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Cronaca
Immobili e soldi confiscati al boss Eugenio Palermiti e al figlio Giovanni
I beni, fra cui una villa abusiva, un fondo rustico e un centro estetico, erano già stati sequestrati nel 2022
Bari - martedì 3 giugno 2025
22.38
Una villa abusiva, un fondo rustico, un centro estetico, un locale in cui si trova un salone da parrucchiere, poco meno di 64mila euro e una polizza assicurativa. Sono questi i beni che il Tribunale della Prevenzione di Bari ha confiscato a Eugenio Palermiti, 71enne capo dell'omonimo clan, e a suo figlio Giovanni, 49 anni.
Entrambi sono in carcere, condannati in via definitiva per associazione mafiosa e per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, i beni a loro confiscati furono sequestrati nel 2022 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Nel sequestro originario erano compresi anche i fabbricati, i beni e il patrimonio aziendale della Centro Carni Pugliesi s.r.l., il cui sequestro è però stato revocato perché la società non è più attiva, e vari mezzi di trasporto.
Nella richiesta di confisca, la Antimafia barese aveva sottolineato la «pericolosità sociale» di entrambi, gravati da condanne definitive per associazione mafiosa e per reati in materia di droga e armi. I due avrebbero infatti avviato iniziative imprenditoriali e avrebbero fatto investimenti nel settore immobiliare usando il denaro proveniente dalla commercializzazione della droga e da attività illecite, servendosi di una folta schiera di prestanome a cui venivano intestati i beni o le attività.
Entrambi, riusciti ad acquisire una posizione di primo piano nella mappatura commerciale, hanno ancora carichi pendenti sempre per la stessa tipologia di reati. Venerdì scorso Eugenio e Giovanni Palermiti sono stati condannati rispettivamente a 20 e 18 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico di droga.
Entrambi sono in carcere, condannati in via definitiva per associazione mafiosa e per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, i beni a loro confiscati furono sequestrati nel 2022 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Nel sequestro originario erano compresi anche i fabbricati, i beni e il patrimonio aziendale della Centro Carni Pugliesi s.r.l., il cui sequestro è però stato revocato perché la società non è più attiva, e vari mezzi di trasporto.
Nella richiesta di confisca, la Antimafia barese aveva sottolineato la «pericolosità sociale» di entrambi, gravati da condanne definitive per associazione mafiosa e per reati in materia di droga e armi. I due avrebbero infatti avviato iniziative imprenditoriali e avrebbero fatto investimenti nel settore immobiliare usando il denaro proveniente dalla commercializzazione della droga e da attività illecite, servendosi di una folta schiera di prestanome a cui venivano intestati i beni o le attività.
Entrambi, riusciti ad acquisire una posizione di primo piano nella mappatura commerciale, hanno ancora carichi pendenti sempre per la stessa tipologia di reati. Venerdì scorso Eugenio e Giovanni Palermiti sono stati condannati rispettivamente a 20 e 18 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico di droga.