Migjen Basha
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Calcio

FC Bari, parla Basha: «Niente più regali in trasferta»

Il capitano: «Finalmente sto bene. Grosso ci sta dando mentalità»

«Abbiamo giocato due partite fuori casa finora e abbiamo raccolto sconfitte immeritate, frutto esclusivamente di veri e propri regali da parte nostra. L'importante, ora, è dimenticare il passato e guardare avanti». A suonare la carica in casa Bari è il capitano Migjen Basha, che prende la parola a metà settimana per fare il punto della situazione in vista della dura trasferta di La Spezia, in programma sabato prossimo.

«Sarà una partita difficile – prosegue il centrocampista. Lo Spezia è una squadra ben organizzata e molto forte, e soprattutto in casa sono difficilissimi da affrontare. In più saranno motivati dalla sconfitta contro la Salernitana che, da quanto ho capito, non è stata meritata».

Il Bari, dunque, è chiamato a invertire la tendenza fuori casa, dove il successo manca da ben dieci turni; e il banco di prova sarà di quelli impegnativi. Il primo obiettivo resta «Evitare le ingenuità – come spiega il leader della mediana biancorossa. Dopo quelle due brutte sconfitte abbiamo parlato con il mister dei goal "strani" che abbiamo preso, e da quel momento lavoriamo ancor più sodo per evitare di commettere errori. Una squadra che lotta per la parte alta della classifica non può concedersi nessuna svagatezza; dobbiamo essere perfetti soprattutto in fase di pressing. E' fondamentale mantenere alta la concentrazione, nelle singole partite e in tutto il campionato».

Le due vittorie consecutive hanno riportato morale in casa biancorossa, dando concreta dimostrazione che qualcosa è cambiato, soprattutto nell'atteggiamento, rispetto alle scorse stagioni. «Non mi piace fare paragoni, ma con mister Grosso stiamo acquisendo una mentalità più giusta. Credo che lo si sia visto anche quando le cose sono andate male: la squadra non ha mai mollato e non ha smesso di giocare», assicura Basha che si concede anche qualche riflessione sul suo rendimento fin qui: «Il passaggio al 3-5-2 per me non comporta chissà quali cambiamenti. Abbiamo maggiore copertura con un difensore in più ma il mister a me chiede di fare sempre le solite cose e io mi trovo molto bene. L'importante è vincere».

Ma i paragoni con la passata stagione restano inevitabili, soprattutto alla luce del cambiamento che si è intravisto in queste prime giornate rispetto al finale del passato campionato, quando la squadra cedette dal punto di vista fisico ancorché mentale. E proprio Basha fu tra coloro che finirono sul banco degli imputati, anche se il capitano del Bari non ci sta e rilancia: «Ad aprile dissi che non ne avevo più e fui onesto con tutti, a partire da Colantuono. Tra Europeo e impegni successivi con la Nazionale non avevo avuto modo di fare la preparazione, e non avendo saltato nemmeno un allenamento con il Bari non c'era stata per me la possibilità di recuperare energie. Ora sto meglio ma non mi sento un pilastro di questa squadra: il mister ha tante scelte a disposizione e tutte di qualità. Tocca a lui mandarci in campo e se ci vedrà stanchi farà giocare qualcun altro».

Eppure, che lo voglia o no, Basha è stato finora uno dei pochissimi insostituibili di Grosso. Fosforo, senso della posizione e personalità da leader al servizio dell'equilibrio di squadra di cui il mister è alla ricerca: il Bari ha trovato nel suo capitano la soluzione pronta all'uso in cabina di regia tanto inseguita per tutta l'estate. «Non ho mai prestato l'orecchio al mercato – tuona Basha; diesse, presidente e allenatore non mi hanno mai detto di essere alla ricerca di un nuovo mediano basso, né l'hanno detto in altre sedi. Io cerco di fare il meglio, anche se la condizione di ognuno di noi dipende dalla condizione generale della squadra. Ribadisco: non mi sento indispensabile nel gioco del Bari. Non tutte le azioni passano dai miei piedi, perché abbiamo la fortuna di disporre di diverse soluzioni, a partire dal portiere e dai difensori», replica l'albanese, in predicato di rispondere alla convocazione della sua Nazionale in vista degli ultimi impegni verso Russia 2018 di metà ottobre: «Lo sa la società se è arrivata o meno la convocazione. Se non dovesse arrivare sarò dispiaciuto, ma dall'altra parte sarò contento di mettermi ancora a disposizione del mister», taglia corto il mediano in conclusione.
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