Maurizio Landini
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Scuola e Lavoro

Maurizio Landini nuovo segretario Cgil: «C'è unità. Tutti i lavoratori devono avere diritti»

Il neo numero 1 del sindacato rosso eletto a Bari rimanda al 9 febbraio: «A Roma chiederemo al governo di ascoltarci»

Il congresso di Bari, il diciottesimo nella storia del sindacato, elegge Maurizio Landini nuovo segretario generale della Cgil. L'ex numero uno della Fiom-Cgil succede a Susanna Camusso con percentuali bulgare, che sfondano il 92% in virtù dei 267 voti ricevuti. «Quel voto parla a tutti e dice che c'è un'unità di fondo nella Cgil e che c'è una linea generale - le prime parole di Landini da neo segretario generale. C'è necessità di allargare la nostra rappresentanza; tutti i lavoratori devono avere diritti. Si devono cambiare modello sociale e leggi sui diritti, mettere al centro la rappresentanza del lavoro venuta meno negli anni. Ringrazio Susanna Camusso: essere stata segretaria durante la più grande crisi al mondo e in un periodo di attacco ai diritti portando la Cgil a essere una grande organizzazione è un risultato importante. È stata capace di portare la cultura del genere nella nostra organizzazione. Abbiamo ancora bisogno di lei per fare cose importanti».

Landini dà, quindi, appuntamento al 9 febbraio per la manifestazione convocata a Roma da Cgil, Cisl e Uil. Le tre sigle confederali scendono in piazza per chiedere al governo di uscire dall'isolamento e ascoltare le istanze dei lavoratori: «Non critichiamo semplicemente una manovra che non convince, ma saremo in piazza per sostenere un'idea di paese, rompere con l'austerità, un piano straordinario di investimenti. La Cgil ha depositato una carta dei diritti delle forme di lavoro con cui non chiediamo solo di tornare all'articolo 18, ma che qualsiasi rapporto di lavoro abbia diritti comuni e uguali per tutti. Basta competizioni fra le persone, basta guerra fra i poveri»

L'altra proposta fondamentale che lancia il neo segretario: «Avviare una nuova stagione di unità sindacale. Ricostruire un'unità sociale del mondo del lavoro: è necessaria una legge sulla rappresentanza. Il governo sbaglia a non dialogare con i sindacati; per garantire democrazia bisogna permettere alle persone di decidere se organizzarsi o meno in sindacato. La manifestazione del 9 dice che siamo il sindacato di Giuseppe Di Vittorio, uno dei padri della Costituzione. Antifascismo, accoglienza, riconoscimento delle persone: questa è la nostra battaglia».

Quello della rappresentanza è un tasto su cui Landini batte con vigore nella sua prima conferenza stampa da segretario generale: «Tutti chiediamo un intervento legislativo e investimenti sul sistema di relazioni sindacali. Legge sulla rappresentanza vuol dire validità del contratti. La Cgil ha detto che c'è bisogno di avere regole comuni anche in Europa. È necessario che il governo prima di prendere decisioni sul lavoro si confronti con chi il lavoro lo rappresenta. Nel 2014 ci fu una discussione con Susanna Camusso sul testo unico della rappresentanza, e nel frattempo è intervenuta una gestione concreta degli accordi e con le associazioni imprenditoriali sono stati fatti anche altri accordi specifici».

Sul tavolo del Movimento 5 Stelle nelle ultime ore la proposta di riduzione dell'orario di lavoro. La Cgil di Landini frena, puntando sul bisogno di aumentare le ore di impiego per quei contratti part-time obbligatori: «La scelta della riduzione degli orari di lavoro è una delle linee strategiche da affrontare nei contratti nazionali. Ci deve essere una riduzione più forte lì dove i lavori sono più disagiati. Dentro questa riduzione va affrontato anche il diritto alla formazione: tutte le persone che lavorano devono avere il diritto di avere le ore impiegate per studiare e aggiornarsi pagate. Nei luoghi di lavoro ci sono un sacco di persone che non hanno stessi diritti e tutele pur svolgendo le stesse mansioni. Tante attività vengono esternalizzate in una logica di appalti al massimo ribasso e in quei posti vengono applicati contratti diversi». Ecco, quindi, che spunta il concetto di contrattazione inclusiva: «Non ha senso avere contratti diversi sulla stessa filiera produttiva - incalza Landini. Non c'è più una divisione classica fra servizi e prodotti. Il sistema delle leggi permette alla malavita di gestire gli appalti in tutta Italia».

Dura la critica anche alla misura principale del Movimento 5 Stelle: il reddito di cittadinanza. «Abbiamo chiesto di aprire un tavolo perché non c'è solo il problema del reddito: se va avanti così non avremo un sistema di ammortizzatori sociali per evitare i licenziamenti. Non siamo di fronte a una modifica del Job act, e l'attuale governo non ripristinando l'articolo 18. Critichiamo la confusione attorno al reddito. Il lavoro si crea con investimenti pubblici e privati». Passando alle proposte, Landini dice: «Universalità degli ammortizzatori sociali, anche per il lavoro autonomo. La povertà non è solo un problema di reddito, ma anche di istruzione e diritti. Giudichiamo il governo per quello che fa e per la mancata discussione con i sindacati, che pure avanzano proposte concrete».

Capitolo Tav, Mezzogiorno e industria della mobilità. Landini chiarisce: «Un blocco dei cantieri non è cosa intelligente. C'è un problema che riguarda un piano di investimenti in infrastrutture materiali e sociali e stiamo dicendo con forza che uno dei limiti dell'operazione del governo è il blocco degli investimenti. Uno dei problemi che non viene affrontato è il Mezzogiorno, assente dalla manovra. Come sindacati abbiamo avuto solo un incontro con il governo e nella nostra piattaforma c'era un piano dettagliato degli investimenti ma siamo in assenza di confronto. C'è un modello di sviluppo da cambiare; ci sono cose da fare che il governo non sta facendo. Fino a qualche anno fa i dirigenti di Fca spiegavano che le auto elettriche non avevano senso. Stiamo pagando un ritardo perché non c'è stata una vera politica industriale in questa direzione. C'è un problema sia di investimenti pubblici sia di investimenti privati».

Duro l'attacco anche alle politiche di Salvini sull'immigrazione: «La chiusura dei porti è una cosa inaccettabile, per noi vengono prima le persone. Stanno venendo fuori fenomeni preoccupanti nel nostro paese.Noi vogliamo difendere persone, il diritto all'integrazione e combattere il caporalato». E sul tweet pro-Maduro apparso questa mattina sul profilo della Cgil e poi cancellato, Landini chiarisce in conclusione: «Non abbiamo mai detto di essere con Maduro, ma allo stesso tempo abbiamo detto che un intervento esterno di altri paesi rappresenta una lesione della democrazia».





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