rifiuti in mare
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Territorio

"Se butti male... finisce in mare", al via il progetto di Legambiente nelle scuole della Puglia

Anche Bari fra le città coinvolte. Nel 2018 trovati 516 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia monitorati

Conferire male i rifiuti significa farli finire in mare e procurare danni gravissimi all'ecosistema marino. Ecco perché l'associazione Legambiente lancia la seconda edizione di "Se butti male... finisce in mare", progetto rivolto agli alunni di 7 città della Puglia. Saranno oltre 2mila gli studenti coinvolti dall'iniziativa nelle città di Bari, Barletta, Carovigno, Margherita di Savoia, Otranto, Porto Cesareo e Trani, per un totale di 20 classi. Insieme a loro anche volontari e cittadini comuni. In ogni classe gli educatori di Legambiente svolgeranno incontri periodici per la realizzazione di laboratori e attività ludico-didattiche, sia a scuola che sul campo, sul tema della prevenzione dei rifiuti. Tutti i docenti coinvolti nel progetto avranno a disposizione una guida per approfondire il tema del marine litter, delle microplastiche e dei rifiuti in mare e in spiaggia con i propri ragazzi, che potranno successivamente cimentarsi in un'attività di monitoraggio dei rifiuti in spiaggia grazie al supporto di un diario in cui annotare i dettagli della propria esperienza di citizen science. Tutte le scuole della Puglia che desiderano aderire al progetto potranno richiedere i materiali didattici compilando il modulo on line suwww.legambientescuolaformazione.it.

«Sono di ogni tipo, colore, forma, dimensione - spiegano da Legambiente in una nota. Non solo conchiglie sui nostri litorali ci sono buste, cotton fioc, reti, vetro o pezzi di metallo, rifiuti spiaggiati gettati consapevolmente o provenienti dagli scarichi non depurati, dall'abitudine di utilizzare i wc come una pattumiera ma anche dalla cattiva gestione dei rifiuti domestici. Per non parlare di quelli che spesso galleggiano sulla superficie del mare o che si arenano sulle spiagge e che sono solo la punta dell'iceberg di un problema ben più complesso: il marine litter è un fenomeno che riguarda anche il mar Mediterraneo. Nel 2018 nell'ambito dell'indagine nazionale Beach litter, su 78 spiagge italiane monitorate (in 14 diverse Regioni) da Legambiente, sono stati trovati 48.388 rifiuti in un'area complessiva di 416.850 mq, pari a 60 campi da calcio. Una media di 620 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, quattro rifiuti ogni passo. Eppure contrastare il marine litter si può, attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione e soprattutto facendo conoscere le soluzioni che passano anche dalla prevenzione dei rifiuti in mare e in spiaggia, dalla raccolta differenziata e dal riciclo. Il tutto coinvolgendo e responsabilizzando i cittadini, a partire dai più giovani».

In Puglia «Lo scorso anno, nell'ambito dell'indagine beach litter, su 6 spiagge monitorate, per un totale di 54.400 mq di area campionata, l'associazione ambientalista ha trovato 3.093 rifiuti (6% dei rifiuti nazionali). Parliamo di una media di 516 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia (lineari), inferiore alla media nazionale di 620. La plastica resta il materiale più presente nei litorali pugliesi seguita da carta e cartone, vetro e ceramica e metallo. Nella top ten dei rifiuti ritrovati ci sono: tappi e bottiglie di plastica, stoviglie e bicchieri monouso, cotton fioc e reti per la coltivazione dei mitili sono gli oggetti più presenti sulle spiagge pugliesi».​

Questi i temi attorno ai quali si svilupperà del progetto educativo "Se butti male… Finisce in mare!" promosso da Legambiente e Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, giunto alla seconda edizione. «Obiettivo principale è ricordare e far capire come attraverso le proprie scelte e uno stile di vita più ecofriendly si possa prevenire il marine litter, imparando a differenziare di più e meglio i rifiuti, senza dimenticare che possono avere una seconda vita, come ci ricorda la sfida dell'economia circolare», spiega l'associazione. «Per sottolineare quanto sia importante dare nel proprio quotidiano un piccolo contributo, Legambiente e Corepla nell'ambito del progetto "Se butti male…Finisce in mare" presenteranno alle scuole il vademecum delle "buone abitudini che tutelano il mare" contenente sei consigli pratici in difesa del mare: scegli prodotti riciclabili e fai bene la raccolta differenziata; prima di buttare pensa bene sei puoi riusare; non acquistare e usare prodotti cosmetici e per la pulizia che contengono microplastiche; non buttare nessun rifiuto nel wc; non buttare nulla negli scarichi e nei tombini; in spiaggia, nei parchi, lungo i fiumi e i laghi renditi utile, dedica qualche minuto a raccogliere i rifiuti che troverai, il buon esempio è contagioso».

«Da anni Legambiente riserva alla tutela del mare e delle sue coste un impegno continuo e costante attraverso numerosi progetti, iniziative di volontariato ambientale, attività didattiche, di educazione ambientale e grazie a un'esperienza diffusa di monitoraggi scientifici praticata in tutto il paese da volontari e cittadini, considerata da più fonti istituzionali internazionali come una delle esperienze più avanzate al mondo di 'citizen science', il contributo dei cittadini alla conoscenza dei problemi ambientali e alla loro risoluzione - spiega Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia. Un'esperienza che vogliamo far conoscere anche alle scuole e ai ragazzi per far toccare con mano il problema, ma anche per evidenziare le soluzioni che passano sempre di più su politiche di prevenzione e sensibilizzazione, su una corretta gestione dei rifiuti a partire dalla raccolta differenziata e dal riciclo».

«Questa iniziativa ci permette di sottolineare, ancora una volta, che per contrastare il fenomeno del marine litter sia fondamentale puntare sull'educazione e sul coinvolgimento dei più giovani ai temi ambientali - afferma Antonello Ciotti, Presidente Consorzio Corepla. La raccolta differenziata è un gesto d'amore verso il proprio territorio ma anche un volano per la creazione di nuove imprese, nuovi posti di lavoro e risparmio di materie prime. Solo attraverso la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica è infatti possibile dare nuova vita ai rifiuti creando vera economia circolare».
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