scuola post covid
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Scuola e Lavoro

Scontro sulla scuola in Puglia, molti contro Emiliano ma ci sono anche i genitori "felici"

L'ultima ordinanza del presidente della Regione ha di nuovo scatenato le diverse fazioni e il dibattito anche a livello nazionale

La "didattica a scelta" prorogata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, continua a creare scompiglio, e le diverse fazioni in campo da giorni si scontrano. Da una parte coloro che ritengono inaccettabile che siano i genitori a poter decidere cosa fare, dall'altra i genitori che invece plaudono alla libertà di scelta.

Tra le voci contrarie all'ordinanza si alza oggi quella del deputato PD, Michele Bordo, che via social scrive: «Ho chiesto al Governo di chiarire immediatamente sul ritorno a scuola da lunedì. Non è accettabile che in Puglia a decidere siano le famiglie. Questa scelta non può essere lasciata all'autonomia dei singoli. Le regole fissate dal Governo o valgono per tutti o non valgono per nessuno. Non possono non valere solo in Puglia».

L'ANP (associazione nazionale presidi) ribadisce il proprio punto di vista: «Il decreto-legge governativo tende ad aumentare fino al 100% la frequenza scolastica in quest'ultimo scorcio di tempo prima del termine delle lezioni - scrivono in una nota - L'ordinanza di Emiliano si muove in senso contrario, attraverso la ben nota scelta affidata alle famiglie di seguire le lezioni a distanza. Il prolungamento di questa misura addirittura "sino alla conclusione dell'anno scolastico" sembra scommettere sulla permanenza, quando non nel peggioramento, degli attuali livelli di contagio. L'ordinanza di Emiliano si pone come rimedio "fai da te", affidando al caso e alla mutevolezza della percezione del rischio COVID da parte delle famiglie la speranza di una limitazione della presenza nelle scuole, come ormai avviene da più di sei mesi. Torniamo dunque a chiedere che si possano riaprire presto e in sicurezza le scuole attraverso: screening periodici (tamponi rapidi o altro) da effettuare sistematicamente sugli alunni e sul personale, per tenere sotto controllo l'andamento del contagio nelle scuole; rapida attivazione dei team di operatori scolastici sanitari (i TOSS), la cui istituzione è stata deliberata dalla giunta regionale sin dallo scorso gennaio ma che ancora non si sono visti nelle scuole; interventi improcrastinabili di edilizia scolastica e reperimento di spazi aggiuntivi per l'attività scolastica: è da maggio scorso, un anno ormai, che se ne parla, ma pochissimo si è visto; interventi di razionalizzazione dell'organico, con la soluzione del problema delle classi sovraffollate rispetto agli spazi disponibili».

Le associazioni di genitori a favore della scuola in presenza (Priorità alla Scuola, Comitato per il Diritto alla Salute e all'Istruzione, La Scuola che vogliamo - Scuole Diffuse in Puglia e Associazione Genitori Speciali Altamura), intanto, hanno organizzato un mail bombing indirizzato a tutti e tutte i parlamentari/e, in cui chiedono che in Puglia si metta fine a quella che definiscono "la scuola a scelta - on demand". «Abbiamo più volte denunciato quanto le innegabili difficoltà dello stesso sistema sanitario regionale siano state più volte scaricate sulla scuola, di sovente additata dalle massime figure istituzionali della Regione, in misura strumentale, come luogo per eccellenza dei contagi. Ai parlamentari pugliesi la lettera è rivolta nella speranza di sostegno nel ripristino della coesione di tutta la Comunità scolastica messa in discussione fortemente con l'ennesima ordinanza del Presidente della Regione Puglia, attraverso l'inserimento della "scelta", che non esitiamo a definire scuola "à la carte", uno strumento che provoca sfaldamento istituzionale, mina il patto sociale e qualsiasi idea e fondamento di scuola pubblica».

Ma non tutti sono contrari, e via social da tempo si è formato il gruppo "Genitori pugliesi favorevoli alle DaD", e loro hanno accolto con entusiasmo la decisione del presidente di prorogare fino alla fine dell'anno scolastico la libertà di scelta in capo alle famiglie. Anzi, nel gruppo si sta lottando contro le istituzioni scolastiche che in qualche modo "scoraggiano" la DaD e contro le prove Invalsi, che dovrebbero (a prescindere dall'ordinanza) svolgersi in presenza. La loro posizione d'altronde è chiara: «Alla fine dell'anno scolastico manca solo un mese - hanno dichiarato in una intervista a Repubblica - siamo in emergenza, e la DaD non toglie niente a nessuno. Perché imporre la presenza a tutti anche a chi ha problemi? Ogni famiglia conosce le proprie fragilità e vanno tutelate secondo lo Stato di Diritto».
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