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Cronaca
Bari, pescava datteri a San Giorgio, denunciato
Sulla riva anche un complice che avrebbe avvisato in caso di controlli
Bari - martedì 20 ottobre 2020
19.13
Ammonta a sei chili il quantitativo didatteri sequestrato dal personale della Guardia Costiera di Bari del Nucleo ispettivo del 6° Centro di Controllo Area Pesca, nel corso di un'ordinaria attività di controllo. I datteri di mare, erano stati raccolti da un sub intercettato sul litorale barese, in località San Giorgio, mentre rientrava a riva dopo la battuta di pesca di frodo.
Gli uomini della Guardia Costiera, infatti, insospettiti dall'anomalo comportamento di un soggetto che, posizionato a riva e accortosi del loro arrivo, si era preoccupato di richiamare l'attenzione di un sub che in quel momento si apprestava a guadagnare la riva, hanno effettuato immediatamente un controllo riuscendo a rinvenire i datteri di mare che quest'ultimo aveva tentato di occultare.
Il prodotto ittico, immediatamente sequestrato, è stato poi distrutto su disposizione dell'Autorità Giudiziaria, mentre i due malcapitati baresi protagonisti della vicenda sono stati denunciati per fatti penalmente rilevanti: il sub per la pesca vietata del dattero di mare, nonché per deturpamento e danneggiamento dell'habitat naturale costiero, il complice per tentato favoreggiamento, avendo avvertito il sub della presenza dei militari inducendolo a tentare di disfarsi del pescato.
La pesca, la detenzione e la vendita del dattero di mare sono punite con sanzioni molto severe, prevedendo la pena dell'arresto da due mesi a due anni o un'ammenda che va dai 2.000 a 12.000 euro, oltre naturalmente alla confisca del pescato e di tutta l'attrezzatura impiegata.
L'estrazione di questi molluschi bivalvi comporta la distruzione delle rocce calcaree al cui interno vivono e crescono, tanto da portare alla desertificazione della costa con l'inevitabile distruzione dell'habitat marino-costiero. Da ciò la previsione di severe sanzioni penali per reprimere una condotta illegale che determina irreparabili danni ambientali.
Gli uomini della Guardia Costiera, infatti, insospettiti dall'anomalo comportamento di un soggetto che, posizionato a riva e accortosi del loro arrivo, si era preoccupato di richiamare l'attenzione di un sub che in quel momento si apprestava a guadagnare la riva, hanno effettuato immediatamente un controllo riuscendo a rinvenire i datteri di mare che quest'ultimo aveva tentato di occultare.
Il prodotto ittico, immediatamente sequestrato, è stato poi distrutto su disposizione dell'Autorità Giudiziaria, mentre i due malcapitati baresi protagonisti della vicenda sono stati denunciati per fatti penalmente rilevanti: il sub per la pesca vietata del dattero di mare, nonché per deturpamento e danneggiamento dell'habitat naturale costiero, il complice per tentato favoreggiamento, avendo avvertito il sub della presenza dei militari inducendolo a tentare di disfarsi del pescato.
La pesca, la detenzione e la vendita del dattero di mare sono punite con sanzioni molto severe, prevedendo la pena dell'arresto da due mesi a due anni o un'ammenda che va dai 2.000 a 12.000 euro, oltre naturalmente alla confisca del pescato e di tutta l'attrezzatura impiegata.
L'estrazione di questi molluschi bivalvi comporta la distruzione delle rocce calcaree al cui interno vivono e crescono, tanto da portare alla desertificazione della costa con l'inevitabile distruzione dell'habitat marino-costiero. Da ciò la previsione di severe sanzioni penali per reprimere una condotta illegale che determina irreparabili danni ambientali.


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