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Bari, il multisala fantasma e dieci dipendenti senza lavoro. Decaro: «Un problema da risolvere»

L'amarezza nelle loro parole: «Hanno preferito buttare a mare dieci lavoratori piuttosto che far soffrire la Fiera»

Un multisala con una sala Imax e uno schermo 4D che avrebbe dovuto vedere la luce alla fine del 2015, in un padiglione della Fiera del Levante a Bari, e 10 lavoratori rimasti senza lavoro, che avevano creduto in un progetto importante. Potrebbe riassumersi con queste poche parole la vicenda che da oltre tre anni vede coinvolti alcuni ex dipendenti della Fiera, rimasti con un pugno di mosche nel momento in cui è nato un contenzioso tra l'azienda che avrebbe dovuto costruire il cinema e l'Ente Fiera.

Tutto inizia nel 2015 quando, come ci racconta Barbara Neglia di Filcams CGIL: «A fronte della privatizzazione della Fiera il personale era in eccedenza. Si decise, allora, che in contemporanea con la costituzione della Newco, si sarebbe ceduta una parte della Fiera per la costruzione di una multisala. Questo nuovo cinema avrebbe dovuto inglobare non solo il personale eccedente della Fiera ma anche il personale dell'ex Cinema Armenise (la Stardust, l'azienda coinvolta nel progetto, è costituita da 3 soci, Pino Armenise, Pasquale Loseto e Vissia Loseto ndr)».

Fu così che, in seguito anche ad un accordo firmato dalle sigle sindacali, dalla Stardust e l'Ente Fiera, dieci dipendenti della Fiera si licenziarono per rientrare nel progetto del multisala, con l'impegno che sarebbero stati riassunti entro il dicembre 2015, data stabilita per l'apertura. Peccato che il cinema si sia bloccato, e non sia stato aperto a dicembre 2015 ed ora, nel gennaio 2019, si è ancora in alto mare, con il cantiere che ormai è fermo da circa un anno.

E nel frattempo i lavoratori, dopo aver percepito per un periodo la Naspi, dato che si erano licenziati, incrementata dalla Stardust con una cifra che è andata via via a diventare sempre minore, si trovano ora senza alcuna fonte di reddito. La Naspi è scaduta e Stardust, che si era impegnata a dare loro un "sussidio" fino a quando non avesse visto la luce il multisala, non sta erogando più nulla da settembre 2017.

«Quando siamo andati alla task force regionale del lavoro ad ottobre ci dissero che di lì a un mese si sarebbero create le condizioni per dare risposte - dichiara Barbara Neglia - invece siamo arrivati a Natale e oltre senza che nessuno si sia preso la responsabilità di dare loro una risposta. Io non ho più risposte da dare ai lavoratori, i passaggi istituzionali sono stati fatti tutti, i lavoratori sono disperati e sono tutti "diversamente" giovani . Per salvare la barca hanno accettato questo accordo rimanendo loro con un pugno di mosche».

«Abbiamo lasciato la Fiera perché ci era stato garantito che la multisala avrebbe aperto entro il 31 dicembre del 2015 – sottolinea Michele D'Angelo, uno dei dieci lavoratori coinvolti - C'era un accordo che diceva che avremmo preso servizio il 31 dicembre 2015, con la garanzia che non avremmo perso nulla né a livello retributivo, né a livello contributivo. Abbiamo anche fatto la procedura d'urgenza per rientrare in Fiera, dato che ormai la Stardust non ci stava dando più alcuna garanzia e non proseguiva con i lavori, ma i giudici ci hanno dato torto applicando la legge ma senza darci giustizia. Hanno applicato la legge su una frase dell'accordo che dice che possiamo rientrare in Fiera solo nel caso in cui fossimo stati licenziati, ma non essendo mai stati assunti non possiamo avere ragione. La Stardust secondo me si sta comportando così perché vuole che il cinema lo paghi la Fiera, e sta usando noi come arma di ricatto. Ora la Fiera si trincera dietro la sentenza del giudice per cui sta diventando un cane che si morde la coda. Nell'ultima sentenza, inoltre, non solo abbiamo avuto torto ma dovremmo anche pagare le spese legali, l'avvocato della Fiera ha detto che non vuole nulla mentre quello della Stardust pretende pure di essere pagato da noi, oltre al danno la beffa. Volevo chiamare le Iene per vedere se almeno loro potessero essere capaci di risolvere la situazione. Siamo tutti tra i 45/60 anni, in un'età difficile per essere riassunti da qualcun altro».

«Hanno preferito buttare a mare dieci lavoratori piuttosto che far soffrire la Fiera - conclude D'Angelo sconsolato - Volendo non sarebbe un grosso problema sistemare dieci persone almeno fino a quando non si apre questa multisala. La situazione ora è tragica. Purtroppo, la colpa è stata anche dei nostri sindacati, perché nessun legale da parte sindacale ha letto davvero l'accordo prima di firmare, magari in buona fede».

Nel frattempo sembra che qualcosa si stia muovendo e che la Fiera non sia stata con le mani in mano, d'altronde Stardust ha buttato giù uno dei capannoni e costruire il multisala è nell'interesse di tutti, anche dell'amministrazione comunale, oltre che fondamentale sta diventando capire come trovare una soluzione per i dieci ex dipendenti.

«La realizzazione del multisala è bloccata perché c'è un contenzioso tra l'azienda che avrebbe dovuto costruirlo e ha ottenuto l'immobile in affido e l'Ente Fiera – spiega Antonio Decaro – legato a diversi aspetti, uno dei quali è il pagamento dello stipendio dei dipendenti, oltre al problema dei costi di riqualificazione che secondo l'azienda sono diventati più elevati. La situazione è all'attenzione della Fiera che nei prossimi giorni farà un incontro per capire cosa fare con la società a cui è stata affidata la struttura. Contemporaneamente la situazione del personale è sotto la lente della Task Force regionale del lavoro guidata da Leo Caroli che anche oggi (ieri ndr) si è riunita proprio per questo».

«È un problema che dobbiamo risolvere - ribadisce il sindaco - quelle persone erano dipendenti della Fiera del Levante e non possono restare senza lavoro. La Fiera prima di sedersi al tavolo per discutere chiede di pagare gli stipendi ai dipendenti che erano stati presi in carico. È stata fatta una ulteriore proposta da parte della Fiera al gestore e stiamo aspettando la risposta».

«È un peccato essere in questa situazione - conclude - perché quello sarà uno dei cinema più importanti forse della Puglia, con uno schermo 4D e Imax, una grande attrattiva in una delle zone più belle della città. Siamo sicuri che quando partirà la risposta non potrà che essere positiva prima di tutto per i dipendenti, altrimenti dobbiamo assolutamente trovare una soluzione».
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