
Attualità
Tutti pazzi per il Black Friday a Bari, tranne i commercianti: «Identità compromessa»
Critiche da parte di Confesercenti Bari-Bat, ma c'è ancora chi resiste e non aderisce agli sconti
Bari - giovedì 27 novembre 2025
11.46
Da giorni, tra mail e messaggi, è un susseguirsi di offerte lanciate, soprattutto dalle grandi catene, per il Black Friday, tradizionale ricorrenza importata dagli Stati Uniti che coincide con il venerdì successivo al Giorno del Ringraziamento e rappresenta il primo momento di corsa agli acquisti per Natale.
Ma quello che un tempo era un solo giorno, e che quest'anno dovrebbe essere domani, il 28 novembre, ormai è diventato una settimana di sconti se non addirittura un mese. Per le vie del centro, soprattutto quelle dedicate allo shopping, come via Sparano e via Argiro, è un fiorire di vetrofanie sulle vetrine dei negozi che annunciano da almeno dieci giorni sconti che vanno dal 20% ad addirittura un 70%.
Non tutto però è rose e fiori, e ad essere penalizzati da questa situazione sono i negozi di prossimità, quelli che da sempre sono l'anima del commercio barese. Alcuni, sentendosi costretti, aderiscono all'iniziativa, per non rischiare di essere lasciati indietro dai grandi marchi. Altri, cercano di resistere, anche se con molta difficoltà.
«Il Black Friday – dichiara Raffaella Altamura, presidente di Confesercenti Bari-Bat – è oramai diventato una vera "legge non scritta" del mercato che impone anche alle piccole attività commerciali di partecipare a una competizione al ribasso con margini sempre più ridotti. Mentre le grandi piattaforme online e la grande distribuzione possono ambientarsi in questa logica, i nostri esercenti di quartiere vivono quotidianamente grave disagio».
«Le nostre imprese – prosegue – non sono strutturate per sostenere scontistiche aggressive né campagne ad alto budget come quelle delle grandi catene; ciò significa che, davanti al Black Friday, o si è costretti a ridurre drasticamente i prezzi o a restare fuori dal "gioco", perdendo visibilità e potenziale clientela».
«Il commercio di prossimità non è un residuo del passato — conclude la presidente di Confesercenti Bari-Bat — ma un pilastro della vitalità urbana, del tessuto sociale e della qualità della vita nelle nostre città. Per questo non possiamo permettere che venga travolto da modelli di consumo imposti. È necessario restituire equilibrio al mercato e garantire ai piccoli imprenditori la possibilità di competere con dignità».
I dati in Puglia, d'altronde, sono impietosi. A Bari, le vendite sono calate del 4,2 % nel 2025 rispetto all'anno precedente. Mentre in tutta la regione, addirittura, si stima che "ogni giorno chiudono 14 piccoli negozi": un'emorragia che racconta quanto il commercio di prossimità stia faticando a tenere il passo.
Necessario sempre di più intervenire per evitare di perdere l'identità del commercio di prossimità. Come? Tre le soluzioni per Confesercenti: sensibilizzazione dei consumatori sul valore dell'acquisto nei negozi di prossimità: acquistare "sotto casa" è una scelta che sostiene l'economia locale e mantiene vivi i quartieri; iniziative di valorizzazione e coordinamento promozionale per le piccole imprese, che possano offrire eventi o vantaggi differenti rispetto ai semplici sconti, puntando su servizio, esperienza e vicinanza; supporto istituzionale tramite politiche di sistema che diano respiro alle micro-imprese: defiscalizzazioni, fondi per investimenti in innovazione, attività promozionali condivise e forme di aggregazione che riducano i costi di marketing e logistica.
Ma quello che un tempo era un solo giorno, e che quest'anno dovrebbe essere domani, il 28 novembre, ormai è diventato una settimana di sconti se non addirittura un mese. Per le vie del centro, soprattutto quelle dedicate allo shopping, come via Sparano e via Argiro, è un fiorire di vetrofanie sulle vetrine dei negozi che annunciano da almeno dieci giorni sconti che vanno dal 20% ad addirittura un 70%.
Non tutto però è rose e fiori, e ad essere penalizzati da questa situazione sono i negozi di prossimità, quelli che da sempre sono l'anima del commercio barese. Alcuni, sentendosi costretti, aderiscono all'iniziativa, per non rischiare di essere lasciati indietro dai grandi marchi. Altri, cercano di resistere, anche se con molta difficoltà.
«Il Black Friday – dichiara Raffaella Altamura, presidente di Confesercenti Bari-Bat – è oramai diventato una vera "legge non scritta" del mercato che impone anche alle piccole attività commerciali di partecipare a una competizione al ribasso con margini sempre più ridotti. Mentre le grandi piattaforme online e la grande distribuzione possono ambientarsi in questa logica, i nostri esercenti di quartiere vivono quotidianamente grave disagio».
«Le nostre imprese – prosegue – non sono strutturate per sostenere scontistiche aggressive né campagne ad alto budget come quelle delle grandi catene; ciò significa che, davanti al Black Friday, o si è costretti a ridurre drasticamente i prezzi o a restare fuori dal "gioco", perdendo visibilità e potenziale clientela».
«Il commercio di prossimità non è un residuo del passato — conclude la presidente di Confesercenti Bari-Bat — ma un pilastro della vitalità urbana, del tessuto sociale e della qualità della vita nelle nostre città. Per questo non possiamo permettere che venga travolto da modelli di consumo imposti. È necessario restituire equilibrio al mercato e garantire ai piccoli imprenditori la possibilità di competere con dignità».
I dati in Puglia, d'altronde, sono impietosi. A Bari, le vendite sono calate del 4,2 % nel 2025 rispetto all'anno precedente. Mentre in tutta la regione, addirittura, si stima che "ogni giorno chiudono 14 piccoli negozi": un'emorragia che racconta quanto il commercio di prossimità stia faticando a tenere il passo.
Necessario sempre di più intervenire per evitare di perdere l'identità del commercio di prossimità. Come? Tre le soluzioni per Confesercenti: sensibilizzazione dei consumatori sul valore dell'acquisto nei negozi di prossimità: acquistare "sotto casa" è una scelta che sostiene l'economia locale e mantiene vivi i quartieri; iniziative di valorizzazione e coordinamento promozionale per le piccole imprese, che possano offrire eventi o vantaggi differenti rispetto ai semplici sconti, puntando su servizio, esperienza e vicinanza; supporto istituzionale tramite politiche di sistema che diano respiro alle micro-imprese: defiscalizzazioni, fondi per investimenti in innovazione, attività promozionali condivise e forme di aggregazione che riducano i costi di marketing e logistica.



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