Cronaca
Banca popolare di Bari, mille azionisti pronti a chiedere i danni a Jacobini
Inizia oggi il processo nei confronti di padre e figlio che gestivano l'istituto di credito pugliese
Bari - giovedì 16 luglio 2020
11.19
Ammonta a più di mille il numero degli azionisti pronti a chiedere di costituirsi parte civile nel processo sul crac della Banca popolare di Bari che inizia oggi dinanzi al Tribunale del capoluogo pugliese.
«Chiederemo la citazione della banca come responsabile civile» le parole, raccolte dall'agenzia Ansa, dell'avvocato Corrado Canafoglia dell'Unione Consumatori che rappresenta 160 azionisti. Altri 369 sono difesi dall'associazione Avvocati dei consumatori, 300 dall'Adusbef, 109 dal Codacons e un'altra cinquantina di azionisti da singoli studi legali.
Questa mattina, davanti alla sede giudiziaria di via Dioguardi, un centinaio di avvocati si sono messi in coda (con mascherine e sottoponendosi alla misurazione della temperatura corporea) per accedere nelle aule del tribunale.
Nel processo sono imputati Marco e Gianluca Jacobini, rispettivamente ex presidente ed ex condirettore dell'istituto di credito, accusati di diverse condotte di falso in bilancio, falso in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza.
«Chiederemo la citazione della banca come responsabile civile» le parole, raccolte dall'agenzia Ansa, dell'avvocato Corrado Canafoglia dell'Unione Consumatori che rappresenta 160 azionisti. Altri 369 sono difesi dall'associazione Avvocati dei consumatori, 300 dall'Adusbef, 109 dal Codacons e un'altra cinquantina di azionisti da singoli studi legali.
Questa mattina, davanti alla sede giudiziaria di via Dioguardi, un centinaio di avvocati si sono messi in coda (con mascherine e sottoponendosi alla misurazione della temperatura corporea) per accedere nelle aule del tribunale.
Nel processo sono imputati Marco e Gianluca Jacobini, rispettivamente ex presidente ed ex condirettore dell'istituto di credito, accusati di diverse condotte di falso in bilancio, falso in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza.