protesta pescatori
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Cronaca

Scontri alla manifestazione dei pescatori a Bari, quindici denunce

I tafferugli si verificarono in occasione della protesta dello scorso 8 ottobre, quando rimasero feriti sei fra poliziotti e carabinieri

Arrivano provvedimenti per i disordini verificatisi a Bari lo scorso 8 ottobre, durante la violenta protesta dei pescatori pugliesi. Nei giorni scorsi la polizia di Stato ha deferito all'autorità giudiziaria quindici persone, di età compresa tra i 27 ed i 52 anni, residenti in diversi comuni della Puglia, che si sarebbero rese responsabili di vari reati commessi in occasione della manifestazione organizzata dalle marinerie pugliesi.

In particolare, sono stati contestati a vario titolo i reati di manifestazione non autorizzata, lancio o utilizzo di materiale pericoloso nel corso di pubbliche manifestazioni, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto d'indicazioni sulla propria identità personale, interruzione di pubblico servizio e lesioni personali aggravate.

Le indagini sono state condotte dai poliziotti della Digos della Questura di Bari che hanno analizzato attentamente anche le immagini registrate dagli agenti del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica e dalle telecamere dei circuiti di videosorveglianza cittadini. Lo scorso 8 ottobre, infatti, le marinerie pugliesi erano scese in piazza, organizzando un corteo, per protestare contro le nuove direttive dell'Unione Europea: utilizzo di reti per lo strascico a maglie più larghe, che limiterebbero l'esercizio della pesca, e caro carburante i motivi della protesta.

I circa 500 partecipanti, dopo essersi radunati nei pressi del molo San Nicola, partirono in corteo e, già nelle fasi iniziali, accesero alcuni fumogeni e fecero esplodere qualche ordigno. Percorso il lungomare Imperatore Augusto e giunti in prossimità del piazzale Cristoforo Colombo, luogo dove il corteo si sarebbe dovuto fermare per sostarvi fino al termine della protesta, i manifestanti, nel tentativo di entrare all'interno dell'area portuale, decisero arbitrariamente di proseguire la propria marcia, dapprima in direzione del varco doganale di accesso al porto e, successivamente, verso il cancello d'ingresso del Provveditorato alle Opere Pubbliche.

Entrambi i tentativi di accesso furono neutralizzati dall'immediato intervento delle forze di polizia. I manifestanti, tuttavia, reagirono opponendo resistenza all'operato degli agenti schierati, accendendo fumogeni e lanciando grossi petardi. A seguito di ciò, sei persone rimasero ferite: il dirigente del servizio di ordine pubblico (spinta da un manifestante, cadde a terra), un funzionario ed un ispettore della Digos (a seguito dello scoppio di un grosso petardo in relazione al quale sono tuttora in corso le attività di indagine per risalire all'autore del lancio), un poliziotto del Reparto Mobile di Bari e due Carabinieri in forza al reggimento Puglia. Ripresa la marcia, il corteo giunse dapprima all'incrocio con via Brigata Regina e, successivamente, nei pressi del varco della Vittoria, paralizzando completamente il traffico veicolare in entrata e in uscita dal porto, con inevitabili ripercussioni sulla circolazione cittadina.

L'attività dei poliziotti della Questura di Bari, inoltre, non si è limitata solo alla valutazione degli aspetti penali; in applicazione delle recenti disposizioni del "decreto sicurezza bis", infatti, la divisione anticrimine ha avviato il procedimento amministrativo, finalizzato all'adozione dei Daspo della durata di tre anni, nei confronti di quattro manifestanti che, durante la manifestazione, accesero e lanciarono petardi e fumogeni, creando pericolo per l'incolumità delle persone presenti.
  • Polizia di Stato
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