
Cronaca
Crac Popolare di Bari, quasi 3mila richieste di parti civili. Per il processo si pensa alla Fiera
Le udienze potrebbero essere celebrate nello Spazio 7. Decaro: «Lunedì incontro in Prefettura. Troveremo una soluzione»
Bari - sabato 26 settembre 2020
15.53
Si chiude a quota 2.900 il numero delle parti, tra azionisti, associazioni, enti e sindacati, rappresentate da oltre 260 avvocati, che hanno chiesto di costituirsi parti civili nel processo sul crac della Banca popolare di Bari, in corso nell'aula bunker di Bitonto, sede distaccata del Tribunale di Bari.
L'udienza è stata rinviata al 19 novembre, sempre a Bitonto; in quella occasione saranno solo comunicati la data e la sede definitiva dove si celebrerà il processo, probabilmente nella Fiera del Levante di Bari.
Il processo sul crac della Banca popolare di Bari, infatti, potrebbe celebrarsi nello Spazio 7 della Fiera del Levante; si tratterebbe di un'area abbastanza ampia da accogliere le parti civili e i legali che le assistono. «Forse abbiamo trovato una soluzione. È importante uno spazio per il processo ed è importante il processo per la città di Bari - ha confermato il sindaco di Bari, Antonio Decaro. Lunedì abbiamo un incontro in Prefettura per valutare la superficie e le necessità del Tribunale. Ci saranno oneri economici per il Ministero ma sono sicuro che riusciremo a trovare una soluzione».
Il processo Banca popolare di Bari diventa occasione anche per parlare del Polo della giustizia barese: «Sto chiedendo al presidente del Consiglio dei ministri - ha detto Decaro - di inserire il nuovo Polo della Giustizia di Bari all'interno delle opere per le quali è previsto un commissario, perché purtroppo la progettazione è ancora ferma o comunque le procedure di progettazione sono state rallentate. Abbiamo invece bisogno di dare impulso a un progetto che trova la condivisione di tutti gli attori istituzionali della città di Bari e ha avuto anche un finanziamento. Adesso dobbiamo procedere speditamente con la progettazione e con l'esecuzione dei lavori».
Nel processo per il crac della Popolare di Bari sono imputati gli ex amministratori Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore dell'istituto di credito. Nei loro confronti la Procura di Bari, il procuratore facente funzione Roberto Rossi e i sostituti Federico Perrone Capano e Savina Toscani, ipotizzano i reati di falso in bilancio, falso in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza.
L'udienza è stata rinviata al 19 novembre, sempre a Bitonto; in quella occasione saranno solo comunicati la data e la sede definitiva dove si celebrerà il processo, probabilmente nella Fiera del Levante di Bari.
Il processo sul crac della Banca popolare di Bari, infatti, potrebbe celebrarsi nello Spazio 7 della Fiera del Levante; si tratterebbe di un'area abbastanza ampia da accogliere le parti civili e i legali che le assistono. «Forse abbiamo trovato una soluzione. È importante uno spazio per il processo ed è importante il processo per la città di Bari - ha confermato il sindaco di Bari, Antonio Decaro. Lunedì abbiamo un incontro in Prefettura per valutare la superficie e le necessità del Tribunale. Ci saranno oneri economici per il Ministero ma sono sicuro che riusciremo a trovare una soluzione».
Il processo Banca popolare di Bari diventa occasione anche per parlare del Polo della giustizia barese: «Sto chiedendo al presidente del Consiglio dei ministri - ha detto Decaro - di inserire il nuovo Polo della Giustizia di Bari all'interno delle opere per le quali è previsto un commissario, perché purtroppo la progettazione è ancora ferma o comunque le procedure di progettazione sono state rallentate. Abbiamo invece bisogno di dare impulso a un progetto che trova la condivisione di tutti gli attori istituzionali della città di Bari e ha avuto anche un finanziamento. Adesso dobbiamo procedere speditamente con la progettazione e con l'esecuzione dei lavori».
Nel processo per il crac della Popolare di Bari sono imputati gli ex amministratori Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore dell'istituto di credito. Nei loro confronti la Procura di Bari, il procuratore facente funzione Roberto Rossi e i sostituti Federico Perrone Capano e Savina Toscani, ipotizzano i reati di falso in bilancio, falso in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza.

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