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Cronaca
Estorsioni ai pescatori di Santo Spirito: una condanna e due assoluzioni
4 anni di reclusione al pluripregiudicato 53enne Domenico Sidella, esclusa l'aggravante mafiosa. Assolti gli altri due
Bari - martedì 16 dicembre 2025
14.45
Il Tribunale di Bari ha condannato alla pena di 4 anni di carcere il pluripregiudicato 53enne barese Domenico Sidella, imputato per le presunte estorsioni mafiose ai pescatori del porto di Santo Spirito, rione costiero a nord di Bari. Per lui il pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino aveva chiesto 12 anni di reclusione.
I giudici hanno escluso l'aggravante mafiosa e hanno assolto gli altri due imputati, la moglie Caterina Santoro, barese di 47 anni, che secondo l'accusa aveva il ruolo di cassiera (per lei la Direzione Distrettuale Antimafia aveva chiesto la condanna alla pena di 6 anni e 7 mesi di reclusione), e il presunto complice Raffaele Altieri, anche lui di Bari, di 60 anni, accusato di aver avuto il compito di riscuotere il pizzo dai vari pescatori (il pubblico ministero antimafia aveva chiesto 9 anni).
Nel processo il Comune di Bari e la Regione Puglia si erano entrambi costituiti parti civili. Stando alle indagini svolte dai Carabinieri, fra maggio e dicembre 2022, i proprietari dei gozzi e dei pescherecci ormeggiati nel porto di Santo Spirito sarebbero stati costretti a pagare per anni a Sidella, pregiudicato del rione San Pio conosciuto come «Mimmo» o «Musolin», dai 10 fino ai 100 euro ogni mese «in cambio di protezione» da incendi, affondamenti, danneggiamenti e da pestaggi.
Le richieste, ogni mese, erano definite da un tariffario in base alle dimensioni del natante, da un minimo di 10 euro per i gozzi ormeggiati tra maggio e settembre (15 euro tra ottobre e aprile) fino ai 100 euro per i pescherecci, il tutto «in un clima di omertà e di assoggettamento delle vittime». Le motivazioni entro 90 giorni.
I giudici hanno escluso l'aggravante mafiosa e hanno assolto gli altri due imputati, la moglie Caterina Santoro, barese di 47 anni, che secondo l'accusa aveva il ruolo di cassiera (per lei la Direzione Distrettuale Antimafia aveva chiesto la condanna alla pena di 6 anni e 7 mesi di reclusione), e il presunto complice Raffaele Altieri, anche lui di Bari, di 60 anni, accusato di aver avuto il compito di riscuotere il pizzo dai vari pescatori (il pubblico ministero antimafia aveva chiesto 9 anni).
Nel processo il Comune di Bari e la Regione Puglia si erano entrambi costituiti parti civili. Stando alle indagini svolte dai Carabinieri, fra maggio e dicembre 2022, i proprietari dei gozzi e dei pescherecci ormeggiati nel porto di Santo Spirito sarebbero stati costretti a pagare per anni a Sidella, pregiudicato del rione San Pio conosciuto come «Mimmo» o «Musolin», dai 10 fino ai 100 euro ogni mese «in cambio di protezione» da incendi, affondamenti, danneggiamenti e da pestaggi.
Le richieste, ogni mese, erano definite da un tariffario in base alle dimensioni del natante, da un minimo di 10 euro per i gozzi ormeggiati tra maggio e settembre (15 euro tra ottobre e aprile) fino ai 100 euro per i pescherecci, il tutto «in un clima di omertà e di assoggettamento delle vittime». Le motivazioni entro 90 giorni.



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