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Bari, il progetto "Anticorpi - hub contro le discriminazioni" vince il bando del governo

Bottalico: «Siamo particolarmente orgogliosi del riconoscimento ottenuto da un gruppo di giovani della nostra città»

L'assessorato al Welfare del Comune di Bari rende noto che il progetto "Anticorpi: hub contro le discriminazioni" è risultato fra i vincitori del bando "Fermenti" indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile Universale.

Il progetto, proposto dall'Ats composta dalle a.p.s. Status Equo e Talea e di cui l'assessorato al Welfare è partner, prevede la creazione di un hub con centro a Bari - esteso al resto della Puglia e all'Emilia - Romagna - per la lotta a tutti i tipi di discriminazione, con attività di formazione, sensibilizzazione, advocacy, ricerca e networking per il supporto alle vittime di discriminazione, omofobia, transfobia, hate speech, cyberbullismo.

«Siamo particolarmente orgogliosi del riconoscimento ottenuto da un gruppo di giovani della nostra città risultato tra i vincitori del bando ministeriale Fermenti - commenta l'assessore al Welfare Francesca Bottalico. Un'occasione importante per il loro futuro professionale e umano ma, allo stesso tempo, un'ottima opportunità per il nostro territorio, in quanto questa proposta ci offrirà l'occasione di lanciare un hub contro le discriminazioni, un'iniziativa in linea con quanto abbiamo realizzato in questi anni dal punto di vista sociale, culturale e formativo con la rete Generare culture non violente. L'elaborazione del primo Piano cittadino contro le discriminazioni, inoltre, ci permetterà di ampliare la collaborazione con l'hub a sostegno delle vittime ma anche in un'ottica di prevenzione e promozione di un'educazione e di una cultura non discriminatorie, a partire dai più piccoli e dai più giovani».

L'hub mira a diventare il riferimento strategico nel contrasto a tutte le discriminazioni a partire da Bari e dall'Unione di Comuni Reno Galliera e, attraverso lo scambio di competenze e pratiche tra i due territori, si propone di coinvolgere attivamente giovani e associazioni giovanili quali protagonisti di processi orientati alla maturazione di una cultura di tolleranza. La crescita di manifestazioni di una subcultura discriminatoria, la scarsa consapevolezza da parte della comunità giovanile circa la diffusione di atti discriminatori e l'isolamento sociale delle vittime sono le criticità che il progetto intende affrontare attraverso l'individuazione di tre linee di intervento strutturate in due fasi.
Nella prima fase (dal 2° al 6° mese) si procederà alla mappatura dei portatori di interesse e alla formazione di giovani operatori, insegnanti ed educatori sulla discriminazione di genere, la discriminazione etnica e la facilitazione e partecipazione. A tal fine si organizzerà un'advocacy rivolta alle istituzioni, alle scuole e ai Centri servizi per le famiglie e sarà realizzata una campagna contro l'hate speech sui social media.Nella seconda fase (dal 7° al 17° mese) le figure formate terranno laboratori didattici orientati alla diffusione e al potenziamento della cultura antidiscriminatoria rivolti ai target giovani e differenziati coinvolti nel network contro le discriminazioni. Sarà compito del network sviluppare dal basso pratiche innovative che stimolino la partecipazione e favoriscano le sinergie come leva della coesione e dello sviluppo sociale, con l'obiettivo di produrre un impatto virtuoso su servizi e comunità. Contestualmente saranno organizzati eventi in rete (blog, report annuale sulle discriminazioni in collaborazione con l'Università Aldo Moro di Bari), nonché feste di comunità, tornei sportivi e visite turistiche ai luoghi dell'emancipazione.

I destinatari diretti del progetto, stimati in 1835 persone, saranno individuati nei bacini degli enti partner di progetto e nell'ambito della rete Contro le Discriminazioni: si tratta di 250 studenti di scuola secondaria, 50 studenti universitari, 15 giovani madri (14-35 anni), 100 persone richiedenti asilo, rifugiate e titolari di protezione internazionale (14-35 anni), 350 bambini (4-13 anni), operatori didattici e sociali ed educatori, 10 insegnanti (23-60 anni), 40 cittadini stranieri, 60 volontari e rappresentanti di associazioni, comunità ed enti, 20 minori stranieri non accompagnati (14-18 anni), 400 adulti e 500 giovani under 35.

In fase di implementazione le attività saranno allargate ad altri stakeholder il cui target coincide con una o più delle tipologie di beneficiari del progetto.
  • Francesca Bottalico
  • Welfare
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