
Vita di città
Uniba, Carlo Verdone è dottore honoris causa in Medicina e Chirurgia
Bellotti: «Approccio compassionevole e clinico alla materia». L'attore: «Sono antidepressivo privo di effetti collaterali»
Bari - lunedì 6 ottobre 2025
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Sarà una serata da ricordare per l'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari, quella di domenica 5 ottobre. L'incantevole cornice del Teatro Petruzzelli ha ospitato la cerimonia di consegna della laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia all'attore, regista ed autore Carlo Verdone, icona del cinema italiano.
La motivazione è stata spiegata dal rettore Roberto Bellotti: «Verdone ha sempre avuto un approccio compassionevole e clinico alla medicina che assieme alla sua celebrità e alle sue capacità comunicative» lo hanno di fatto reso un «testimonial competente e unico nella promozione della prevenzione». Secondo i docenti dell'ateneo barese, Carlo Verdone sarebbe uno dei maggiori divulgatori della materia medica relativamente alla pratica professionale con informazioni «non tecniche» ma efficacemente rivolte al grande pubblico. L'attore e regista capitolino sarebbe dunque espressione pratica di «un modello di Medicina clinica, ispirato ai suoi grandi maestri degli anni Cinquanta e Sessanta» che non demanda alla tecnologia ma che si ispira all'ascolto ed alla comprensione del percorso personale dei pazienti. Insomma, Verdone sarebbe una genuina espressione dell'umano conforto e della vicinanza «che sono - si legge nella motivazione dell'ateneo barese - parte integrante e dovere vincolante dell'agire medico».
Il Carlo nazionale sei anni fa aveva ricevuto anche l'iscrizione onoraria all'albo dei farmacisti romani, anche per quella sua mai celata ipocondria su cui non ha mai smesso di giocare anche sul grande schermo, in realtà volontà ferma di curarsi e curare sfruttando le proprie competenze acquisite in anni di letture.
«Osservo le persone, studio i loro caratteri, fragilità, tic e difetti - ha quindi dichiarato l'attore all'AGI -. Ho anche iniziato a studiare privatamente medicina la sera, sugli atti dei congressi che alcuni miei medici mi riportavano. Ero molto interessato e mi sono appassionato. Alla fine - ha spiegato Verdone - il lavoro del medico non è tanto distante da quello che faccio io: certamente il medico è più importante, salva le vite; io no, ma posso curare l'umore, che è una cosa molto importante. Diciamo - ha concluso - che sono un antidepressivo vivo privo di effetti collaterali».
La motivazione è stata spiegata dal rettore Roberto Bellotti: «Verdone ha sempre avuto un approccio compassionevole e clinico alla medicina che assieme alla sua celebrità e alle sue capacità comunicative» lo hanno di fatto reso un «testimonial competente e unico nella promozione della prevenzione». Secondo i docenti dell'ateneo barese, Carlo Verdone sarebbe uno dei maggiori divulgatori della materia medica relativamente alla pratica professionale con informazioni «non tecniche» ma efficacemente rivolte al grande pubblico. L'attore e regista capitolino sarebbe dunque espressione pratica di «un modello di Medicina clinica, ispirato ai suoi grandi maestri degli anni Cinquanta e Sessanta» che non demanda alla tecnologia ma che si ispira all'ascolto ed alla comprensione del percorso personale dei pazienti. Insomma, Verdone sarebbe una genuina espressione dell'umano conforto e della vicinanza «che sono - si legge nella motivazione dell'ateneo barese - parte integrante e dovere vincolante dell'agire medico».
Il Carlo nazionale sei anni fa aveva ricevuto anche l'iscrizione onoraria all'albo dei farmacisti romani, anche per quella sua mai celata ipocondria su cui non ha mai smesso di giocare anche sul grande schermo, in realtà volontà ferma di curarsi e curare sfruttando le proprie competenze acquisite in anni di letture.
«Osservo le persone, studio i loro caratteri, fragilità, tic e difetti - ha quindi dichiarato l'attore all'AGI -. Ho anche iniziato a studiare privatamente medicina la sera, sugli atti dei congressi che alcuni miei medici mi riportavano. Ero molto interessato e mi sono appassionato. Alla fine - ha spiegato Verdone - il lavoro del medico non è tanto distante da quello che faccio io: certamente il medico è più importante, salva le vite; io no, ma posso curare l'umore, che è una cosa molto importante. Diciamo - ha concluso - che sono un antidepressivo vivo privo di effetti collaterali».


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