Labbraccio della squadra per la vittoria sul Brescia. <span>Foto Ssc Bari</span>
Labbraccio della squadra per la vittoria sul Brescia. Foto Ssc Bari
Calcio

Il Bari e la partita perfetta. Grande entusiasmo, ma ora serve prudenza

I galletti volano dopo il 6-2 al Brescia. Primato con 15 punti, ne mancano “solo” una ventina per il traguardo salvezza

Commentare una vittoria 6-2 può essere facile, ma anche difficile. Sì, perché in realtà tutto quello che c'è da dire è già ampiamente espresso dal risultato: il Bari contro il Brescia mette a referto la vittoria perfetta, e porta a casa il risultato più rotondo della gestione De Laurentiis. Sei goal, d'altra parte, neanche in serie D si erano visti; e che il risultato tennistico arrivi nella partita contro la capolista, e che coincida con la prima vittoria in casa dei galletti, un certo effetto lo fa.

La partita perfetta, dicevamo… Appare lampante come il sole: per 85' il Bari non sbaglia niente, né davanti né dietro. Anche nominare i migliori, in questo caso, appare facile e difficile allo stesso tempo. Folorunsho è un gigante a centrocampo, con le sue progressioni e la sua forza fisica; ma, come nota Mignani, è stato decisivo sulle palle alte in entrambe le aree. Fa goal di testa al 6', su assist di Bellomo, poi sbroglia un paio di situazioni potenzialmente imbarazzanti dalle parti di Caprile. E, poi, c'è Bellomo: buttato dentro al posto di un Botta spento nelle ultime uscite, il fantasista barese cuce e ricama dietro le punte, ripiega poi quando c'è da dare una mano al centrocampo.
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Bari-Brescia 6-2, le dichiarazioni di Bellomo6 minuti
Maiello è un piovrone in fase di recupero e un metronomo sempre a tempo in costruzione, Maita è il fosforo vivo della squadra. Bene, anzi molto bene, anche Dorval: prima partita dall'inizio tra i professionisti, parte un po' timido ma quando il Brescia apre le porte sulla fascia destra del Bari ci si infila come una lama calda nel burro. Dal suo educato destro partono i cross per il 2-0 di Bellomo e il 3-0 di Cheddira. Ah, sì, Cheddira… Di lui abbiamo detto tutto e anche di più; se vogliamo aggiungerci qualcosa, a memoria d'uomo non si ricorda un calciatore del bari capocannoniere del campionato (sette reti) e della coppa Italia (cinque centri). l'avventura col Marocco gli ha fatto ancora meglio, in un momento di forma semplicemente devastante.

E, poi, ci sono i "nonnetti": al fianco di Vicari, capitan Di Cesare sfodera un'altra prestazione magistrale (alle soglie dei 40, giusto ricordarlo), chiudendo tutte le porte in faccia ai (timidi, va ricordato anche questo) tentativi delle rondinelle. E per su Antenucci gli aggettivi ormai sono ampiamente consumati: Mirco ha tecnica, classe, e personalità per essere (a 38 anni suonati) qualsiasi cosa voglia essere per l'attacco del Bari. Dal regista offensivo al suggeritore, dal rapace d'area al pennellature della punizione che vale il 5-0. Anche per lui le cose da dimostrare sono abbondantemente finite.

Su una situazione di punteggio rotondissimo, Mignani si toglie lo sfizio di vedere all'opera anche i nuovi. A cominciare da Scheidler, che su suggerimento si Salcedo (altro bel tipo che quando parte è imprendibile) mette a segno il sesto goal con un facile tap-in. Ma, marcatura a parte, nei 20' abbondanti passati in campo il centravanti francese ha vedere un buon pezzo di repertorio: fisico da Marcantonio che non lo butti giù neanche con la falce, buona tecnica individuale (pregevole il dai-e-vai con D'Errico) e intelligenza tattica. Da rivedere, quanto prima. Meno bene Zuzek, forse l'unica nota un po' calante in un coro soave: il centrale sloveno regala i goal con cui Olzen e Moreo fanno 6-2, ma su quella situazione di punteggio ci poteva stare di tutto.

E, poi, c'è Mignani, l'architetto che sull'impalcatura della squadra campione della C ha gradualmente inserito i nuovi, creando quella che - fino a ora - si è rivelata una sublime cattedrale gotica. Il mister, contro il Brescia, azzecca tutte le scelte; dalla prima all'ultima. Ma, con un esercizio forse anche eccessivamente modesto, dà i meriti alla fortuna, componente necessaria ma non sufficiente per vincere; fosse così, l'allenatore lo potrebbe fare chiunque, e per fortuna così non è. Ma Mignani è anche una persona intelligente, al punto da storcere il naso per i due goal ingenuamente presi nel finale, e soprattutto per riconoscere che se fosse stato convalidato il 2-1 al Brescia (il fuorigioco di Benali è davvero materia da microscopio più che da Var), forse ora staremmo parlando di un'altra partita. Clotet ha provato a fare il suo gioco tecnico e brillante, ma la squadra lombarda è finita vittima di un "effetto fisarmonica": quando lasci 50 metri al Bari e ai suoi contropiedisti, rarissimamente sono buone notizie per te.

Ma, a ogni modo, questo non può e non deve togliere i meriti che il Bari si è conquistato sul campo, insieme ai 15 punti in sette partite; vale a dire che, a oggi, c'è da fare "solo" altri 20/22 punti per centrare la salvezza, obiettivo stagionale dei galletti. E, visto che lo stesso De Laurentiis ha detto che gli obiettivi non sono cambiati, è bene guardare alla salvezza come primo step. Bene, stavolta, fa Mignani a dire che la classifica, alla settima giornata, non va guardata; anche perché osservare tutti dall'alto del primo posto potrebbe far venire delle pericolose vertigini. Mai come ora è giusto esercitare prudenza e avere sangue freddo; a Bari il "priscio" si accende con niente, e si spegne altrettanto rapidamente.

Se il Bari sarà in grado di raggiungere quanto prima l'obiettivo prestabilito, allora ci sarà ampio spazio per divertirsi e far divertire i tifosi, ormai sempre più rapiti dal gusto entusiasmo che sta circondando la squadra. Ma, ancora, occhio a volare troppo alti: sabato si va in Laguna, ad affrontare un Venezia che ha vinto 1-4 in casa del Cagliari. Sarà un altro esame importante, in una serie B dalle mille sorprese. La più grande? Il Bari in cima alla classifica, con merito.

Foto: SSC Bari
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