Un ragazzo a scuola con la mascherina
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Scuola e Lavoro

Scuola in Puglia, tutti contro la didattica a scelta anche alle superiori

Le scuole secondarie di secondo grado dall'1 febbraio rientrano al 50% in presenza, ma l'ordinanza lascia la possibilità di optare per la DDI

La nuova ordinanza sulla scuola firmata ieri da Michele Emiliano ha scontentato di nuovo tutti. Non solo per il primo ciclo di istruzione resta la tanto criticata possibilità di scelta, ma lo stesso viene inserito anche per la scuola secondaria di secondo grado nel momento in cui, dall'1 febbraio, gli studenti dovranno ricominciare ad andare in presenza, seppur nel limite di un massimo del 50%.

«Annunciare date per la ripresa significa solo lanciare proclami al vento - commenta Giovanni Verga, segretario generale della Uil Scuola Puglia - La scuola in presenza potrà ripartire quando avremo la necessaria sicurezza e, quindi, solo quando i contagi cominceranno a diminuire e saranno recuperati i ritardi per l'attuazione di alcune importanti misure che andavano previste da tempo».

«La scelta se mandare o meno i propri figli a scuola – spiega Verga - non può essere delegata ai genitori e il presidente Emiliano non può continuare ad adottare mezze misure come quella del sistema misto di frequenza con la didattica digitale integrata, un metodo che incide pesantemente sull'autonomia organizzativa e didattica di ciascuna scuola e che sta mostrando tutti i propri limiti mettendo a dura prova il personale docente e generando confusione soprattutto per l'organizzazione scolastica, per i lavoratori e per le famiglie».

«La nuova ordinanza ripropone i vizi delle precedenti - sottolinea Roberto Romito, presidente regionale ANP Puglia - e li estende anche al rientro a scuola degli studenti delle superiori, che potrà avvenire a partire dal 1 febbraio prossimo e non da lunedì 25, come prospettato in un primo momento. Quest'ultimo dato rappresenta l'unica concessione fatta dal presidente Emiliano alle nostre richieste».

«Rimaniamo in attesa - aggiunge Romito - di vedere quale sarà la situazione sul campo in termini di frequenza scolastica. E rimaniamo soprattutto in attesa della partenza, promessaci per il 1 febbraio, del piano di inserimento nelle scuole dei cosiddetti operatori sanitari scolastici che dovrebbero coadiuvare le scuole nello screening e nell'adozione di tutte le misure organizzative e sanitarie atte a contrastare la diffusione del virus nelle scuole stesse».

«Con l'emanazione della nuova ordinanza - rimarca Claudio Menga, FLC Cgil Puglia - in un colpo solo il presidente Emiliano fa ricadere le relazioni sindacali al punto più basso finora mai registrato. In Puglia il cerchio si chiude con una doppia limitazione, nel caso delle superiori: la facoltà attribuita alle famiglie di non far frequentare in presenza le attività didattiche qui si aggiunge ad una riduzione delle frequenze, prevista già a monte e contenuta entro II vincolo del 50% rispetto al totale delle presenze».

«Riteniamo questa misura - conclude - seriamente lesiva dei lavoro e della dignità di tutto personale scolastico, docenti, personale ATA, direttori del servizi e dirigenti scolastici, che quotidianamente si impegnano per arginare gli effetti nefasti della didattica mista sul livello di apprendimento delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Per questo motivo ci attiveremo affinché, unitariamente con le organizzazioni sindacali di categoria, si individuino forme di mobilitazione adeguate al livello di attacco che il mondo della scuola pugliese da settimane sta sopportando e che saranno comunicate in una conferenza stampa convocata ad hoc».
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