
Cronaca
Aggredito a Madonnella, le parole di Mario: «Non c'è sicurezza, ora ho paura»
Il giovane 21enne, colpito a colpi di mazza da un uomo (poi arrestato), racconta quanto accaduto e pone alcune domande
Bari - martedì 10 giugno 2025
16.01
Ha passato un giorno in ospedale, dopo aver rimediato un trauma cranico e una prognosi di 20 giorni, Mario Magrone, il 21enne aggredito nella notte tra domenica e lunedì da un uomo con una mazza da baseball al quartiere Madonnella. Una violenza improvvisa e inspiegabile quella dell'aggressore, come si evince dal racconto di quella sera di Mario. «Stavo tornando a casa col mio ragazzo quando quell'uomo si è affiancato a noi con la bici. Prima ha chiesto delle sigarette e poi soldi, ma la mio rifiuto in maniera amichevole (non avevo neanche il portafoglio con me) ha continuato ad insistere e ha iniziato a essere fastidioso. Mi ha detto frasi tipo: "Sei geloso del ragazzo? Sei geloso". Poi, con la bici ci ha bloccato contro il muro, facendo il gesto di tagliare la gola. In quel momento, ho avuto un attacco di rabbia e ho tentato di liberarci. Mentre il mio ragazzo cerca di tirarmi via, lui ha tirato fuori la mazza da baseball e mi ha colpito».
Tutto accade velocemente, in quegli attimi Mario prova sentimenti contrastanti di «paura, terrore e confusione», nemmeno si rende conto completamente di essere stato colpito. «Ci siamo rifugiati nel panificio - aggiunge Mario - per fortuna sono accorse molte persone della zona, in pigiama e spaventate dalle urla». Sono proprio i cittadini del quartiere a rintracciare l'uomo e farlo tornare indietro. Nel frattempo, in breve tempo, arriva l'ambulanza del 118, e dopo almeno 20 minuti anche gli agenti di polizia che bloccano l'uomo.
L'episodio ha colpito profondamente Mario, non solo a livello fisico, ma anche psicologico. Se da un lato è rimasto stupito da come la gente del quartiere lo abbia aiutato, dall'altro sente di avere paura ora, anche solo di poter camminare da solo per strada di sera. «Penso che bisognerebbe promuovere corsi di autodifesa - conclude -. Camminare per strada non è più sicuro, soprattutto in posti come i sottopassi di Japigia o Sant'Antonio. La polizia sembra non esistere in determinate situazioni, mentre esistono mille posti di blocco per multare auto e fare cassa. Per i cittadini la sicurezza non c'è».
Tutto accade velocemente, in quegli attimi Mario prova sentimenti contrastanti di «paura, terrore e confusione», nemmeno si rende conto completamente di essere stato colpito. «Ci siamo rifugiati nel panificio - aggiunge Mario - per fortuna sono accorse molte persone della zona, in pigiama e spaventate dalle urla». Sono proprio i cittadini del quartiere a rintracciare l'uomo e farlo tornare indietro. Nel frattempo, in breve tempo, arriva l'ambulanza del 118, e dopo almeno 20 minuti anche gli agenti di polizia che bloccano l'uomo.
L'episodio ha colpito profondamente Mario, non solo a livello fisico, ma anche psicologico. Se da un lato è rimasto stupito da come la gente del quartiere lo abbia aiutato, dall'altro sente di avere paura ora, anche solo di poter camminare da solo per strada di sera. «Penso che bisognerebbe promuovere corsi di autodifesa - conclude -. Camminare per strada non è più sicuro, soprattutto in posti come i sottopassi di Japigia o Sant'Antonio. La polizia sembra non esistere in determinate situazioni, mentre esistono mille posti di blocco per multare auto e fare cassa. Per i cittadini la sicurezza non c'è».