Un ragazzo a scuola con la mascherina
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Scuola e Lavoro

Scuola, in provincia di Bari sono 17 gli istituti senza preside

All'appello in tutta la Puglia mancano 56 dirigenti. La Uil: «L'eredità del governo Draghi»

Nelle scuole della Puglia è in atto una vera e propria "emergenza presidi". Sono ben 56 gli istituti della regione che, al momento, sono a corto di un dirigente scolastico, ben 17 nella sola provincia di Bari. A questi si aggiungono 14 scuole in provincia di Brindisi, 13 in provincia di Foggia, tre in provincia di Lecce e 9 in provincia di Taranto.

A lanciare l'allarme è la Uil scuola Puglia, che con il segretario generale Gianni Verga denuncia: «Nonostante gli sforzi dell'ufficio scolastico regionale per garantire un ordinato avvio dell'anno scolastico, 56 scuole in Puglia non potranno avere un preside titolare, pur essendovi tanti aspiranti in graduatoria, alcuni dei quali saranno costretti a fare le valigie per recarsi in altre regioni del Nord in cui il ministero ha deciso di assumere. Ed è proprio nelle regioni del Sud, caratterizzate, come noto, da un alto tasso di dispersione scolastica, che il ministero ha pensato di non assumere dirigenti scolastici, eccezion fatta per la Basilicata (5 su 21 posti vacanti)».

Verga, sottolineando il paradosso, attacca l'esecutivo: «Meno male che per il governo guidato da Draghi la scuola era una priorità - continua Verga - qualcuno ora dovrebbe spiegare i motivi di questa incomprensibile decisione. Ma ormai la politica è in campagna elettorale e tutto, a cominciare dal futuro dei nostri ragazzi, passerà in second'ordine. Come sarà possibile affrontare il prossimo anno scolastico con 112 scuole gestite da dirigenti scolastici part time, che si divideranno tra una scuola e l'altra, e oltre 10mila docenti e Ata precari? - si chiede il segretario della Uil scuola regionale. Mentre da un lato pervengono alle scuole finanziamenti del PNRR a pioggia, talvolta non richiesti, dall'altro si risparmia sulla gestione ordinaria, a cominciare dalle misure minime per contrastare la diffusione dei contagi. Come al solito, per qualche voto in più, si preferiscono gli spot agli interventi strutturali volti a migliorare un servizio essenziale per lo sviluppo del Paese e del Mezzogiorno, nonché per il futuro delle nuove generazioni».

Nei giorni scorsi Roberto Romito, presidente dell'Associazione nazionale presidi Puglia, aveva spiegato: «Dobbiamo constatare che nonostante il numero notevolissimo di oltre 3.500 vincitori del maxiconcorso dirigenziale indetto 5 anni fa, delle 317 nuove assunzioni disposte in totale quest'anno dal Ministero dell'Istruzione nessuna toccherà alla Puglia, come a diverse altre regioni. E avremo perciò molte centinaia di scuole senza dirigente».

Romito spiegava che «Non è più tollerabile che vi siano scuole di serie A e di serie B: queste ultime, avendo un numero di alunni minore di 600, non possono - stando alle norme vigenti - avere un dirigente se non fino al 31 agosto 2024. Pertanto, su di esse non possono effettuarsi nuove assunzioni, in quanto ai nuovi assunti spetta un incarico di almeno 3 anni scolastici, quindi fino al 2025. Ma c'è di più: per ogni dirigente che attualmente occupa una di quelle scuole, va "accantonata" in regione una sede di serie A (ossia con numero di alunni superiore a 600), che pertanto rimarrà a sua volta priva di dirigente e sarà affidata in reggenza. Un meccanismo perverso e difficilmente comprensibile, che si potrà superare solo quando la politica deciderà - come chiediamo da anni - di stabilire parametri dimensionali che portino a definire, in ogni regione, quante scuole il territorio possa "sostenere" sia in termini di servizio da erogare che di costi da finanziare, senza più alcuna distinzione fra di esse in base al numero di alunni che le frequentano: se si decide che una determinata scuola è al servizio del territorio in cui ha sede, allora - piccola o grande che sia - deve avere tutte le condizioni, gli strumenti e le risorse per operare, prima di tutto la sua dirigenza, da assicurare nel modo più stabile possibile. Sono 12 anni che attendiamo l'affermazione di questo concetto e la sua traduzione in termini pratici. Su di esso si sarebbe dovuta pronunciare la Conferenza Stato-Regioni, per poi affidare alla politica la sua trasposizione in legge. Ma ancora non si vede niente. E, con i tempi che corrono, è lecito chiedersi quanto dovremo ancora aspettare. Nel frattempo, assistiamo alla frustrante situazione in base alla quale, con 40 scuole "libere", non avremo alcuna nuova assunzione in Puglia, con tanti nuovi dirigenti pugliesi, fra i 317 da assumere, che dovranno sistemarsi in regioni anche molto lontane e rimanere lì per almeno 3 anni. E tanti, già nominati negli scorsi anni, costretti a rimanervi ancora a lungo».
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