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Scuola e Lavoro

Lotta al caporalato, Cgil: «In Puglia 1781 richieste di regolarizzazione»

Presentati i dati regionali in una conferenza stampa a Borgo Mezzanone. Il sindacato: «Metà delle aziende agricole non è in regola»

«Al 31 luglio sono solo 797 domande di regolarizzazione di lavoro agricolo in provincia di Foggia, 1781 in tutta la Puglia». Lo afferma Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Puglia. Il sindacato ha presentato in conferenza stampa nel "ghetto" dei braccianti di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, alcuni dati sulla lotta al caporalato. Gagliardi spiega: «Avevamo denunciato già al varo della norma i limiti legati alla condizionalità temporale che permette l'accesso alle domande solo a quanti avevano un permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, così come il limite del 15 agosto per la presentazione delle istanze andrebbe prorogato».

Di contro, «Il tasso di irregolarità resta elevato: a leggere i dati dell'Ispettorato nazionale del lavoro, in Puglia nel 2019 le imprese oggetto di ispezioni sono state 1.538, a fronte delle 78mila imprese attive. Ebbene il 55,2%, la metà, risulta non in regola - afferma Gagliardi. Mentre le irregolarità che emergono dalla vigilanza tecnica salgono quasi al 90%. E di contro è ancora basso il numero di imprese che aderisce alla Rete agricola del lavoro di qualità, 970 in tutta la regione, ovvero l'1,24% del totale. I nodi della rete dovrebbero essere il luogo dove costruire quei percorsi di regolarizzazione dell'intermediazione, del trasporto, dell'accoglienza, ma se le imprese lo boicottano permettono che si perpetuino condizioni insostenibili come quelle dei ghetti».

«Diventa difficile venire qui constatando che un'altra stagione delle grandi raccolte sta passando e che poco o nulla è cambiato sulla ex pista di Borgo Mezzanone – ha concluso Pino Gesmundo, segretario generale Cgil Puglia. Quello che chiedono questi ragazzi, tanti giovanissimi, è rispetto, del lavoro e della loro persona. Per tutto questo non può perdurare una condizione dove l'accoglienza è lasciata al fai da te, in un luogo senza servizi, fogna, elettricità, acqua potabile. La politica del girare la testa dall'altra parte e lasciare che tutto resti immutato a noi non sta bene. Ai lavoratori non facciamo promesse, siamo qui ogni giorno con i nostri operatori, con la Flai, abbiamo aperto una sede nel Borgo proprio per andare incontro alle esigenze di chi qui vive, italiano o straniero, a dieci chilometri dal capoluogo ma territorio del Comune di Manfredonia, che ne dista venticinque". Unità, questo ha chiesto il segretario generale della Cgil pugliese, "perché la nostra forza deriva dalla partecipazione dei lavoratori, se ci sarà da mettere in campo qualche iniziativa decideremo insieme percorsi e metodi, nessuno viene qui a calare dall'alto scelte. Noi possiamo aiutarli nelle denunce, nelle vertenze, nel rivendicare diritti, e quanto alla politica porteremo le parole raccolte oggi, piene di dignità e anche orgoglio di chi svolge un lavoro faticoso e vuole sentirsi cittadini di questo paese a tutti gli effetti. Nessuno deve girare la testa, in primis chi ha compiti di legislatore. Se ci sono norme che non hanno funzionato che si correggano. Lasciare queste persone ancora in balia dei caporali e dello sfruttamento, alimentando economie irregolari e criminali, rende corresponsabile chi avrebbe il potere di intervenire».
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