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Da Bari in Burkina Faso. Progetto di solidarietà fermo per il coronavirus

La malattia arriva in Africa, sono 8 i contagiati nella capitale Ouagadougou. Il dottore Limosano: « Possibilità di ridurre la pericolosità grazie al farmaco studiato a Napoli»

«Ho sentito i miei amici in Burkina per dargli la mia vicinanza affettiva e spiegargli che potrebbero mettersi in moto le condizioni per poter richiedere gratuitamente il farmaco attualmente in valutazione a Napoli con risultati abbastanza buoni ed eventualmente contrastare l'impatto di questo virus che in Africa potrebbe avere effetti molto più gravi di quelli che stiamo vivendo in Italia».

Sono le parole del chirurgo vascolare, Vincenzo Limosano, in pensione dall'Ospedale Di Venere. Lo scorso gennaio per due settimane il dottore è stato in Africa in Burkina Faso grazie ad un viaggio organizzato da Don Salvatore della parrocchia Immacolata di Adelfia per prendere atto delle realtà sanitarie del posto oltre che per mettere a disposizione le proprie competenze professionali tra cure mediche e visite specialistiche che devono soddisfare i bisogni primari di questa popolazione che vive in condizioni di povertà e degrado e quindi ancora più a rischio contagio in questo momento storico.

Il viaggio non è stato per niente semplice (non 'era anche l'emergenza coronavirus) da Bari verso Roma in macchina, da Roma a Tunisi e da Tunisi a Ouagadougou in aereo e poi ancora in macchina per raggiungere la città di Bobo Dioulasso. Con il medico Limosano sono partiti anche la dottoressa Emanuella De Palma ginecologa in pensione dal di Venere, partecipe del progetto italiano Medici con il Camper, ed il dottor Leonardo Cascarano pediatra in pensione dal Miulli accompagnati dal parroco e da due volontari laici della parrocchia, Olimpia Parato e Nino Gargano. Un lungo viaggio per un futuro progetto di solidarietà che allo stato attuale, purtroppo, non ha alcuna possibilità di essere realizzato a causa dell'emergenza corona. Ormai da due settimane è tutto bloccato e anche in Burkina Faso si vive con la paura del virus che conta già 8 contagiati e proprio nei giorni scorsi si è deciso di chiudere scuole e università. Tutti ormai siamo al corrente dell'emergenza sanitaria in corso, in tutto il mondo e soprattutto in Italia.

Dottor Limosano, può raccontarci come è strutturato il progetto?
«Questo progetto di solidarietà è stato ideato proprio durante il viaggio dello scorso gennaio. Abbiamo pensato di formare una catena di medici e paramedici per dare una continuità assistenziale in questi posti. Nel nostro piccolo come associazione vorremmo fornire dei punti di riferimento sanitari a cui questo gruppo di medici italiani andrebbe a dare un aiuto, un sussidio specialistico in modo da poter dare a questa terra anche quelle specializzazioni e quelle consulenze che chiaramente sono deficitarie. Ma senza pensare alla specializzazione pensiamo un attimo alla ginecologia e alla maternità quale aiuto potrebbe arrivare dalla presenza di nostri medici che chiaramente darebbero una spinta importante anche alla riduzione della mortalità, in parte quella infantile.

Quali sono le azioni in corso a causa dell'emergenza coronavirus?
Stiamo cercando di organizzarci al meglio, chiaramente questo momento particolare riduce drasticamente le possibilità organizzative e quindi tutto viene rinviato ad un momento più idoneo per realizzare incontri e per coinvolgere medici che potrebbero partecipare a questo progetto che in questo momento è ancora nei sogni o almeno nei miei. Speriamo, non appena tutto il mondo occidentale si liberi da questo grosso problema del corona virus, si possa riprenderlo e portarlo avanti con una maggiore forza di incisività».

'Medici con il Camper' fornisce assistenza socio-sanitaria a tutti coloro che vivono in condizioni di marginalità e bisogno in Puglia. Come si sta organizzando in questi giorni difficili?
«Anche 'Medici con il Camper', che da 4 anni svolge la sua attività di volontariato, in questo momento storico è obbligato a fermarsi. Fino ad ora ci siamo rivolti agli ultimi degli ultimi sia nei ghetti del foggiano che nella città di Bari. Abbiamo un ambulatorio di ascolto sanitario, a Sant'Antonio in Piazza Luigi di Savoia, ci rivolgiamo anche ai Rom che stanno qui a Bari e dove qualche volta andiamo ad aiutarli anche da un punto di vista sanitario».

La sanità è in difficoltà in Italia e non risparmia neanche il Burkina Faso, si parla di 8 contagi da coronavirus e tanta paura
«Questo virus è sicuramente più infettivo di tutti quelli conosciuti sino ad oggi e questo non significa che dal momento in cui è meno pericoloso non deve fare paura perché la polmonite soprattutto in pazienti anziani può essere mortale, quindi immaginate le problematiche che può creare in Africa che vive da sempre carenze sanitarie. L'Italia soffre perché aabbiamo una carenza di strutture. La Lombardia è quella che ad oggi sta messa peggio per l'alto numero di pazienti che necessitano di cure. La sanità italiana vive una difficoltà totale derivante da una gestione ventennale non proprio attenta».

Cosa spera per il futuro?
Spero in una ripartenza quanto prima possibile.
  • Volontariato
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