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Diagnosticare il tumore al seno con un prelievo, la scoperta dei ricercatori di Bari

Lo studio, condotto nel centro ricerche oncoematologiche del Policlinico, potrà in futuro essere applicato ad altri tipi di cancro

Con un semplice prelievo di sangue si potrà prevedere con molto anticipo se il tumore al seno può generare metastasi e diffondersi ad altri organi. L'importante scoperta è dei ricercatori della Scuola di Medicina dell'Università di Bari, ed è stata pubblicata dalla rivista Scientific Reports affiliata a Nature (https://www.nature.com/articles/s41598-019-53660-x.).

Lo studio è stato condotto nel Centro ricerche oncogenomiche (Crog) diretto dal prof. Franco Silvestris e afferente alla cattedra di Oncologia Medica del Policlinico. La ricerca è basata sull'applicazione della cosiddetta "biopsia liquida" allo studio delle caratteristiche biologiche dei tumori. Isolando dal sangue le cellule tumorali circolanti (CTC) e studiando le caratteristiche molecolari del loro genoma, cioè ricercando se sono espressi determinati geni tra cui quelli preposti a formare le metastasi, è possibile riconoscere precocemente se le Ctc potranno invadere altri organi e favorire la diffusione del tumore.

Lo studio ha riguardato per ora il cancro mammario, ma certamente potrà essere applicato ad altri tumori, soprattutto a quelli con elevato potenziale nella formazione delle metastasi che notoriamente costituiscono la complicanza di maggiore gravità nella biologia dei tumori.

I risvolti applicativi di queste ricerche, sostengono i ricercatori del Crog, sono piuttosto significativi nella lotta contro il cancro sia dal punto di vista scientifico, sia da quello umano nella vita dei pazienti. Poter anticipatamente conoscere le proprietà metastatiche del tumore tramite un semplice prelievo di sangue, consentirà di attivare nuove strategie cliniche nella sorveglianza della recidiva del tumore, mentre nei casi in cui le Ctc non presentano le caratteristiche genomiche della invasione di vari organi e della formazione delle metastasi, i pazienti potranno ragionevolmente essere meno angosciati dalla paura della ricomparsa del tumore che costituisce uno dei principali motivi di sofferenza psicologica nella loro vita di relazione.
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