minimo indispensabile per portare a casa il colpaccio. E stavolta neanche l'ingresso di Iadaresta e Liguori riesce a togliere le castagne dal fuoco a un Bari apparso brutta copia di se stesso.

Ma è davvero sufficiente per mettere così in discussione tutto il cammino del Bari in questo strano, anomalo campionato di Serie D? Per molti tifosi, scatenatisi su Facebook e Instagram, sembra proprio di sì. Una tentazione facile, dicevamo. Che Corancchini non sarà il condottiero dei galletti in C appare ormai molto più che probabile, nonostante i risultati parlino per lui. E più che per i suoi meriti o demeriti (alla luce della stagione, non della singola partita), l'avvicinamento in panchina potrebbe avvenire perché la piazza non smette di mugugnare nei confronti del tecnico, "reo" di non aver fatto giocare il Bari come il Barcellona ma come un'onestissima squadra che sfrutta al meglio le sue carte: la profondità, la verticalità, il contropiede. Il tecnico è stato onesto ancora una volta: «Peggio questa di quella in casa della Turris», ha detto a fine gara. In tanti (troppi, invero) hanno però parlato di pioggia di non riconferme per l'anno prossimo, come se il valore della squadra potesse essere giudicato da una partita che, in fondo, valeva poco o niente.

Niente come quello che è cambiato in ottica promozione: un passo falso che arriva forse nel momento più indolore. L'aver accumulato un consistente vantaggio in classifica permette anche la possibilità di sprecare qualche jolly. E, numeri alla mano, il Bari ne avrebbe anche un altro paio, se non fosse che alla fine dei giochi mancano solo 4 partite.

Insomma, critiche ingenerose per una squadra forse realmente distratta dalla possibilità di chiudere i conti con buon anticipo e iniziare a pensare alla C, passando dalla poole scudetto di Serie D. Prossimo step la gara interna col Portici: difficile festeggiare anche in quel caso la promozione, ma tant'è. Rimane l'occasione per riempire il San Nicola come ai bei vecchi tempi e dimostrare alla squadra che, nonostante le critiche ingenerose ricevute in questa stagione, il popolo biancorosso non vede l'ora di tornare in piazza a sventolare la bandiera col galletto a festa.
  • ssc bari
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