
Cronaca
Imprese agricole, fabbricati e terreni: sequestro da 1 milione di euro per Mario Lerario
Sequestrate due imprese agricole, sei fabbricati, quarantacinque appezzamenti di terreno per un’estensione complessiva di 14 ettari
Bari - mercoledì 12 novembre 2025
10.48 Comunicato Stampa
Sequestro da un milione di euro all'ex capo della Protezione Civile della Regione Puglia, Mario Lerario.
Ad eseguirlo i finanzieri del Comando Provinciale di Bari in seguito ad un decreto di sequestro di prevenzione, emesso dalla III Sezione penale del Tribunale di Bari - in funzione di Tribunale di Prevenzione – su proposta della locale Procura della Repubblica in cui Lerario viene definito "soggetto socialmente pericoloso" (accertamento compiuto nel corso del procedimento applicativo della misura di prevenzione patrimoniale, che necessita della successiva verifica nel contraddittorio con la difesa).
Il provvedimento rappresenta l'epilogo di complesse investigazioni economico-patrimoniali condotte dal Nucleo PEF di Bari, finalizzate alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale del "proposto", all'individuazione degli "asset" patrimoniali e finanziari riconducibili al medesimo nonché ai componenti del suo nucleo familiare, e all'identificazione delle fonti attraverso le quali tali beni sono stati acquistati.
In particolare, gli approfondimenti effettuati hanno fornito elementi per configurare nei confronti del destinatario della misura di prevenzione indizi di pericolosità sociale (c.d. "generica"), stratificatasi nel tempo e comprovata da diverse sentenze di condanna per gravi reati, tra i quali corruzione per l'esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, concretizzatisi negli anni 2020 e 2021, periodo in cui l'interessato ha ricoperto importanti incarichi pubblici.
Le evidenze raccolte hanno permesso di appurare (secondo l'impostazione accolta dal Tribunale di Bari, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che la capacità reddituale lecita del "proposto" e dei suoi familiari non fosse tale da giustificare, complessivamente, l'accrescimento patrimoniale avvenuto negli anni in cui si è manifestata la pericolosità sociale del soggetto. In altre parole, quindi, i precedenti penali specifici avrebbero consentito all'interessato l'accumulazione di significative risorse economiche, idonee a sostenere un tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Con il provvedimento eseguito, è stato pertanto disposto il sequestro di due imprese agricole, sei fabbricati, quarantacinque appezzamenti di terreno per un'estensione complessiva di 14 ettari, un'autovettura e rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
All'esito delle operazioni di sequestro, i militari della Guardia di finanza hanno proceduto all'immissione in possesso dell'amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Bari.
Il provvedimento ablativo in argomento è il risultato dell'impegno del Tribunale di Bari, della Procura della Repubblica di Bari e della Guardia di finanza nel quadro delle strategie di aggressione patrimoniale dei beni acquisiti da soggetti che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose o che rappresentano il frutto o il reimpiego di attività illecite.
Ad eseguirlo i finanzieri del Comando Provinciale di Bari in seguito ad un decreto di sequestro di prevenzione, emesso dalla III Sezione penale del Tribunale di Bari - in funzione di Tribunale di Prevenzione – su proposta della locale Procura della Repubblica in cui Lerario viene definito "soggetto socialmente pericoloso" (accertamento compiuto nel corso del procedimento applicativo della misura di prevenzione patrimoniale, che necessita della successiva verifica nel contraddittorio con la difesa).
Il provvedimento rappresenta l'epilogo di complesse investigazioni economico-patrimoniali condotte dal Nucleo PEF di Bari, finalizzate alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale del "proposto", all'individuazione degli "asset" patrimoniali e finanziari riconducibili al medesimo nonché ai componenti del suo nucleo familiare, e all'identificazione delle fonti attraverso le quali tali beni sono stati acquistati.
In particolare, gli approfondimenti effettuati hanno fornito elementi per configurare nei confronti del destinatario della misura di prevenzione indizi di pericolosità sociale (c.d. "generica"), stratificatasi nel tempo e comprovata da diverse sentenze di condanna per gravi reati, tra i quali corruzione per l'esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, concretizzatisi negli anni 2020 e 2021, periodo in cui l'interessato ha ricoperto importanti incarichi pubblici.
Le evidenze raccolte hanno permesso di appurare (secondo l'impostazione accolta dal Tribunale di Bari, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che la capacità reddituale lecita del "proposto" e dei suoi familiari non fosse tale da giustificare, complessivamente, l'accrescimento patrimoniale avvenuto negli anni in cui si è manifestata la pericolosità sociale del soggetto. In altre parole, quindi, i precedenti penali specifici avrebbero consentito all'interessato l'accumulazione di significative risorse economiche, idonee a sostenere un tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Con il provvedimento eseguito, è stato pertanto disposto il sequestro di due imprese agricole, sei fabbricati, quarantacinque appezzamenti di terreno per un'estensione complessiva di 14 ettari, un'autovettura e rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
All'esito delle operazioni di sequestro, i militari della Guardia di finanza hanno proceduto all'immissione in possesso dell'amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Bari.
Il provvedimento ablativo in argomento è il risultato dell'impegno del Tribunale di Bari, della Procura della Repubblica di Bari e della Guardia di finanza nel quadro delle strategie di aggressione patrimoniale dei beni acquisiti da soggetti che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose o che rappresentano il frutto o il reimpiego di attività illecite.


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