ciro polito. <span>Foto Ssc Bari </span>
ciro polito. Foto Ssc Bari
Calcio

SSC Bari, il punto di Polito: «Lavorato per progetto vincente in tre anni. Non mi pongo obiettivi»

l diesse: «Cheddira può andare al mondiale. Scheidler investimento sul futuro. Zaza l’ho trattato solo negli ultimi giorni. Salcedo? Ha detto no a Ronaldo»

È il Ciro Polito day in casa SSC Bari. A 24 ore dall'ufficialità del rinnovo, il direttore sportivo si è presentato in conferenza stampa per fare il punto sul mercato e per spiegare come ha costruito la squadra per il campionato di serie B.

A introdurre la discussione è il presidente Luigi De Laurentiis, che in collegamento da Roma dice: «Voglio complimentarmi per il percorso che il Bari ha compiuto in queste partite, di coppa Italia e di campionato. Complimenti alla squadra, a Polito e a Mignani; come neopromossa il Bari ha dimostrato solidità. Il campionato è lungo, stiamo parlando di un inizio importante al netto di tutte le difficoltà. Questo fa bene, è un anno in cui cercheremo di capire bene questa categoria. Complimenti ai tifosi: dopo le prime due partite siamo primi assoluti come numero di spettatori. La partita con il Palermo è uno dei momenti chiave del mio percorso a Bari, e anche i 18mila della seconda in casa è un segnale importante, per la dedizione e il lavoro che tutti portiamo al Bari. Abbiamo rispetto dei tifosi, della città e del lavoro che facciamo.Per me è importante parlare di un accordo che comunichiamo oggi semplicemente perché c'è stato il mercato. Con Polito ci siamo stretti la mano, e questo è come firmare un contratto per noi. Polito si è dimostrato colui che può far parte di un progetto ambizioso, si è dimostrato abile persona di mercato. I nuovi si sono dimostrati ottime scelte, Polito ha compiuto operazioni importanti. È un aziendalista, ha empatia ed è un leader di spogliatoio: tutte queste qualità ci hanno portato a trovare una quadra umana e professionale. Questo rinnovo era d'obbligo, e ha un rinnovo automatico al raggiungimento dei playoff: è la testimonianza di un percorso ambizioso. Siamo qui per far diventare questo franchiste sempre più importante, Polito era un tassello fondamentale per la crescita della squadra. Ringrazio Polito per la fiducia che ha dimostrato in me e nella società».

Polito aggiunge: «Ringrazio Bari per l'affetto, spero di mantenere questo legame il più a lungo possibile. Il rinnovo l'ho fatto con una stretta di mano, che per me vale più di tutto. Non ho mai avuto dubbi, ho sempre lavorato con la stessa dedizione e tranquillità. Quando ho preso il Bari in C ho avuto la missione di portarlo il più in alto possibile. Ringrazio la famiglia De Laurentiis, che mi ha dato la libertà di muovermi e non ha mai obiettato. Lavoro per portare risultati al Bari. Voglio ringraziare i miei più stretti collaboratori; ho trovato delle persone straordinarie, partendo dall'avvocato Federico Menichini per le operazioni all'estero. Poi il segretario Davide Teti, Giuseppe Rinaldi che è anche mio genero e sta con me notte e giorno, il capo scout Marcello Marini con cui abbiamo selezionato 600/700 stranieri per lavorare in vista del futuro. E ancora: Antonello Ippedico, Gianni Picaro e Riccardo Venezia. Faccio tantissime richieste, solo grazie a loro ho portato a termine un lavoro complicato. Ora subito a fare risultati, sperando già da sabato a Cosenza».

Entrando sul tema mercato, il diesse spiega: «Siamo soddisfatti con una percentuale altissima, perché era complicato e lo sappiamo tutti. Non mi do voti, voglio una squadra che corre su ogni palla; il campo dirà. Il mercato di B è diventato dispendioso, ormai tutti andiamo dietro ai nomi e a calciatori ultratrentenni. Ho inseguito Gytkjaer, un usato sicuro che poi è rimasto al Monza anche se io ce l'avevo in mano, su Scheidler siamo andati per fare un investimento: c'è stato un alto costo per il cartellino, ma il suo guadagno non crea dislivello all'interno della squadra così nessuno può storcere il naso. Prendere un ragazzo di 24 anni vuol dire mettere dentro dei tasselli per costruire un Bari di grande livello, sperando che le mie idee siano correlate al campo. In partenza, sono soddisfatto di questo investimento. Il Bari dimostrava un gesto da parte della proprietà, dimostrare di poter investire per un futuro più roseo. Volevo giocatori giusti per il progetto, non tanto per prenderli. Non ho mai trattato Di Carmine, non gli ho mai parlato; al procuratore gli ho detto che non mi interessava. Con Cheddira in crescita non aveva senso prendere un 35enne, costruiamo con i giovani. Pavoletti? Ha giocato con me, ho avuto modo di sentirlo ma non negli ultimi giorni perché era infattibile. Il ragazzo aveva dato l'apertura, il Cagliari ha detto di no. ».

Polito, poi, continua: «Non mi pongo obiettivi. In C se costruisci una squadra per vincere, se non vinci ci vai vicino; in serie A ci sono due campionati, quello per salvarsi e poi tutto il resto. La serie B è come una bomba che non sai in mano a chi esplode. Ho costruito una squadra umile per un Bari importante in tre anni. Voglio parlare partita dopo partita, per vedere cosa possiamo incrementare e capire chi siamo. Tanti miei colleghi hanno paura di andare giù: l'anno scorso Crotone e Vicenza, due club con solidità e investimenti, sono retrocessi. Le partite sono tutte equilibrate, anche chi ha speso milioni non è detto che vada in A. I tifosi devono essere liberi di sognare quando riusciamo a costruire una base importante. Il Bari ha bisogno di tre anni per costruire e insediare i grandi club; noi non lo possiamo fare con i soldi, ma possiamo farlo con le idee e una grande piazza al seguito. In tre anni si può costruire un Bari vincente».

Quanto a ciò che sul mercato non è stato fatto, Polito aggiunge: «Sono esigente, sento sempre che qualcosa manchi. Abbiamo tre fuori lista, abbiamo 18 over: se non arriva un under, non può arrivare un altro terzino. A Mazzotta avevo chiesto di andare via perché volevo caratteristiche diverse. Lui ha comunque giocato 300 partite in B, se non si trova un'alternativa non posso continuare a mettere fuori giocatori. A gennaio se avremo bisogno potremo intervenire. Non sappiamo cosa abbiamo in mano, la realtà la dice il campo. I ragazzi portati dalla C stanno dimostrando di avere un valore: La Mantia è stato bomber del Lecce, per questo ha fatto un'altra scelta, e se l'avessi preso avrebbe chiuso Cheddira. Il Bari aveva bisogno di un altro giocatore davanti, per eccesso ne ho presi due per formare un attacco con alternative che possono convivere. Cheddira ha numeri impressionanti, godiamoci lui e il sempiterno Antenucci: dobbiamo essere contenti, dobbiamo crescere ma col gruppo, le idee e le qualità umane il Bari farà un ottimo campionato. I primo due giocatori che ho trattato sono stati Moncini e La Mantia. Con Moncini sono stato a pranzo per tre ore, ci sono rimasto male perché mi ha detto che non voleva sbagliare la scelta. Gli ho detto che lo volevo da anni, ed era più una scommessa per me che per lui. La piazza è pesante, i giocatori non vogliono pressioni; ha preferito andare con Venturato che lo ha avuto a Cittadella. Lui è forte, anche se ha avuto due anni difficili. Avevo trattato Colombo, un 2002, che però è andato in serie A con il Lecce».

L'uomo copertina in questo avvio di stagione è certamente Walid Cheddira, tant'è che per lui si parla anche del mondiale in Qatar. Polito conferma: «È arrivata una pre convocazione dal Marocco per Cheddira, a cui deve seguire una convocazione ufficiale. Il giocatore è stato pre allertato, sono venuti a Verona e a Parma, c'è uno scout in Italia; andrà a fare le due amichevoli a Barcellona contro Cile e Paraguay. Una bella soddisfazione per noi e per lui, che si è ritagliato uno spazio con l'abnegazione e la voglia di arrivare. Il Marocco va ai mondiali, se Cheddira verrà convocato non possiamo dirgli di rinunciare. Mi sono comunque cautelato con due attaccanti. Di Cheddira sono contento, a Parma ci sono andato quattro volte ma sono arrivato a quello che volevo».

Poi il caso Manuel Marras, rimasto fuori rosa dopo aver rifiutato tutte le destinazioni che Polito aveva trovato per lui: «Ho speso tante parole negative su Marras, non lo comprendo. Ha avuto il coraggio di rifiutare l'Ascoli, perché secondo lui retrocede e pensa di dover giocare nel Cagliari e altri club. Un pensiero ce l'ho, non per lui ma per i problemi che hanno le società: io ho trovato soluzioni per tutti, se non vogliono andare io posso farci poco. A Bari si sta bene, ma questo è il mestiere del calciatore. Io ho fatto dalla C2 alla serie A, ho vissuto il fuori rosa, la partenza a gennaio e non ho mai obiettato. Questo è un lavoro, bisogna arrivare un articolo per cui il calciatore è costretto ad andare lì dove c'è una soluzione trovata dalla società. Io lavoro dalla mattina alla sera e non vengo apprezzato. Si gioca lo stesso anche senza Polito: chi lo capisce è intelligente. Perrotta, per esempio, ha accettato di andare a Vercelli facendo un gesto importantissimo che mi ha fatto rimanere basito. Lì si vede chi ha voglia di giocare a calcio. Di Marras non voglio più parlare: io do la vita ai miei giocatori, ma quando vengo tradito divento cattivo perché ci rimango male e la prendo sul personale. Ci sono principi su cui non si può transigere, ognuno però pensa ai fatti proprio e noi andiamo in grande difficoltà».

Quanto all'ingresso di giovani importanti anche per creare capitale nel Bari, Polito spiega: «Caprile e Cheddira sono due giocatori importanti per un Bari vincente, ma c'è un mercato e se ci sono grandi club che te li chiedono fai fatica a tenerli. Io penso di costruire una squadra giovane e fresca, ma se qualche giocatore prende il volo per la serie A faremo di necessità virtù e continueremo a costruire. Sono due giovani forti, ma bisogna dimostrare fino alla fine: bisogna far arrivare la nave in porto a fine campionato».

Quanto agli obiettivi, Polito ribadisce: «Non ho preoccupazioni. Sappiamo di stare in un campionato difficile, le insidie sono dietro l'angolo. Ogni domenica sarà una battaglia e siamo pronti a battagliare su ogni campo. Noi viviamo di obiettivi di squadra, che a volte si raggiungono e a volte meno. Il primo obiettivo è la categoria, poi da lì bisogna costruire. Non si può essere soddisfatti al 100%, ci sono dei vincoli e il Bari fa dei sacrifici da anni. Il calcio non è fatto solo di soldi ma anche di idee, noi ne mettiamo tante per cercare di divertirsi. Bari ha bisogno di gente che sudi la maglia, io credo molto nel senso di appartenenza; io non ho mai baciato la maglia, ma ho sempre dato tutto. Io voglio una squadra che abbia il mio Dna, gente che voglia far scoppiare il pallone in ogni situazione».

Tornando sull'acquisto di Schleider, il diesse spiega: «Faccio un mestiere con tante responsabilità. Mi prendo gli applausi e mi devo prendere anche fischi e tirate d'orecchie, a me non preoccupano. Scheidler ha un costo che la famiglia De Laurentiis a Bari non aveva mai sostenuto, ma è stato più conveniente rispetto ad andare a prendere un 34enne per un ingaggio che copriva già tutto. Gli abbiamo fatto quattro anni di contratto, va inserito gradualmente. Ha 194 centimetri ma non è il classico riferimento offensivo, va in profondità e può essere un valore per questo Bari anche in futuro».

Uno dei tormentoni di mercato è stato Simone Zaza, accostato al Bari in più occasioni. Polito ricostruisce i retroscena nel dettaglio: «Quando ho fatto l'intervento a Sky sport non gli avevo mai parlato, non c'era neanche un pensiero su di lui. Non poteva scendere in B: in ogni cosa ci sono dei parametri. Poi il Toro, un mese fa, mi ha parlato di Zaza e ci ho provato. All'inizio mi ha dato delle aperture, poi mi ha detto di non voler andare in serie B. Io ci ho provato anche il penultimo giorno, ed effettivamente in B non ci è andato. Il nome, se associato alla verve agonistica, può essere un valore aggiunto: Antenucci e Di Cesare sono esempi, professionisti seri che hanno sempre lavorato per arrivare bene anche a 38 e 39 anni».

Ancora sugli attaccanti, Polito rivela un aneddoto sull'arrivo di Salcedo e spiega l'operazione Ceter: «Sono andato su una scommessa e su dei giovani. Ceter ha una forza fisica fuori dal normale e tende a qualche problema muscolare. Se lui, senza pressioni, va dentro è un valore aggiunto; ha tanto strapotere fisico. Può essere che Cheddira vada al mondiale, ma comunque abbiamo altri cinque attaccanti. Quando si è aperta la porta di Salcedo non ci ho pensato un attimo. Inzaghi lo aveva bloccato, poi per prendere Acerbi hanno dovuto cedere Salcedo; siccome mi piace e non ha problemi di lista, non ho esitato. Alle 17 il ragazzo è stato chiamato da Ronaldo per portarlo in Liga, ma lui aveva preso l'impegno con il Bari. L'inter gli ha chiesto di scegliere e lui ha scelto Bari anche su Ronaldo. Quello che ha fatto il pubblico di Bari mi ha aiutato per caricare di adrenalina i calciatori che stavo trattando».

Poi, sulla posizione di Botta, anche Polito dopo mister Mignani ribadisce che non c'è nessun caso: «Appena un giocatore non gioca si fa un caso, come l'anno scorso con Antenucci. Qui non c'è il singolo, c'è il gruppo. Le partite si mettono in un certo modo, si fanno delle valutazioni. Io e il mister stravediamo per Botta, ma può essere che lo abbia visto sottotono. Sono sicuro che farà parte di questo Bari, ma qui tutti possono andare fuori; la panchina a volte può essere salutare, quando c'è tanta concorrenza chi è intelligente alza la soglia dell'attenzione. Lo stesso vale per D'Errico, è uno che mi ha fatto soffrire di più l'anno scorso. È un mese che è il migliore in allenamento, il mister è trasparente e quando l'ha visto bene l'ha messo in forma. Tutti devono tirare, c'è bisogno di tutti».

Sulle altre trattative, il direttore sportivo spiega: «Zuzek? Ha voluto il Bari. Ci ho lavorato molto perché le condizioni erano esose; ho tirato un po' e ho raggiunto quello che volevo. È un capitano, un giocatore che mi piace molto. Sono giocatori di proprietà, non c'è bisogno di buttare tutti dentro; gli allenatori nostri sono tutti esigenti, la lingua è importante, viene da un altro campionato e c'è bisogno di tempo per metterli dentro. Lui ha fatto quattro partite di campionato e due di Europa League, ma dopo una settimana di lavoro era a pezzi perché qui i ritmi sono più alti. Andiamo avanti con questo percorso, poi si vedrà. Mallamo? Lo volevo a titolo definitivo, ma a zero euro. È normale che l'Atalanta non si voglia privare di un ragazzo che hanno cresciuto da piccoli; ho tirato tantissimo, e o non lo prendevo o lo prendevo in prestito. Bellomo ha un amore viscerale che io non ho mai visto prima. Lui si è tolto i soldi pur di venire al Bari, si è messo in macchina alle 5 del mattino: Taibi ogni giorno mi ha detto che voleva venire al Bari. Quando porti uno che prima è tifoso e poi giocatore è un valore aggiunto. È vero che è difficile essere profeta in patria, ma lui è uomo vero. Caprile ha una crescita esponenziale, ma è un giovane e deve lavorare tranquillo. Come tutti, deve migliorare. Lui a vent'anni ragiona come un trentenne, è sereno con i compagni e avrà un grande percorso di crescita».
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