
Cronaca
I dettagli dell'operazione "Velvet": clan Velluto, arrestati in otto. I NOMI
Ai vertici del gruppo Domenico Velluto e Giovanni Fasano. L'indagine è stata incentrata sul quartiere Carrassi e sulla zona di San Marcello
Bari - martedì 8 luglio 2025
11.33 Comunicato Stampa
Decapitato il clan Velluto che, negli ultimi vent'anni, è diventato egemone fra i rioni San Pasquale e Carrassi. Un sodalizio nato all'indomani degli arresti dei due fratelli Anemolo. Un clan diretto da Domenico Velluto, 60 anni, in buoni rapporti col clan Strisciuglio, ma storicamente affiliato al boss di Japigia Savino Parisi.
All'alba 8 persone, ritenute appartenenti al clan Velluto, sono state arrestate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari che hanno eseguito una ordinanza applicativa di misure cautelari del Tribunale di Bari (presidente Ambrogio Marrone), dopo le condanne in primo grado per associazione mafiosa e finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. Il processo di primo grado ha portato a 23 condanne per totali 437 anni di reclusione.
Secondo l'impostazione accusatoria, a capo del gruppo ci sarebbe stati Velluto, in carcere dal 2018, e Giovanni Fasano, di 56 anni. I riscontri si sono basati su deposizioni rese dai testimoni e dai collaboratori di giustizia, sulle intercettazioni, nonché dalle numerose attività di riscontro svolte durante l'attività d'indagine, che hanno provato l'esistenza di tutti gli elementi costitutivi sia dell'associazione di tipo mafioso che dell'associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti.
Alla base degli 8 provvedimenti restrittivi ci sono le esigenze cautelari perché, nel prosieguo investigativo, è emerso che le persone condannate continuano ad essere inserite nel circuito criminale, a vivere di proventi delle attività illecite, risultando privi di reddito e in parte sorvegliati speciali di pubblica sicurezza, tanto da essere coinvolti in gravi fatti di reato. Secondo gli inquirenti, anche con i capi in carcere arrivano gli ordini ai sodali per proseguire a dare operatività al clan.
Dagli elementi sopravvenuti, infatti, è emersa la concreta ed attuale piena operatività del clan e dell'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, laddove il boss Velluto continua dal carcere a capeggiare il clan omonimo tramite il socio in affari Fasano, considerato la mente del clan, oltre che con l'ausilio di altri sodali facenti parte del gruppo di fuoco del clan. Notevole era la disponibilità di armi, utilizzate in fatti di sangue compiuti per controllare il territorio barese d'influenza.
L'indagine, avviata nel 2002 e condotta fino al 2016, è stata incentrata su uno specifico contesto territoriale di riferimento ossia il quartiere Carrassi e la zona di San Marcello. Qui, dopo il pentimento dell'allora capoclan Giuseppe Cellamare, prese potere il clan Velluto, a vent'anni dai fatti, «ancora operativo e pericoloso».
All'alba 8 persone, ritenute appartenenti al clan Velluto, sono state arrestate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari che hanno eseguito una ordinanza applicativa di misure cautelari del Tribunale di Bari (presidente Ambrogio Marrone), dopo le condanne in primo grado per associazione mafiosa e finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. Il processo di primo grado ha portato a 23 condanne per totali 437 anni di reclusione.
Secondo l'impostazione accusatoria, a capo del gruppo ci sarebbe stati Velluto, in carcere dal 2018, e Giovanni Fasano, di 56 anni. I riscontri si sono basati su deposizioni rese dai testimoni e dai collaboratori di giustizia, sulle intercettazioni, nonché dalle numerose attività di riscontro svolte durante l'attività d'indagine, che hanno provato l'esistenza di tutti gli elementi costitutivi sia dell'associazione di tipo mafioso che dell'associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti.
Alla base degli 8 provvedimenti restrittivi ci sono le esigenze cautelari perché, nel prosieguo investigativo, è emerso che le persone condannate continuano ad essere inserite nel circuito criminale, a vivere di proventi delle attività illecite, risultando privi di reddito e in parte sorvegliati speciali di pubblica sicurezza, tanto da essere coinvolti in gravi fatti di reato. Secondo gli inquirenti, anche con i capi in carcere arrivano gli ordini ai sodali per proseguire a dare operatività al clan.
Dagli elementi sopravvenuti, infatti, è emersa la concreta ed attuale piena operatività del clan e dell'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, laddove il boss Velluto continua dal carcere a capeggiare il clan omonimo tramite il socio in affari Fasano, considerato la mente del clan, oltre che con l'ausilio di altri sodali facenti parte del gruppo di fuoco del clan. Notevole era la disponibilità di armi, utilizzate in fatti di sangue compiuti per controllare il territorio barese d'influenza.
L'indagine, avviata nel 2002 e condotta fino al 2016, è stata incentrata su uno specifico contesto territoriale di riferimento ossia il quartiere Carrassi e la zona di San Marcello. Qui, dopo il pentimento dell'allora capoclan Giuseppe Cellamare, prese potere il clan Velluto, a vent'anni dai fatti, «ancora operativo e pericoloso».