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Rete Covid, Il Miulli batte cassa, scontro con Regione Puglia sugli indennizzi

L'ente ecclesiastico lamenta il mancato riconoscimento di una parte del lavoro. Col Decreto Rilancio i posti in terapia intensiva saranno tutti pubblici

L'ente ecclesiastico ospedaliero "Miulli" di Acquaviva delle Fonti è pronto a uscire dalla rete Covid della Regione Puglia. La decisione è stata presa lo scorso 31 agosto, quando l'ospedale ha bloccato i ricoveri di pazienti positivi al Sars-Cov-2. Il Miulli, infatti, lamenta il mancato pagamento da parte della Regione Puglia di alcuni rimborsi dovuti per le prestazioni rese dall'ospedale fra marzo e maggio, quando l'ente ecclesiastico aveva messo a disposizione 102 posti in terapia intensiva per curare i malati di Covid-19.

Don Mimmo Laddaga, delegato del Miulli, pur confermando la volontà di garantire il supporto alla rete Covid fino al potenziamento della rete pubblica della provincia di Bari, ribadisce «La necessità del riconoscimento dell'extra-tariffa e della funzione non appena verrà adottato il decreto ministeriale», precisando che rispetto a tale aspetto, «Non si può riconoscere alcuna responsabilità in capo alla Regione».

Dalla Regione Puglia, in una lunga nota, ricordano che «Il Decreto Legge n. 18/2020 consentiva alle Regioni di procedere all'individuazione di strutture anche private accreditate. Pertanto, a seguito di manifestazione d'interesse, sono state privilegiati gli ospedali che avrebbero garantito almeno il 20% di posti letto di terapia intensiva. L'ospedale "Miulli" nella prima fase emergenziale ha svolto un ruolo strategico, dal quale non si sarebbe potuto prescindere».

Ora, però, è cambiato lo scenario: «Nel frattempo è intervenuto il Decreto Rilancio, che ha previsto il potenziamento della rete ospedaliera in modo strutturale, finanziando interamente la realizzazione per la Regione Puglia di n. 276 posti letto di terapia intensiva (lavori, personale e tecnologie) e posti letto di semi intensiva - continua la nota del dipartimento Promozione della salute. Rispetto alla prima fase, è stato previsto che le Regioni, per far fronte all'emergenza epidemiologica Covid-19, potessero riconoscere alle strutture inserite nei piani adottati, la remunerazione di una specifica funzione assistenziale per i maggiori costi correlati all'allestimento dei reparti e alla gestione dell'emergenza Covid-19 secondo le disposizioni dei predetti piani e un incremento tariffario per le attività rese a pazienti Covid. Il riconoscimento avviene in sede di rinegoziazione per l'anno 2020 degli accordi già sottoscritti. Con decreto del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze, previa Intesa con la Conferenza Stato/Regioni saranno stabilite le modalità di determinazione della specifica funzione assistenziale e l'incremento tariffario, in modo da garantire la compatibilità con il finanziamento per il Servizio sanitario nazionale per l'anno 2020 e con le risorse previste per l'attuazione. Le funzioni e l'incremento tariffario non sono state ancora determinata a livello nazionale».

Nelle more che si determini il valore economico di quanto sopra descritto, specificano dal dipartimento Salute, «La Regione ha provveduto a riconoscere regolarmente, secondo la tariffa oggi vigente, il valore economico dell'attività resa dall'Ente ecclesiastico "Miulli" sia per i ricoveri Covid sia per quelli No – Covid».

Il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, chiarisce infatti la posizione della Regione, precisando che «L'ente ecclesiastico Miulli ha svolto un ruolo strategico nella prima fase emergenziale e continuerà a garantire il dovuto supporto fino a quando la rete ospedaliera pubblica non riuscirà ad organizzarsi con tutti i posti letto necessari alla gestione di una eventuale nuova ondata della pandemia. La Regione ha regolarmente riconosciuto e rimborsato il valore economico della produzione del Miulli, sulla base delle tariffe oggi vigenti. Appare evidente che sarà cura dell'Ente riconoscere la quota aggiuntiva che ne deriverà dall'approvazione dei nuovi decreti ministeriali di fissazione del valore economico dell'incremento tariffario e della funzione. Tali decreti ad oggi non sono stati adottati».

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