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Cronaca
Le chat criptate raccontate dal pentito Milella: «Mi servono altri 5 pacchi»
Nell'ordinanza di custodia cautelare, il collaboratore di giustizia ha spiegato il contenuto dei messaggi, scambiati sulla piattaforma criptata SkyEcc
Bari - giovedì 22 maggio 2025
18.36
«La prima cosa ci davano un telefono che era... prima era il BlackBerry, ora era un altro, tipo l'I-Phone per dare all'occhio alle forze dell'ordine, questo era cripato e aveva dei codici prima di usarlo». A raccontare come la droga (cocaina e eroina), arrivava a Bari dall'estero è stato il collaboratore di giustizia Domenico Milella.
Interrogato dagli inquirenti sul contenuto dei vari messaggi criptati, scambiati sulla piattaforma criptata SkyEcc utilizzata dai narcotrafficanti, l'ex braccio destro del boss di Japigia Eugenio Palermiti ha spiegato come «loro con questo telefono ti mandavano... uno stava in Olanda, per esempio, e l'altro stava qua. Quello ti diceva: "Tieni, questo è il telefono", ti mandavano delle foto, i prezzi, gli stemmi che stavano sopra la cocaina, le qualità, e tu sceglievi, andavi ai patti con loro».
Senza quelle intercettazioni sarebbe stato più difficile ricostruire le azioni del gruppo albanese che serviva a rifornire, fra gli altri, il clan Palermiti. «Contattavi - ha raccontato ancora Milella -, esatto, dicevi: "Vedi quello, mi servono altri 5 pacchi, li può portare?", e lui chiamava e diceva: "Sì, però ci vuole sempre... calcola 2-3 giorni per arrivare", "Veloce!", però lui diceva: "Ci vogliono sempre 2-3 giorni". Scaricavano loro - ha detto -, perché non ti facevano vedere l'auto e la persona...».
Il collaboratore ha raccontato che gli stessi albanesi «avevano garantito approvvigionamenti di eroina» (indicandone la qualità con il nome «Banana») provenienti «dall'Albania a Gianni Di Cosimo». Non solo: ha anche svelato i luoghi in cui veniva occultata la sostanza stupefacente, riferendo che veniva nascosta in una cupa a Mola di Bari: «Io lavoravo forte con Gianni Di Cosimo che prendeva... era ad un livello forte di eroina sulla Madonnella. Io sapevo che avevo uno verso Mola».
Sempre Milella ha offerto «indicazioni puntuali» anche all'ulteriore canale di approvvigionamento di narcotico, del tipo cocaina e eroina: «Uno... va bene... era di Noicattaro, lo stavo dicendo prima... lui, lo stesso, aveva il telefono, mi fece vedere le fotografie, stava agli arresti domiciliari a Noicattaro. Mi sembra che Nicola era il suo nome». Proprio a Noicattaro, il 10 gennaio 2022, i carabinieri fermarono Giovanni Montedoro, scovando nella sua auto 24 panetti di eroina già tagliata.
Che Milella avesse deciso di intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia era un fatto assodato. Erigles Presi, in auto con suo zio Genci Telollari, avrebbe «manifestato timore per ciò che Milella avrebbe potuto dire». Era preoccupato: «Questo stronzo, tu immagina ha parlato di quello, e per noi? Per me?».
Interrogato dagli inquirenti sul contenuto dei vari messaggi criptati, scambiati sulla piattaforma criptata SkyEcc utilizzata dai narcotrafficanti, l'ex braccio destro del boss di Japigia Eugenio Palermiti ha spiegato come «loro con questo telefono ti mandavano... uno stava in Olanda, per esempio, e l'altro stava qua. Quello ti diceva: "Tieni, questo è il telefono", ti mandavano delle foto, i prezzi, gli stemmi che stavano sopra la cocaina, le qualità, e tu sceglievi, andavi ai patti con loro».
Senza quelle intercettazioni sarebbe stato più difficile ricostruire le azioni del gruppo albanese che serviva a rifornire, fra gli altri, il clan Palermiti. «Contattavi - ha raccontato ancora Milella -, esatto, dicevi: "Vedi quello, mi servono altri 5 pacchi, li può portare?", e lui chiamava e diceva: "Sì, però ci vuole sempre... calcola 2-3 giorni per arrivare", "Veloce!", però lui diceva: "Ci vogliono sempre 2-3 giorni". Scaricavano loro - ha detto -, perché non ti facevano vedere l'auto e la persona...».
Il collaboratore ha raccontato che gli stessi albanesi «avevano garantito approvvigionamenti di eroina» (indicandone la qualità con il nome «Banana») provenienti «dall'Albania a Gianni Di Cosimo». Non solo: ha anche svelato i luoghi in cui veniva occultata la sostanza stupefacente, riferendo che veniva nascosta in una cupa a Mola di Bari: «Io lavoravo forte con Gianni Di Cosimo che prendeva... era ad un livello forte di eroina sulla Madonnella. Io sapevo che avevo uno verso Mola».
Sempre Milella ha offerto «indicazioni puntuali» anche all'ulteriore canale di approvvigionamento di narcotico, del tipo cocaina e eroina: «Uno... va bene... era di Noicattaro, lo stavo dicendo prima... lui, lo stesso, aveva il telefono, mi fece vedere le fotografie, stava agli arresti domiciliari a Noicattaro. Mi sembra che Nicola era il suo nome». Proprio a Noicattaro, il 10 gennaio 2022, i carabinieri fermarono Giovanni Montedoro, scovando nella sua auto 24 panetti di eroina già tagliata.
Che Milella avesse deciso di intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia era un fatto assodato. Erigles Presi, in auto con suo zio Genci Telollari, avrebbe «manifestato timore per ciò che Milella avrebbe potuto dire». Era preoccupato: «Questo stronzo, tu immagina ha parlato di quello, e per noi? Per me?».