
Cronaca
Sequestrati beni per 500mila euro ad un esponente del clan Parisi
La Direzione Investigativa Antimafia blocca case, terreno e conti di Alessandro Di Cillo, originario di Cassano delle Murge
Bari - lunedì 1 dicembre 2025
11.28
Beni mobili e immobili per un valore complessivo pari a 500mila euro sono stati sequestrati ad Alessandro Di Cillo, di 42 anni, originario di Cassano delle Murge e considerato dalla Direzione Investigativa Antimafia un esponente di spicco della criminalità barese e figura di riferimento di un gruppo collegato al clan Parisi.
Questa mattina i detective dell'Antimafia del capoluogo pugliese hanno infatti eseguito un decreto di sequestro, emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, su proposta congiunta del procuratore capo della Repubblica del capoluogo pugliese e del direttore della Direzione Investigativa Antimafia, nei confronti dell'uomo, libero e difeso dall'avvocato Valeria Volpicella, ritenuto in affari col clan di Savino Parisi e coinvolto in procedimenti giudiziari fin dal 2005.
L'uomo, indagato nel 2022 nella maxi operazione "Porta Robustina" di Bitonto, è stato inserito inizialmente nel contesto della mafia barese come uomo di fiducia del gruppo egemone nel rione Japigia di Bari, con compiti di supervisione nell'ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti e come custode delle armi del clan. Successivamente ha consolidato una propria azione autonoma, dando vita a un gruppo locale sempre legato, però, all'organizzazione mafiosa barese di origine.
Gli accertamenti hanno evidenziato una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati al fisco e il patrimonio riconducibile all'uomo. Il sequestro ha interessato tre immobili, tra cui una villetta con un terreno agricolo e un appartamento con cantinola, e disponibilità finanziarie distribuite tra buoni fruttiferi e conti correnti.
Questa mattina i detective dell'Antimafia del capoluogo pugliese hanno infatti eseguito un decreto di sequestro, emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, su proposta congiunta del procuratore capo della Repubblica del capoluogo pugliese e del direttore della Direzione Investigativa Antimafia, nei confronti dell'uomo, libero e difeso dall'avvocato Valeria Volpicella, ritenuto in affari col clan di Savino Parisi e coinvolto in procedimenti giudiziari fin dal 2005.
L'uomo, indagato nel 2022 nella maxi operazione "Porta Robustina" di Bitonto, è stato inserito inizialmente nel contesto della mafia barese come uomo di fiducia del gruppo egemone nel rione Japigia di Bari, con compiti di supervisione nell'ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti e come custode delle armi del clan. Successivamente ha consolidato una propria azione autonoma, dando vita a un gruppo locale sempre legato, però, all'organizzazione mafiosa barese di origine.
Gli accertamenti hanno evidenziato una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati al fisco e il patrimonio riconducibile all'uomo. Il sequestro ha interessato tre immobili, tra cui una villetta con un terreno agricolo e un appartamento con cantinola, e disponibilità finanziarie distribuite tra buoni fruttiferi e conti correnti.



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