Troina bari. <span>Foto Ssc Bari </span>
Troina bari. Foto Ssc Bari
Calcio

Stavolta vinCiamo noi

Il Bari stacca il pass per la Serie C e saluta l'anno di purgatorio. Il successo di mister e gruppo

Il viaggio di purificazione è finito, la catarsi è compiuta. Dopo il fallimento avevamo tutti bisogno di riprendere contatto con la dura realtà del calcio di provincia, con i campi stretti e l'agonismo puro. Ma ora è tempo di guardare avanti. Il Bari è in Serie C, i biancorossi tornano fra i professionisti: a sancirlo è lo 0-1 sul campo del Troina firmato da Simeri su rigore. Tanto basta per ringraziare e salutare la Serie D, il purgatorio dove il nuovo galletto targato De Laurentiis è stato confinato dopo quel tragico 16 luglio 2018. Ora è finita, la festa può partire.

Sono stati nove mesi difficili, inutile negarlo: il titolo che passa nelle mani del sindaco, la creazione della nuova SSC Bari, la partenza in ritardo, la squadra creata da zero, il ritiro a fine agosto. L'avvento della famiglia De Laurentiis ha creato intorno a questo Bari neonato una serie di aspettative altissime, e ha reso il traguardo del ritorno fra i pro un dovere più che un regionevolissimo potere. Eppure di facile non c'è stato nulla, nonostante quella partenza a cento all'ora, nonostante un girone d'andata fin troppo liscio. La partita di Troina, invece, fotografa tutte le difficoltà che il Bari ha incontrato nella sua discesa negli inferi del pallone italico, in una Serie D che ci ha fatto scoprire una dimensione pallonara dura ma pura, contraddittoria ma leale. Scorbutica, nervosa, piena di spigoli: una gara risolta da un rigore e dalle parate super di Marfella nel recupero, emblema della fatica che la squadra biancorossa ha dovuto provare per portare a casa un traguardo che facile non era.

Eppure stavolta abbiamo vinto noi. Già, perché checché se ne dica Bari non è una piazza abituata a collezionare vittorie e primati. L'ultimo a riuscirci era stato Antonio Conte vincendo la Serie B 2008/2009, mica il primo capitato. Dopo di lui negli annales biancorossi ci sarà vergato il nome di Giovanni Cornacchini, trionfatore nel campionato di Serie D. Uno che nel cuore dei baresi non è entrato e forse mai entrerà, ma comunque capace di portare una città intera a far festa dopo la più grande onta sportiva della storia biancorossa. Non abbiamo visto il calcio con le bollicine, questo è incontestabile. Il bel gioco (alcuni dicono il gioco tout-court, ma questo è tutto da dimostrare) non è nel Dna di un uomo concreto come il tecnico marchigiano, a cui però è spettato un compito che a molti altri sarebbe apparso proibitivo: creare un gruppo solido e con un obiettivo ben preciso stampato nella mente, muovendosi nelle condizioni di cui sopra. Lui l'ha fatto, e l'ha portato a vincere.

Sembrava tutto scontato, ma nello sport di scontato non c'è mai niente. Nessuna partita è vinta prima di aver segnato almeno un goal più dell'avversario, nessun campionato è chiuso finché non c'è la matematica a dire che è chiuso. Cornacchini e la sua banda di scalmanati hanno compiuto un'impresa che non era scritta, hanno riportato Bari ad assaporare il gusto della vittoria che, diciamocelo pure con franchezza, è merce rara a queste latitudini.

Cornacchini non è entrato nel cuore dei baresi, ma lo ha fatto la sua squadra: questa promozione ha il volto allegro e scanzonato di Floriano, la cresta di gallo di Simeri, il carisma del difensore-goaleador Di Cesare, la grinta in campo e la timidezza fuori di Hamlili, la leadership silenziosa di Brienza, la fresca gioventù di Piovanello, Quagliata, Langella, Aloisi, Liguori, Turi, Nannini, Marfella. La festa all'aeroporto è stata riservata solo alle più grandi imprese, riuscite o solo abbozzate come quella del 2014, della storia recente del Bari. Stanotte festa è stata, ai ragazzi la città ha tributato il giusto onore per aver raggiunto il traguardo della Serie C che dopo quell'infausto 16 luglio sembrava solo un miraggio, una speranza lontana e vana.

Stavolta ha vinto il Bari, e l'ha fatto battendosi contro un avversario onorevole come la Turris, a cui vanno fatti dei doverosi complimenti. Stavolta ha vinto il Bari, andando oltre quelle difficoltà che - volere o volare - ci sono sempre, in qualsiasi categoria. Stavolta abbiamo vinto noi, e gli altri ci guardano esultare. Il presidente Luigi De Laurentiis ha chiamato tutta la città a raccolta domenica 28 aprile per festeggiare al termine di Bari-Rotonda: un invito da cogliere, perché una bella festa dopo quello che abbiamo passato in fondo ce la meritiamo tutti, chi c'è stato sempre e chi magari ci sarà da domani, quando ritorneremo fra i professionisti. Perché ora lo possiamo dire: il Bari è in Serie C, il Bari è di nuovo nel calcio professionistico italiano.
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