Ex CARA
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Cronaca

Violenza di gruppo su una ragazza nel Cara di Bari-Palese, chieste sei condanne

I fatti contestati risalirebbero al 2017; imputata una gang di nigeriani. La sentenza il 12 dicembre

La Procura di Bari ha chiesto l'emissione di sei condanne a pene comprese tra i 12 e i 9 anni di reclusione per altrettanti imputati in un presunto caso di violenza sessuale di gruppo, che si sarebbe consumato a inizio 2017 nel Cara di Bari-Palese. Si tratta di tutti cittadini nigeriani, fino a circa un anno fa residenti nella struttura d'accoglienza di Bari, e attualmente detenuti in carcere: l'accusa è di violenza sessuale di gruppo su una connazionale 25enne ospite del medesimo centro d'accoglienza. La sentenza è prevista per il 12 dicembre. Il processo è in corso di svolgimento con il rito abbreviato nell'aula bunker di Bitonto, ed è presieduto dal gup del Tribunale di Bari, Marco Galesi.

Sul fatto indagò la squadra mobile di Bari, coordinata dalle pm Simona Filoni e Lidia Giorgi: secondo quanto ricostruito dalla polizia, la vittima della violenza, che attualmente si trova in una struttura protetta, dopo essere arrivata nel Cara di Bari nei primi mesi del 2017, sarebbe stata minacciata di morte, picchiata e violentata per un periodo prolungato di tempo. La ragazza, già vittima di tratta e riduzione in schiavitù, avrebbe subito violenze anche durante la sua permanenza in Libia, luogo dal quale ha poi raggiunto Bari.

Le indagini ricondurrebbero il gruppo criminale nigeriano a una setta cultista. La condanna più alta, a 12 anni 4 mesi di reclusione, è stata chiesta per il 38enne Olatunde Opaleye, soprannominato "Egbon", che la Procura ritiene capo della gang: l'uomo deve rispondere dei reati di violenza privata e, in concorso con gli altri cinque, di violenza sessuale di gruppo aggravata.

Per il 22enne Uche Oliver è stata proposta una condanna a 10 anni e 8 mesi, per il 26enne Henry Sule, il 22enne Semiu Oguntade, il 23enne Emmanuel Ohenhen e il 34enne Otaniyen Sunday, la Procura ha chiesto la condanna a 9 anni di reclusione in carcere.

Nei confronti di tutti gli imputati l'accusa ha chiesto che non vengano concesse le attenuanti generiche, a causa della brutalità della condotta.
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