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Cronaca
Tentato omicidio Vavalle, cinque arresti dopo 9 anni. I NOMI
L'agguato nel 2016 al quartiere San Paolo: l'uomo, raggiunto da 10 proiettili, ma sanguinante, riuscì a fuggire
Bari - mercoledì 19 novembre 2025
9.47
La svolta è arrivata dopo nove anni. Sullo sfondo una vendetta, una spedizione punitiva. Cinque persone, tutte appartenenti al clan Strisciuglio di Bari, sono state arrestate dai Carabinieri nell'ambito dell'indagine sul tentato di omicidio di Nicola Vavalle, ferito nel 2016 a colpi di kalashnikov nel quartiere San Paolo di Bari.
I militari, infatti, hanno eseguito una ordinanza cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo pugliese, Alfredo Ferraro, nei confronti del 39enne Saverio Faccilongo, alias «Benzina». Col ras del quartiere San Pio, già detenuto al 41 bis, sono finiti in carcere suo fratello Giovanni, «Vanni», 30 anni, Vito Antonio Catacchio, «Carota», 41 anni (anche lui al 41 bis), Francesco De Marzo, 35 anni, di Bari, e infine Giovanni Sgaramella, 40 anni, di Modugno.
Le accuse, a vario titolo, sono di tentato omicidio premeditato in concorso, di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di un'arma da guerra (costituita da un fucile d'assalto AK 47 kalashnikov), aggravati dalle modalità mafiose. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino, ritengono che il movente del tentato omicidio del 18 giugno 2016, avvenuto nella zona Cecilia di Modugno, vada ricercato in una lite avvenuta nel quartiere Santo Spirito di Bari.
Francesco Vavalle, figlio di Nicola all'epoca 14enne, il pomeriggio di quello stesso giorno fece intervenire il padre in un lido a nord di Bari in cui il buttafuori non gli aveva consentito di entrare senza pagare. Il padre avrebbe quindi aggredito il buttafuori, provocando la reazione degli Strisciuglio a cui i Vavalle non si erano mai voluti sottomettere. E così quella stessa sera Vavalle, all'epoca 51 anni, fu ferito a colpi di kalashnikov in un agguato in via Caposcardicchio, al rione San Paolo.
L'agguato avvenne in pieno giorno: l'uomo fu colpito da alcuni proiettili calibro 7.62 (30 quelli esplosi utilizzando anche un kalashnikov) al torace, alle gambe e al basso ventre. Vavalle fu colpito non lontano dall'ospedale, dove arrivò da solo. Secondo le testimonianze, a sparare sarebbero state due persone, probabilmente in sella a due moto mentre Vavalle era in auto: il clan rivale aveva piazzato una vedetta dotata di radiotrasmittente, che avvertì i killer del passaggio della vittima.
«L'indagine - è scritto in una nota - ha consentito di ricondurre l'evento delittuoso ad un quadro di situazione individuato nell'esigenza da parte degli esponenti del clan Strisciuglio di consolidare il proprio ruolo egemonico nel proprio territorio di competenza criminale, il San Pio, mediante la eliminazione fisica della vittima».
I militari, infatti, hanno eseguito una ordinanza cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo pugliese, Alfredo Ferraro, nei confronti del 39enne Saverio Faccilongo, alias «Benzina». Col ras del quartiere San Pio, già detenuto al 41 bis, sono finiti in carcere suo fratello Giovanni, «Vanni», 30 anni, Vito Antonio Catacchio, «Carota», 41 anni (anche lui al 41 bis), Francesco De Marzo, 35 anni, di Bari, e infine Giovanni Sgaramella, 40 anni, di Modugno.
Le accuse, a vario titolo, sono di tentato omicidio premeditato in concorso, di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di un'arma da guerra (costituita da un fucile d'assalto AK 47 kalashnikov), aggravati dalle modalità mafiose. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino, ritengono che il movente del tentato omicidio del 18 giugno 2016, avvenuto nella zona Cecilia di Modugno, vada ricercato in una lite avvenuta nel quartiere Santo Spirito di Bari.
Francesco Vavalle, figlio di Nicola all'epoca 14enne, il pomeriggio di quello stesso giorno fece intervenire il padre in un lido a nord di Bari in cui il buttafuori non gli aveva consentito di entrare senza pagare. Il padre avrebbe quindi aggredito il buttafuori, provocando la reazione degli Strisciuglio a cui i Vavalle non si erano mai voluti sottomettere. E così quella stessa sera Vavalle, all'epoca 51 anni, fu ferito a colpi di kalashnikov in un agguato in via Caposcardicchio, al rione San Paolo.
L'agguato avvenne in pieno giorno: l'uomo fu colpito da alcuni proiettili calibro 7.62 (30 quelli esplosi utilizzando anche un kalashnikov) al torace, alle gambe e al basso ventre. Vavalle fu colpito non lontano dall'ospedale, dove arrivò da solo. Secondo le testimonianze, a sparare sarebbero state due persone, probabilmente in sella a due moto mentre Vavalle era in auto: il clan rivale aveva piazzato una vedetta dotata di radiotrasmittente, che avvertì i killer del passaggio della vittima.
«L'indagine - è scritto in una nota - ha consentito di ricondurre l'evento delittuoso ad un quadro di situazione individuato nell'esigenza da parte degli esponenti del clan Strisciuglio di consolidare il proprio ruolo egemonico nel proprio territorio di competenza criminale, il San Pio, mediante la eliminazione fisica della vittima».



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