
Cronaca
Confermata la condanna mafiosa per l’aggressione a Maria Grazia Mazzola
La Cassazione ha reso definitiva la condanna a Monica Laera per l’aggressione del 2018 alla giornalista del Tg1. La pena è di 1 anno e 4 mesi
Bari - giovedì 22 maggio 2025
7.18
Era febbraio 2018 quando Maria Grazia Mazzola, inviata del Tg1, fu aggredita da Monica Laera, membro del clan Strisciuglio, minacciata di morte. La giornalista fu colpita dalla donna con un pugno, dopo aver fatto domande sul marito Lorenzo Caldarola e sul figlio Ivan, durante un'inchiesta realizzata sui giovani e le mafie.
I giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione hanno rigettato il ricorso dei legali di Laera, la boss mafiosa che ha aggredito la giornalista del Tg1 Mazzola, si tratta di una pagina molto importante per il diritto di cronaca, con la quale si conferma il diritto dei cittadini ad essere informati. La donna è stata condannata alla pena di 1 anno e 4 mesi di reclusione, con l'aggravante del metodo mafioso, che si aggiunge alla condanna in Cassazione per l'articolo 416 bis.
In un comunicato Usigrai che riporta la notizia della condanna si legge: già nella sentenza di primo grado i giudici hanno scritto che «il giornalista costituisce una minaccia seria per le associazioni mafiose, in quanto con il proprio lavoro è in grado di provocare un grave vulnus al muro di omertà che protegge, in una coltre di silenzio, le vicende criminali del clan». Il pronunciamento della Cassazione su questa vicenda riporta nel solco della legalità e del diritto il lavoro del giornalista.
Su Facebook anche la giornalista ha commentato la notizia, mostrando l'entusiasmo per il pronunciamento dei magistrati e poi scrivendo: «Ora la sentenza della Cassazione è definitiva. Quante lacrime ho versato, quanto dolore, quante umiliazioni: ora giustizia. Vada in carcere e paghi le spese legali di tutte le parti civili».
I giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione hanno rigettato il ricorso dei legali di Laera, la boss mafiosa che ha aggredito la giornalista del Tg1 Mazzola, si tratta di una pagina molto importante per il diritto di cronaca, con la quale si conferma il diritto dei cittadini ad essere informati. La donna è stata condannata alla pena di 1 anno e 4 mesi di reclusione, con l'aggravante del metodo mafioso, che si aggiunge alla condanna in Cassazione per l'articolo 416 bis.
In un comunicato Usigrai che riporta la notizia della condanna si legge: già nella sentenza di primo grado i giudici hanno scritto che «il giornalista costituisce una minaccia seria per le associazioni mafiose, in quanto con il proprio lavoro è in grado di provocare un grave vulnus al muro di omertà che protegge, in una coltre di silenzio, le vicende criminali del clan». Il pronunciamento della Cassazione su questa vicenda riporta nel solco della legalità e del diritto il lavoro del giornalista.
Su Facebook anche la giornalista ha commentato la notizia, mostrando l'entusiasmo per il pronunciamento dei magistrati e poi scrivendo: «Ora la sentenza della Cassazione è definitiva. Quante lacrime ho versato, quanto dolore, quante umiliazioni: ora giustizia. Vada in carcere e paghi le spese legali di tutte le parti civili».