
Cronaca
SSC Bari, Leccese: «Un sindaco non può imporre ad un privato di vendere»
Colloquio del primo cittadino con i capi della Curva Nord nella mattinata dell'8 dicembre
Bari - martedì 9 dicembre 2025
«Ho incontrato una delegazione di tifosi del Bari, a margine della manifestazione promossa dai gruppi ultras in piazza Libertà.
La richiesta che mi è stata rivolta è chiara: aprire un confronto con i vertici societari per comprendere quali siano le reali intenzioni sul futuro sportivo della squadra della città. Voglio essere altrettanto chiaro: un sindaco non può imporre a un soggetto privato di vendere una società né obbligarlo a investire per raggiungere determinati risultati sportivi».
Così il primo cittadino di Bari, Vito Leccese, al termine delle colloquio nella sala della Giunta avuto a Palazzo di Città nella mattinata dell'8 dicembre con i capi ultras della Curva Nord. Una mattinata caratterizzata dalla manifestazione pacifica in piazza Prefettura con lo striscione "LIBERATECI" a campeggiare sul Palazzo del Governo. La lotta contro la multiproprietà e la mancanza di ambizione della SSC Bari si è fatta dura al pomeriggio trasferendosi allo stadio, fuori dai cancelli del San Nicola. Dentro, poche centinaia di abbonati per vedere l'ennesimo mezzo passo falso del Bari contro il Pescara ultimo in classifica.
«Qualcuno sostiene - ha continuato Vito Leccese - che nel 2018 l'amministrazione avrebbe promesso di assumere un ruolo di garanzia nel passaggio del titolo sportivo all'attuale proprietà. Nel corso dell'incontro, però, abbiamo ricordato il contesto di allora: il Bari veniva da anni difficilissimi, con fallimenti ripetuti, proposte di acquisto improbabili e il rischio concreto di dover ripartire dalla terza categoria o, peggio ancora, di vedere scomparire il calcio in città. Serviva un gruppo imprenditoriale in grado di restituire prima di tutto stabilità finanziaria e di ricostruire, gradualmente, un percorso sportivo all'altezza di una piazza importante come Bari - è stata la sottolineatura -. È difficile, oggi, negare che il soggetto individuato fosse allora ritenuto da tutti adeguato a questa sfida. E che altre soluzioni fossero in quel momento oggettivamente impraticabili per tempi e modi», ha ribadito Leccese (sebbene si trattasse di un avviso pubblico e non di un bando).
«Da quel momento, però, sono trascorsi più di sette anni - si legge ancora in una nota social del sindaco -. La squadra è ripartita dai campi della Serie D, è ritornata nel calcio professionistico e ha sfiorato una promozione in Serie A svanita all'ultimo istante.
Nel frattempo la città è cresciuta, ha cambiato volto, si è fatta conoscere in Italia e nel mondo per la sua bellezza e la sua energia.
Oggi, però, siamo a un bivio: serve chiarezza sulle prospettive del progetto sportivo, nel rispetto dei tifosi e del ruolo che Bari ha ormai nel panorama nazionale. Per questo chiederò al Presidente Luigi De Laurentiis un incontro formale, con un unico obiettivo: chiarire quali siano le intenzioni per il futuro del Bari».
Leccese è quindi tornato a spiegare il suo ruolo in questo delicatissimo momento non solo per le sorti calcistiche della squadra della città di Bari, ma per tutto ciò che essa rappresenta come patrimonio collettivo: «Lo ripeto: non è nelle prerogative del sindaco imporre la vendita della società. Non prometto ciò che non posso garantire. Quello che posso assicurare è il rispetto dell'impegno assunto durante il Consiglio comunale monotematico sulla concessione dello stadio San Nicola dello scorso 21 febbraio.
Le condizioni saranno riviste per adeguarle alla situazione attuale e rispettare l'indirizzo arrivato dall'aula, tenendo conto anche degli importanti lavori di ammodernamento già realizzati sulla struttura.
Contestualmente solleciteremo i vertici federali - è una anticipazione che farà piacere ai tifosi del Bari, poiché proprio una giunta di centrosinistra aveva messo in mano il titolo ai De Laurentiis - sul tema della multiproprietà, chiedendo che sia data la giusta considerazione alle aspettative e alle richieste di una tifoseria e di una città tra le più importanti nel contesto nazionale».
«Ai tifosi, infine, voglio dire una cosa semplice e sincera: su questa partita saremo dalla stessa parte - ha rimarcato Leccese -.
Faremo tutto ciò che rientra nelle possibilità e nei limiti istituzionali del Comune di Bari per sostenere la crescita della città — sul piano sportivo, culturale ed economico. Perché il Bari non è solo una squadra: è un pezzo della nostra identità collettiva, e merita un futuro all'altezza della sua storia e della passione della sua gente».
La richiesta che mi è stata rivolta è chiara: aprire un confronto con i vertici societari per comprendere quali siano le reali intenzioni sul futuro sportivo della squadra della città. Voglio essere altrettanto chiaro: un sindaco non può imporre a un soggetto privato di vendere una società né obbligarlo a investire per raggiungere determinati risultati sportivi».
Così il primo cittadino di Bari, Vito Leccese, al termine delle colloquio nella sala della Giunta avuto a Palazzo di Città nella mattinata dell'8 dicembre con i capi ultras della Curva Nord. Una mattinata caratterizzata dalla manifestazione pacifica in piazza Prefettura con lo striscione "LIBERATECI" a campeggiare sul Palazzo del Governo. La lotta contro la multiproprietà e la mancanza di ambizione della SSC Bari si è fatta dura al pomeriggio trasferendosi allo stadio, fuori dai cancelli del San Nicola. Dentro, poche centinaia di abbonati per vedere l'ennesimo mezzo passo falso del Bari contro il Pescara ultimo in classifica.
«Qualcuno sostiene - ha continuato Vito Leccese - che nel 2018 l'amministrazione avrebbe promesso di assumere un ruolo di garanzia nel passaggio del titolo sportivo all'attuale proprietà. Nel corso dell'incontro, però, abbiamo ricordato il contesto di allora: il Bari veniva da anni difficilissimi, con fallimenti ripetuti, proposte di acquisto improbabili e il rischio concreto di dover ripartire dalla terza categoria o, peggio ancora, di vedere scomparire il calcio in città. Serviva un gruppo imprenditoriale in grado di restituire prima di tutto stabilità finanziaria e di ricostruire, gradualmente, un percorso sportivo all'altezza di una piazza importante come Bari - è stata la sottolineatura -. È difficile, oggi, negare che il soggetto individuato fosse allora ritenuto da tutti adeguato a questa sfida. E che altre soluzioni fossero in quel momento oggettivamente impraticabili per tempi e modi», ha ribadito Leccese (sebbene si trattasse di un avviso pubblico e non di un bando).
«Da quel momento, però, sono trascorsi più di sette anni - si legge ancora in una nota social del sindaco -. La squadra è ripartita dai campi della Serie D, è ritornata nel calcio professionistico e ha sfiorato una promozione in Serie A svanita all'ultimo istante.
Nel frattempo la città è cresciuta, ha cambiato volto, si è fatta conoscere in Italia e nel mondo per la sua bellezza e la sua energia.
Oggi, però, siamo a un bivio: serve chiarezza sulle prospettive del progetto sportivo, nel rispetto dei tifosi e del ruolo che Bari ha ormai nel panorama nazionale. Per questo chiederò al Presidente Luigi De Laurentiis un incontro formale, con un unico obiettivo: chiarire quali siano le intenzioni per il futuro del Bari».
Leccese è quindi tornato a spiegare il suo ruolo in questo delicatissimo momento non solo per le sorti calcistiche della squadra della città di Bari, ma per tutto ciò che essa rappresenta come patrimonio collettivo: «Lo ripeto: non è nelle prerogative del sindaco imporre la vendita della società. Non prometto ciò che non posso garantire. Quello che posso assicurare è il rispetto dell'impegno assunto durante il Consiglio comunale monotematico sulla concessione dello stadio San Nicola dello scorso 21 febbraio.
Le condizioni saranno riviste per adeguarle alla situazione attuale e rispettare l'indirizzo arrivato dall'aula, tenendo conto anche degli importanti lavori di ammodernamento già realizzati sulla struttura.
Contestualmente solleciteremo i vertici federali - è una anticipazione che farà piacere ai tifosi del Bari, poiché proprio una giunta di centrosinistra aveva messo in mano il titolo ai De Laurentiis - sul tema della multiproprietà, chiedendo che sia data la giusta considerazione alle aspettative e alle richieste di una tifoseria e di una città tra le più importanti nel contesto nazionale».
«Ai tifosi, infine, voglio dire una cosa semplice e sincera: su questa partita saremo dalla stessa parte - ha rimarcato Leccese -.
Faremo tutto ciò che rientra nelle possibilità e nei limiti istituzionali del Comune di Bari per sostenere la crescita della città — sul piano sportivo, culturale ed economico. Perché il Bari non è solo una squadra: è un pezzo della nostra identità collettiva, e merita un futuro all'altezza della sua storia e della passione della sua gente».


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