Il Tribunale di Bari
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Cronaca

Omicidio Lopez, al via il processo: il killer ha chiesto l'abbreviato

Alla sbarra anche altre persone, fra cui il nipote del boss Palermiti. Chiedono i danni la Regione Puglia, il Comune di Molfetta e l'ex proprietario del Bahia

Tre richieste di giudizio abbreviato, una di patteggiamento. E ancora: tre costituzioni di parti civili con richieste fino a 500mila euro, ma non da parte dei familiari di Antonella Lopez. È iniziato ieri, innanzi al Tribunale di Bari, il processo per l'omicidio della 19enne uccisa all'interno della discoteca Bahia Beach di Molfetta.

In veste di imputati oltre al 22enne Michele Lavopa, reo confesso dell'omicidio della giovane barese e difeso dall'avvocato Francesco Santangelo, anche altre tre persone. Si tratta del 21enne Eugenio Palermiti, nipote omonimo del boss del quartiere Japigia di Bari, assistito dagli avvocati Raffaele Quarta e Nicola Quaranta, oltre a Giuseppe Fresa e Mario Ruta, entrambi baresi 22enni che avrebbero aiutato Lavopa a disfarsi della pistola calibro 7.65 utilizzata per uccidere la 19enne.

I primi tre hanno invocato il giudizio abbreviato, il quarto, invece, difeso dall'avvocato Andrea Casto, ha chiesto di patteggiare una condanna a 2 anni. Nella prima seduta in aula, davanti al giudice dell'udienza preliminare barese Susanna De Felice, si sono costituiti parte civile la Regione Puglia (avvocato Rita Biancofiore), il Comune di Molfetta (avvocato Antonio Modugno), e Nicola Spadavecchia, gestore del locale all'epoca del delitto, rappresentato dall'avvocato Maurizio Masellis.

«Le condotte criminose contestate agli imputati - si legge nell'atto di costituzione di parte civile della Regione - mirano a falsare le regole della civile convivenza». L'omicidio della 19enne e il duello armato in una discoteca «finalizzati alla supremazia criminale» sono «indicativi del radicamento del fenomeno mafioso. Questi sanguinari delitti creano conseguenze al territorio per la presenza e l'azione di uomini che operano senza scrupoli per raggiungere gli obiettivi criminali dei clan».

Parte civile anche il Comune di Molfetta, il quale lamenta che la vicenda abbia alimentato il concetto, «assolutamente infondato» si legge nell'atto, che la città sia «terra di conquista e di malaffare mafioso». Questo ha causato un «gravissimo danno», diffondendo «sia nei cittadini locali che nei turisti un comune sentimento di paura, oltre che il marchio d'infamia derivante dalla operatività di soggetti associati ad ambienti mafiosi che in maniera spregiudicata portavano con sé armi».

La Regione Puglia ha chiesto un risarcimento di 100mila euro, il Comune di Molfetta di 500mila euro, mentre il Bahia Beach di 350mila euro. Nessuna richiesta di costituzione di parte civile è pervenuta da parte dei familiari della giovane uccisa per sbaglio il 24 settembre 2024. Si tornerà in aula il prossimo 27 novembre.
  • Eugenio Palermiti
  • Michele Lavopa
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