
Cronaca
Assolto l'uomo accusato di aver tentato di rapire una bambina a Bari
La sentenza ribalta il verdetto di primo grado che aveva ritenuto il 36enne colpevole dell’episodio avvenuto lo scorso 2 gennaio
Bari - lunedì 8 dicembre 2025
18.23
La Corte di Appello di Bari ha assolto con la formula «perché il fatto non sussiste» il 36enne Giuseppe Lamanuzzi, barese pluripregiudicato del quartiere Libertà imputato del tentato sequestro di persona di una bambina di 5 anni. La vicenda risale al 2 gennaio 2025, in una strada del quartiere San Pasquale del capoluogo.
In primo grado l'uomo era stato condannato dal Tribunale di Bari alla pena di 4 anni di reclusione e al risarcimento danni in favore dei genitori della bambina. Era accusato di aver tentato di rapire la bambina strattonandola mentre la madre la teneva per mano. Incappucciato, su una bici, avrebbe afferrato improvvisamente la bambina dalla manica del cappotto, cercando di tirarla a sé, per poi scappare dopo le urla della mamma. Era stato arrestato da una pattuglia dei Carabinieri.
Assistito dall'avvocato Caterina Francesca Diviccaro, l'imputato ha ribadito dinanzi ai giudici di appello quello che aveva già dichiarato in primo grado, spiegando che quel gesto era stato un tentativo di furto. Per la Corte, che ha ritenuto credibile tale ricostruzione, «è del tutto assurdo ritenere che l'imputato abbia pensato di organizzare il sequestro di una bambina che non conosceva, collocandosi su una bicicletta e percorrendo un'angusta via come quella ritratta nelle immagini».
Sempre secondo i giudici «è molto più probabile che, vedendo una madre con un atteggiamento protettivo nei confronti della minore e con un borsello appeso al braccio e che penzolava lato strada, abbia inseguito la madre e la figlia al fine di compiere il furto del borsello». Il 36enne, dopo l'assoluzione, è tornato in libertà.
In primo grado l'uomo era stato condannato dal Tribunale di Bari alla pena di 4 anni di reclusione e al risarcimento danni in favore dei genitori della bambina. Era accusato di aver tentato di rapire la bambina strattonandola mentre la madre la teneva per mano. Incappucciato, su una bici, avrebbe afferrato improvvisamente la bambina dalla manica del cappotto, cercando di tirarla a sé, per poi scappare dopo le urla della mamma. Era stato arrestato da una pattuglia dei Carabinieri.
Assistito dall'avvocato Caterina Francesca Diviccaro, l'imputato ha ribadito dinanzi ai giudici di appello quello che aveva già dichiarato in primo grado, spiegando che quel gesto era stato un tentativo di furto. Per la Corte, che ha ritenuto credibile tale ricostruzione, «è del tutto assurdo ritenere che l'imputato abbia pensato di organizzare il sequestro di una bambina che non conosceva, collocandosi su una bicicletta e percorrendo un'angusta via come quella ritratta nelle immagini».
Sempre secondo i giudici «è molto più probabile che, vedendo una madre con un atteggiamento protettivo nei confronti della minore e con un borsello appeso al braccio e che penzolava lato strada, abbia inseguito la madre e la figlia al fine di compiere il furto del borsello». Il 36enne, dopo l'assoluzione, è tornato in libertà.



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