Mafia a Bari, si costituisce «il brasiliano»: l'ultimo ricercato era all'estero

Mancava solo lui all'appello con la giustizia, ma s'è arreso consegnandosi a quasi due settimane dal blitz "Codice Interno". Con l'arresto di Nereo Zanghi, 45enne di Bari detto «il brasiliano», il cerchio sulla maxi inchiesta che ha portato in carcere ai domiciliari 135 persone legate ai clan mafiosi Parisi e Palermiti s'è chiuso.

L'uomo, affiliato a Giovanni Palermiti con il ruolo di "quarta-santa", l'ultimo dei ricercati nell'ambito della stessa indagine, è rimasto finora a Dubai, ha raccontato agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari, prima di decidere di costituirsi perché accusato, secondo la misura cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Alfredo Ferraro, di aver «fatto parte di un'associazione per delinquere di tipo mafioso, riconosciuta come clan Parisi-Palermiti».

L'inchiesta dell'Antimafia di Bari non ha coinvolto solo il clan di Japigia, ma anche i membri dei clan Strisciuglio e Montani, che sarebbero stati contattati dall'ex consigliere regionale Giacomo Olivieri (in carcere) per permettere l'elezione della moglie Maria Carmen Lorusso (ai domiciliari). Le carte degli inquirenti parlano anche di infiltrazioni della mafia nell'imprenditoria barese, in particolare nel settore del caffè e dell'automotive, nonché all'interno dell'Amtab, ora commissariata.

Il 45enne, dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti («spaccia droga e fumo pure, erba... li ho fatti io i movimenti... A quello alla casa... Io Palermiti Giovanni e Mineccia Filippo», ha detto il collaboratore Domenico Miella), è stato arrestato dagli agenti. Condotto in Questura, ultimate le formalità di rito, è finito in carcere.