I rilievi della Polizia di Stato e, nel riquadro, Raffaele Capriati
I rilievi della Polizia di Stato e, nel riquadro, Raffaele Capriati
Cronaca

Omicidio Capriati: «Lello» è sceso dall'auto, forse conosceva il killer

Continuano le indagini della Squadra Mobile: l'ultima ipotesi è che si sia avvicinato a chi lo ha ucciso

Ha guardato negli occhi il suo carnefice, che gli ha teso un agguato a Torre a Mare. Raffaele Capriati, dopo essere sceso dall'auto - sarebbe questa la novità - non ha potuto fare niente per opporsi alla furia cieca dell'uomo che forse conosceva e che gli ha esploso quattro colpi di pistola. Tre, lo hanno colpito in pieno volto.

«Lello» potrebbe essere sceso dall'auto. Forse, c'era più di qualche conto in sospeso, ma sperava che la situazione si risolvesse in qualche modo. In quale? Non pensava che quell'uomo sarebbe arrivato a tanto. Così tanto. L'efferatezza con la quale è stato colpito il nipote del mammasantissima Tonino Capriati, evidenzia vari tratti inquietanti della psicologia dell'omicida. Che potrebbe «aver fatto uscire Capriati dall'auto dove si trovava», è una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti.

«Per quello che noi sappiamo rispetto alle indagini - ha detto il criminologo Domenico Mortellaro -, possiamo affermare che, la discesa di Capriati dall'auto prima dell'omicidio, ci fa pensare ad una dinamica dei fatti in cui due persone si sono fronteggiate e si sono guardate negli occhi». Per gli investigatori, dunque, Capriati conosceva con ogni probabilità il suo assassino. «Non è stato un agguato nel quale lo sparatore - ha proseguito - è arrivato, ha colpito e, infine, è scappato via».

L'identità dell'assassino di Capriati e il movente dell'omicidio di stampo mafioso restano ancora un mistero, che gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari, coordinati dal pubblico ministero antimafia Grazia Errede, avranno ora il delicato compito di risolvere. Secondo gli investigatori, dunque, Capriati conosceva il suo assassino. E quest'ultimo deve essersi impegnato per organizzare un delitto premeditato nel quale non sembrerebbe avere lasciato spazio alla casualità.

Ha utilizzato molta accortezza nel muoversi ed è stato chirurgico ad evitare di colpire la donna che era con Capriati, «non una sua parente, probabilmente la sua compagna», rintracciata dagli inquirenti. «L'altra spiegazione - ha proseguito Mortellaro . può essere quella di non coinvolgere in nessun senso e in nessun modo l'altra persona che era presente nell'autovettura e di cui ancora comprensibilmente la magistratura, pur avendola sentita, non sta diffondendo alcun dettaglio».

Dopo l'agguato, infatti, nonostante lo spavento, ha composto il 118 («anche se la voce non corrisponderebbe», rivelano fonti investigative), ha atteso l'arrivo del personale sanitario, per poi svanire nel nulla. Ha chiesto aiuto e poco dopo è fuggita. E con l'auto è sparito anche lo smartphone di «Lello», non ancora ritrovato.
  • Raffaele Capriati
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