Il sit in contro il Decreto Legge Sicurezza
Il sit in contro il Decreto Legge Sicurezza
Politica

No al Decreto-Legge sicurezza, associazioni in piazza a Bari

Stamattina diverse le realtà che si sono date appuntamento in centro, consegnato l'appello firmato al prefetto

Sit-in questa mattina in centro a Bari contro l'approvazione del decreto legge sicurezza proposto dal Governo. Diverse le associazioni in piazza per dire con forza No. Al termine della manifestazione una delegazione delle associazioni firmatarie è stata ricevuta in Prefettura e in Comune per esporre le motivazioni dell'appello.

«In prossimità della conclusione dell' iter parlamentare per la conversione in legge del Decreto Legge n.113 sentiamo forte l'urgenza di far arrivare la nostra voce nell'aula in cui si deciderà la posizione del nostro Paese rispetto alla salvaguardia dei Diritti Umani - scrivono nell'appello pubblicato per spiegare le motivazioni dietro la decisione di manifestare - Sappiamo che la nostra voce si unirà a quella dei tanti e tante che, numerosi, hanno già scritto e rappresentato la propria convinzione che, a fronte dell'assenza di adeguati flussi di ingresso regolare, occorra lavorare per facilitare il più possibile l'integrazione e non approvare norme che rischiano di far aumentare l'irregolarità».

«La nostra obiezione di fondo riguarda innanzitutto la riduzione del problema dell'immigrazione a un problema di sicurezza, che sembra essere la filosofia generale del DL - sottolinenao - Decreto che, oltre alla irragionevolezza, presenta numerosi profili di irregolarità e incostituzionalità. Cosa peraltro confermata anche dal Consiglio Superiore della Magistratura. Ma d'altra parte, se l' obiettivo prioritario del Decreto consiste nel garantire sicurezza ai cittadini, risulta evidente quanto questo sia inconciliabile, per esempio, con il passaggio dalla forma del permesso di soggiorno per motivi umanitari ad un ristretto numero di permessi di soggiorno per "casi speciali"».

«I circa 140.000 titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari sarebbero, con l'entrata in vigore delle nuove norme, ricacciati in una condizione di irregolarità, contigua, come sappiamo, alla devianza ed all'illegalità - proseguono - Molte delle associazioni firmatarie lavorano da tempo sul territorio per fornire ai cittadini non italiani forme di aiuto e accompagnamento alla regolarizzazione, attraverso l'informazione, l'insegnamento della lingua italiana ed altre forme di risposta ai bisogni primari, come quello alla salute, per favorire forme di integrazione rispettose della dignità dei cittadini non italiani e della sicurezza di tutti. La nuova disciplina risponde invece ad una logica di precarizzazione, in quanto i permessi di soggiorno per casi speciali sono configurati come quasi sempre non rinnovabili e non convertibili, per esempio, in permessi di soggiorno per motivi di lavoro».

«Si rischierà, in questo modo, di far perdere, successivamente al primo anno di applicazione della Legge in discussione, il permesso di soggiorno a molti tra coloro che sono oggi in procinto di ottenerlo - concludono - Ciò si tradurrà in un danno anche per il mondo del lavoro , poiché le imprese incontreranno difficoltà a reclutare mano d' opera regolare. Le cittadine e i cittadini firmatari invitano i parlamentari a contenere nella discussione in aula le misure che tendono a cancellare le esperienze di integrazione in atto, quali gli SPRAR, e ad accogliere le proposte migliorative, come l'emendamento 6, proposto dall'ANCI e già approvato al Senato».

«Il decreto, oltre a violare esplicitamente i diritti umani dei cittadini stranieri, abbandona i migranti nell'irregolarità, mettendoli ai margini della società e sottoponendoli al ricatto della criminalità che ne sfrutterebbe i bisogni per i propri affari - commenta il segretario generale della Cgil Bari, Gigia Bucci - Bari e la Puglia forniscono esempi eclatanti di questo pericolo quali la condizione abitativa di alcuni quartieri, come Libertà, o il caporalato agricolo. La linea politica del Ministero tuttavia, come dimostra anche lo smantellamento di esperienze virtuose, non pare quella di mettere a punto un sistema di accoglienza funzionale, relazionando culture e interessi, ma di creare conflitti sociali inesistenti su cui scaricare il disagio in cui tante persone sono attualmente relegate».

Questa la lista completa della associazioni che aderiscono all'appello:
Anchenoi- Associazione di cittadinanza attiva
ANPI – Bari
ARCI Bari
Associazione Culturale 'Continente Sommerso'
Banca del Tempo Vola in Tempo Bari
Caritas
Circondario
Comitato per la Pace di terra di Bari
CGIL –Bari-
Convochiamoci per Bari
CUAM
EUGEMA ONLUS
FISAC CGIL PUGLIA
FLC CGIL Bari
GEP Gruppo Educhiamoci alla Pace
Giovani Democratici Bari
Gruppo Lavoro Rifugiati
Kairos
Libera
Libertiamoci
Linea d'Onda
Link Bari
M.I.I.R. (Mediatori interculturali in rete)
Nuovo Fantarca
PERIPLO
Rete della Conoscenza
Saro Wiwa
Scuola d'italiano per stranieri " Penny Wirton"Bari
Solidaria APS Bari
'Squola'' Penny Wirton - Bisceglie
Uds Bari
Zona Franka
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