Nubi nere sul futuro della Bosch a Bari, Denner: «Il vento in poppa non c'è più»

Aumentano sempre di più le preoccupazioni sul futuro dello stabilimento di Bari della Bosch. Nei giorni scorsi le dichiarazioni del presidente Denner, rilasciate in una intervista al Sueddeutsche Zeitung, hanno scatenato nuove paure nei dipendenti e preoccupazione nei sindacati di categoria.

«Il vento in poppa non c'è più, non saremo in grado di mantenere l'alto livello di rendimento dello scorso anno e ci saranno conseguenze sui lavoratori, soprattutto negli stabilimenti diesel, per i quali stiamo facendo tutto il possibile per attuare il calo in modo socialmente accettabile», queste le parole di Denner.

«Siamo seriamente molto preoccupati per il futuro dello stabilimento di Bari e dei 1850 lavoratori diretti, oltre che per tutto l'indotto sul territorio barese - afferma il Segretario Nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera - Il rischio di perdere ancora altri posti di lavoro, altre professionalità, altre risorse altamente qualificate in un territorio già martoriato da altre multinazionali che hanno chiuso i battenti e da sempre minacciato dal baratro della disoccupazione, che è arrivato a sfiorare il 50% nell'ultimo anno, non ce lo possiamo permettere».

«I lavoratori della Bosch di Bari - sottolinea - vivono di stenti con gli ammortizzatori sociali dal 2009, e già sono stati ridotti in questo decennio da 2500 a 1850 unità, in maniera volontaria ed incentivata. Non possiamo permettere che si continui a fare saving sulla vita di quei lavoratori che sono stati e sono ancora oggi la spina dorsale di uno stabilimento di eccellenza tecnologica nel territorio di Bari. Chiediamo a Bosch uno sforzo maggiore, che si impegni a portare nel sito di Bari nuove produzioni, in settori diversi dal diesel, anche non automotive, e di continuare a fregiare il nostro territorio della sua imponente presenza e della sua tecnologia per la vita. Bosch Bari non si tocca».